La Panda fantasma

Una storia che fa il verso al mitico film Tototruffa, con il compianto Totò insieme a Nino Taranto indaffarati a persuadere un turista italoamericano ad acquistare la Fontana di Trevi.
La vicenda, stavolta, si svolge a Storo. Eccola.

Un giovane bolognese G.B., con tanto di bonifico bancario, visura Aci e copia del documento di circolazione, arriva a Storo per ritirare la vettura Fiat Panda acquistata qualche giorno prima via Internet di cui, però, nel largo di quella piazza, non c'è né sentore né traccia.

Ma all'indirizzo indicato un bell’edificio storico esiste, Palazzo Cortella, che però nulla a che fare con il fantomatico proprietario del veicolo, bensì risulta essere da sempre la residenza di Comune e da qualche anno a questa parte pure sede del corpo di polizia locale.

Solo allora il venticinquenne bolognese incomincia a sospettare che qualcosa di strano in realtà sta per accadere. Tra le mani un documento di circolazione e rispettiva marca da bollo appiccicata , ma si tratta solo di una fotocopia taroccata. A quel punto l'acquirente incomincia a sospettare che l'affare che pensava di aver concluso rischia di avere soluzione nemmeno immaginabili. La possibilità di rientrare nel capoluogo emiliano, non con la Panda ma piuttosto con l'auto con la quale era arrivato, incomincia allora a farsi possibile.

Sorpresa, sconforto e delusione crescono nel ragazzo non appena è salito ai piani alti del palazzo, quando viene fatto accomodare in ufficio dal comandante. <
br> Mancava poco a mezzogiorno quando a tu per tu con il dottore Stefano Bertuzzi il compratore della utilitaria immatricolata nel 2003, pagata con bonifico bancario e originariamente appartenete ad un certo Cristian D'Adda si rende conto che procedure e compravendita non hanno i sospirati riscontri ma piuttosto rischiano di finire in cavalleria come poi puntualmente avviene. E' allora che Bertuzzi e colleghi si domandano se si tratta di uno scherzo o se invece l'interlocutore parla seriamente. Il ragazzo racconta nel dettaglio le procedure seguite, mostra il materiale cartaceo, ma alla fine si deve pure lui persuadere che probabilmente è rimasto abbindolato.

La Fiat, dopo le immediate verifiche effettuate dagli stessi agenti, in effetti esiste. Anzi un tempo apparteneva ad un fornaio tuttora risiede a Monastero Vasco, in provincia di Cuneo, ma guarda caso che l'utilitaria ha però cambiato più volte intestatario e che al momento non si sa dove sia.

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Commenti:

Vedi anche