01 Ottobre 2016, 08.25
Storo
Il personaggio

È arrivato il tempo della pensione

di Aldo Pasquazzo

Ben 42 anni di lavoro ma solo una settimana di assenza per malattia o infortunio. Dal 30 di settembre Giambattista Zontini si è messo a riposo


In 42 anni di lavoro, prima come dipendente e poi come artigiano, ma sempre dentro la medesima azienda, Giambattista Zontini si è assentato per malattia o infortunio una decina di giorni e non di più.

Da ieri, 30 settembre, il podista-maratoneta di Cà Rossa ha lascia la propria attività di falegname per farsi in disparte. Ora, a 59 anni, si dedicherà a lavori domestici e a fare il nonno.

"Se mi si dovesse rompere una seggiola o un armadio potrò accedere al capannone (la cui proprietà al 50 per cento, utensileria compresa, mi è rimasta) per la riparazione, ma pur sempre al di fuori dell'orario di lavoro", aggiunge l'interessato.

Nel frattempo, l'altro socio di riferimento, Riccardo Pezzarossi, continuerà a portare avanti il buon nome di “Nuova Arredo”, la cui attività viene praticata a Storo in zona industriale sud, lungo la strada provinciale per Bondone.

Giambattista Zontini proviene da una scuola di maestri del lavoro, ad iniziare da Demetrio e Beppi Zontini, che all'epoca avevano come dipendenti anche i compianti Pietro Poletti , Angelo Cortella e Lorenzo Bondoni. I due fratelli imprenditori erano partiti dal nulla ma di case, nel corso della loro attività, ne hanno poi arredate a centinaia, sia in zona che fuori regione.

Una volta in pensione i fratelli Giosy (soprannome di famiglia) avevano lasciato campo ai giovani. Giambattista e Riccardo inizialmente erano dei garzoni ma poi hanno finito per ritagliarsi dei ruoli ben definiti, fino ad assumere la proprietà dell'azienda.

"Allora si lavorava anche di sabato e non c'era segnatempo. La parola d'ordine era lavorare bene e accontentare il compratore" racconta Giambattista. "A quell'epoca si andava dal cliente a prendere le misure dell'arredo da comporre, poi in falegnameria si tagliava e lo si metteva assieme. Quindi tornavamo da loro per montarlo, magari apportando dei piccoli aggiustamenti sul posto. L'acquirente pagava, ma nello stesso tempo voleva essere soddisfatto del lavoro. Dirò di più: a volte armadi e cassettoni, avvolti tra coperte per non subire lesioni, si dovevano portare a spalle per più rampe di scale, considerato che in quegli anni molte case di città erano sprovviste di ascensore e le pedane mobili ancora non esistevano", ricorda Giambattista Zontini.

Quest'ultimo potrebbe ora insegnare, considerato che al di là della utensileria di ultima generazione lui sa utilizzare pialle, ma soprattutto fare incastri con scalpelli: un mestiere che è anche un'arte in via di sparizione.


Commenti:
ID68549 - 01/10/2016 11:57:21 - (pierdo53) - AUGURI E CONGRATULAZIONI

Gianbattista. La tua vita continuerà a scorrere ....."di corsa".... ma con qualche preoccupazione in meno.

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