22 Ottobre 2013, 09.30
Salò Valsabbia Garda
Gal GardaValsabbia

La «Fabbrica del bosco», risorsa forestale come opportunità economica

di Redazione

Il Gal GardaValsabbia promuove un Tavolo sulla pianificazione dell'uso delle aree verdi. La sfida creare nuovi posti di lavoro green: ad oggi attive solo 9 imprese boschive, con una domanda che cresce

 

Tornare alla foresta per creare lavoro: questo l’obiettivo che anima la proposta “La Fabbrica del bosco”, un progetto proposto dal GAL GardaValsabbia che coinvolge la Comunità Montane Parco Alto Garda Bresciano e la Comunità Montana di Valle Sabbia ed è oggi all’attenzione di una delegazione scozzese, ospite nel nostro territorio dal 20 al 22 ottobre per una visita di studio.

Il bosco è visto come luogo di produzione e “fabbrica” di un materiale naturale ed ecologico: il legno. Attualmente sul territorio del GAL GardaValsabbia operano solo 9 imprese boschive iscritte all’Albo Regionale (3 in Alto Garda e 6 in Valle Sabbia), di cui la maggior parte sono ditte individuali. Decisamente insufficienti per coprire un’area forestale di circa 67.616 ettari. “Le potenzialità occupazionali sono molto superiori – spiega Laura Brugnolli, referente del progetto per il GAL GardaValsabbia -. Il Tavolo di lavoro che si è di recente costituito e vede il GAL come centro propulsore, si pone come primo obiettivo proprio lo sviluppo di nuove imprese boschive e il rafforzamento dei Consorzi forestali. Le imprese boschive sono sottodimensionate rispetto al carico di lavoro ed esiste un vivo interesse sul territorio verso questa opportunità. Serve però professionalità e a questo proposito il Tavolo si farà portavoce di una sensibilizzazione per attivare percorsi di formazione dedicati. Abbiamo inoltre una proposta concreta: gli Enti potrebbero fare una ricognizione sulle proprietà disponibili al taglio, in particolare quelle di privati ad oggi lasciate in abbandono. Nella sola Valle Sabbia parliamo di 10.558 proprietà private. Questa attività di censimento e presa in carico potrebbe essere affidata a giovani dottori agronomi forestali creando così nuovi posti di lavoro “green”.

“I boschi italiani hanno storicamente rappresentato una tra le principali componenti economiche del nostro territorio – commenta Andrea Crescini, Presidente GAL GardaValsabbia - . In particolare, vi era un intenso sfruttamento delle foreste dell’Alto Garda e della Valle Sabbia dovuto alla richiesta di combustibile da parte delle manifatture siderurgiche della Valle Sabbia – zona di tradizionale lavorazione del ferro - e della Val Trompia e delle fabbriche di chiodi presenti sulla riviera (Gardone e Campione del Garda) e a Levrange, Casto, Ono e Malpaga. Dalla metà del secolo scorso la loro storica funzione produttiva si è però progressivamente ridotta, principalmente a causa della perdita degli usi civici e dello spopolamento delle aree rurali e montane, con il conseguente abbandono delle attività più intensive legate alla gestione del bosco”.

“Crediamo che la filiera bosco-legno oggi torni ad essere un’importante realtà produttiva e occupazionale con ampie possibilità di crescita e sviluppo futuri – spiega Davide Pace, Presidente Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano e del Consorzio Forestale “Terra tra i Due Laghi” - in questo settore esistono notevolissime opportunità per la crescita e lo sviluppo socio-economico dei territori montani e rurali. Come Consorzio abbiamo in prospettiva, nel rispetto dei vincoli ambientali esistenti, di allargare la superficie in gestione, prevedendo di integrare le superfici di altri comuni e di privati e di realizzare un ciclo virtuoso legato alla produzione di energia tramite biomassa”.

Rispetto alla possibilità di incrementare la quota di energie rinnovabili derivanti dalla gestione del bosco, una fra le esperienze più avanzate sul territorio si registra in Valle Sabbia. “In seguito ad un bando promosso dal GAL nella scorsa programmazione (2007-2013), abbiamo attivato uno studio di fattibilità per la produzione di impianti di energia termica a biomassa – dice Giovanmaria Flocchini, Presidente Comunità Montana di Valle Sabbia - . Il primo ad andare a regime sarà Vestone: con una produzione di 220 KW questo impianto potrà contribuire al fabbisogno energetico comunale da fonti non rinnovabili. Le industrie del legno riescono a sfruttare solo una parte del legname prodotto annualmente dai nostri boschi – quello di maggior pregio – mentre mancano sbocchi adeguati per tutto il materiale ricavato dagli interventi di manutenzione, tanto necessari quanto attualmente poco remunerativi”.

Il Tavolo di lavoro, che si è riunito per la prima volta il 14 ottobre 2013, si è insediato in maniera permanente con l’obiettivo di supportare la Regione e fornire approfondimenti e stimoli.
Ne fanno parte: Regione Lombardia - D.G. Agricoltura; Provincia di Brescia - Ass. Agricoltura; Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano; Comunità Montana Valle Sabbia; Consorzio Forestale Terra tra i due Laghi; Consorzio Forestale Nasego.
Il Tavolo verrà aperto anche alla Comunità Montana della Valtrompia, con cui si condividono finalità e problematiche inerenti la gestione forestale.



Commenti:
ID37111 - 22/10/2013 13:21:06 - (Giacomino) - Cosa buona il parlarne

purché non ci si limiti solo al parlarne. Del resto, la quantità di legname di cui dispone la nostra valle é davvero immensa, qualcuno nel nord Europa ha già trovato il modo di sfruttare questa materia preziosa, forse oltre che a creare, pardon aprire tavoli con relative sedie sarebbe il caso di andare a vedere in casa di questi e vedere come e cosa hanno fatto loro.

ID37113 - 22/10/2013 14:34:20 - (Aldo Vaglia) -

Non si puo' che accogliere con soddisfazione che una parte di progetto, presentato anni fa agli stessi che oggi lo propagandano, sia stato messo in cantiere. Speriamo solo, come dice Giacomino, che scenda dal tavolo e abbia gambe per camminare.

ID37118 - 22/10/2013 16:39:22 - (bob63) - campa cavallo

Troppi Enti al tavolo, improbabile concretezza nel prossimo lustro.

ID37126 - 22/10/2013 20:11:09 - (genpep) -

mi sa che ha ragione bob63. a questi quà bisogna spiegare che nel bosco ci sono le spine, che ci si sporca, e che soprattutto c'è da far fatica. se poi come dicono questi quà la legna inquina (vogliono vietarne l'uso), a chi si vende? gente che ha voglia di lavorare nel bosco se ne trova a iosa, basta fargli vedere a fine giornata il giusto guadagno (magari proporzionato alla fatica e al rischio).

ID37130 - 22/10/2013 21:47:06 - (Borni) - Concordo con genpep

concordo pienamente con genpep, esiste una precisa legge regionale che vieta l'utilizzo della legna da ardere come fonte primaria di riscaldamento e quindi da combustione. Inoltre è assai difficile ottenere autorizzazioni x la realizzazione di centrali a Biomassa quali fonti di energia rinnovabile. Quindi come pensiamo di incentivare il ritorno al sacro lavoro del boscaiolo?

ID37136 - 23/10/2013 07:22:51 - (bob63) - basta scenziati

Solo per precisazione; da quanto si e' capito forse sara' vietata la combustione della legna se non con apparecchi che rendano almeno il 63% di calorie, il che' vorrei vedere come potrebbero appurarlo, considerando che la qualita' della legna e' molto variabile, ma oltre a questo dettaglio basta andare nella ex pineta di Bione per vedere l'intervento a tutela dell'infestazione da Bostrico, deforestazione, mucchi di ramaglie abbandonati a s stessi, rovi spinosi impenetrabili per anni, ripiantumazione "zero", (non siamo al sud ) se la qualita' della non ben chiara opportunita' che viene offerta e' simile a quanto fatto finora e' meglio che stiano fermi che di danni ne hanno fatti abbastanza.

ID37143 - 23/10/2013 12:16:41 - (sottile) - Basta tavoli di lavoro

Daccordissimo con bob63, soprattutto quando invita tutti gli enti che compaiono nell'articolo a stare fermi: di danni ne hanno fatti abbastanza! Quando i boschi, fino agli anni 50/60, erano gestiti dai Comuni, c'era davvero la fabbrica del bosco e avevamo dei bellissimi boschi. Poi sono arrivati i cervelloni della comunit montana: da allora quello che era una risorsa diventato un costo. Vengono spese somme spropositate per fare quello che prima si faceva a costo zero e gli addetti del settore sono diminuiti sempre pi. I funzionari della comunit montana, della provincia, del gal, invece di aiutare i contadini e i taglialegna li hanno sommersi di burocrazia obbligandoli a cambiare attivit.Tutto il resto sono balle che servono solo a mantenere i carrozzoni creati dai furbi che vivono a spalle di chi lavora e produce

ID37151 - 23/10/2013 14:07:34 - (Giacomino) - Si cari amici

sono più che convinto che le cose stiano come anche voi temete. Questi signori non sanno (o sanno anche troppo bene) che per poter fare un discorso nella direzione che dicono si dovrebbe prima eliminare una quantità di disposizioni assurde da loro stessi (gli enti) emanate, anche quì troppe scrivanie si metteranno di traverso pronte a neutralizzare le migliori intenzioni. Prima si elimini in modo coraggioso la soffocante burocrazia poi si potrà fare un minimo di programmazione, I tempi sono più che maturi.

ID37155 - 23/10/2013 18:28:22 - (Borni) - Sempre chiaro, caro Giacomino

Se c'è una cosa che mi piace di TE, caro Giacomino, è la tua massima chiarezza ed esplicità. I tempi sono più che maturi, purtoppo il sistema burocratico è sempre più soffocante e insidioso.

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