07 Maggio 2018, 16.12
Salò
Arte

MuSa, la Salò dei Romani

di Jessica Freddi

Fino a novembre all’interno del Museo salodiano si potrà visitare una nuova mostra dedicata ad un periodo storico solitamente non menzionato quando si parla di Salò e dintorni 


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Con le giornate più lunghe, arriva anche il momento di riscoprire i siti interessanti che ci circondano, e organizzare qualche gita fuori porta. Il MuSa inaugura una nuova mostra, dedicata a un periodo che sorprende: al di là di Sirmione, l’epoca romana non era mai stata al centro dell’attenzione, almeno sulla nostra sponda del Garda, che interessa Salò e dintorni.
 
Scopriamo invece che anche vicino a noi ci sono molti reperti, relativi in particolare al periodo che va dal I secolo d.C. alla fine del IV.
 
La nuova mostra occuperà tutto il piano terra del museo salodiano fino a novembre.
 
Numerosi i reperti esposti in questa nuova sezione archeologica, tutti provenienti dalla necropoli del Lugone, un’area cimiteriale di epoca romana, che veniva usata a Salò tra il I secolo d.C. e la fine del IV: ispezionata per la prima volta all’inizio degli anni ’60, riportò alla luce circa 165 tombe, legate molto probabilmente a una villa, centro di attività agricole e commerciali nell’area circostante. 
 
La necropoli si sviluppava lungo la via principale che percorreva la sponda occidentale del lago, passando da Toscolano Maderno fino ad arrivare a Riva del Garda. Le tombe erano raggruppate in settori, dedicati a diversi gruppi familiari, secondo un'organizzazione gerarchica.
 
Come spesso accadeva nei riti funerari delle popolazioni antiche, accanto al defunto erano collocati vari oggetti di corredo e ornamento: ciò ha permesso la scoperta di moltissimi materiali, relativi alla cura del corpo, alla cosmesi, e anche di capire quali fossero le tombe più o meno prestigiose.
 
In esposizione anche sette iscrizioni di carattere funerario, provenienti da Salò e risalenti al I secolo d.C, che ci danno un panorama di ciò che era la società salodiana della prima età imperiale.
 
Un’importante sottosezione della mostra sarà dedicata anche alle ville romane del Lago di Garda, alcune già conosciute, altre meno, come la villa presente a Toscolano Maderno.
 
Il clima e il paesaggio del Garda spinsero l’aristocrazia romana ad edificare moltissimo nella zona, in particolare prestigiose ville, che divennero sia i loro luoghi di residenza che un evidente modo di manifestare il loro prestigio sociale e politico.
A Sirmione sono visibili ancora oggi i resti monumentali della più imponente villa residenziale romana del Nord Italia, le “Grotte di Catullo”, realizzate alla fine del I secolo; anche a Desenzano si può visitare una villa, affacciata direttamente sul lago, con ricche decorazioni, tra cui mosaici e sculture.
 
Forse meno conosciuta la villa dei Nonii Arrii a Toscolano Maderno, costruita tra il I e il V secolo d.C.: caratterizzata da un lungo porticato rivolto verso il lago, abbellito da mosaici e fontane, si ipotizza essere appartenuta a Marco Nonio Macrino, esponente di una delle più ricche famiglie bresciane, nonché fidato consigliere dell’imperatore Marco Aurelio.
 
Vari siti che non devono rimanere scollegati, ma che potrebbero far parte di un unico progetto: così il direttore di GardaMusei, Giordano Bruno Guerri, che ha annunciato la possibilità di istituire una sorta di percorso archeologico che coinvolga tutti questi luoghi, per aprire il Garda a “un settore turistico e culturale non ancora valorizzato in tutta la sua enorme potenzialità”.
 
 
 
 



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