La speciale orchestra di Esagramma

Dodici tra bambini, ragazzi e adulti con disagio psichico e cognitivo hanno avuto l’opportunità di partecipare gratuitamente agli incontri con metodologia Esagramma organizzati da novembre a oggi.
Si tratta della prima tappa di un percorso triennale che li aiuterà a conseguire miglioramenti nelle capacità di ascolto dell’altro, nel rispetto delle regole del gruppo. Nello sviluppo delle capacità di concentrazione e autocontrollo, nel miglioramento della coordinazione motoria, nella condivisione di uno spazio sonoro emotivo non verbale.

Il metodo Esagramma, unico in Europa, ha come obiettivo la costituzione di un’orchestra sinfonica.
Ideato da Pierangelo Sequeri e Licia Sbattella, prevede per tre anni una seduta settimanale con gruppi di lavoro costituiti da 7-8 allievi e da un’equipe di terapeuti e musicisti.

Il percorso musicale, attraverso la pratica di diversi strumenti, propone la progressiva conquista di forme musicali complesse: partendo da ninne nanne, marcette e corali, si approda alla sinfonia.

«Sono stati mesi intensi, ma ricchi di soddisfazione – racconta Alessandra Moreni, direttrice de “Le Risonanze” - , i ragazzi hanno imparato a suonare insieme e ad interagire tra loro attraverso i suoni. Il risultato? Molti ragazzi che all’inizio dell’attività si spostavano freneticamente da uno strumento all’altro, al saggio finale hanno suonato seduti, facendo interventi pertinenti al loro strumento, interpretando non semplici canzoncine, ma brani di musica colta, tratti da Il Carnevale degli animali di Saint-Saëns».

Da chi è composta la squadra degli operatori e come si svolge ogni lezione?

«Suoniamo in piccoli gruppi integrati, formati da sei musicisti speciali e da cinque-sei operatori: per garantire l’efficacia della terapia è importante che il rapporto sia il più possibile di un operatore per ragazzo.
Gli operatori sono musicisti professionisti e psicologi che hanno frequentato la scuola Esagramma di Milano: Annarita Agazzi, Bibiana Tarantino, Francesca Cattaneo, Giorgio Bacchetti e Anna Vittori.

Ogni incontro si suddivide in due fasi: quella musicale, nella stanza degli strumenti e quella socializzante, nella stanza delle merende. E capita che ragazzi che non si sono prima mai guardati inizino a sfiorarsi e a cercarsi… una magia».

La musica stessa dunque è uno strumento?

«Ricordo che un giorno, durante il cambio degli strumenti, la ragazzina di uno dei gruppi, anziché aspettare l’intervento di un operatore, vedendo un compagno con problemi motori in difficoltà, di sua iniziativa lo ha preso per mano e accompagnato allo strumento. Questo è lo spirito del nostro lavoro: creare e stimolare, facendo musica insieme, sintonia e condivisione».

Un’attività di musicoterapia ha dei costi significativi. Come siete riusciti ad offrirla gratuitamente?

«Il Comune di Salò ha dato la disponibilità dei locali di via Fantoni, e grazie al contributo delle realtà locali (Bcc di Bedizzole, La Fobap di Toscolano Maderno, l’Avis di Salò) e di benefattori della zona, è stato possibile acquistare il set base di strumenti. C’è stato poi chi si è offerto di pagare tutte le quote di partecipazione; un grazie speciale va al signor Roberto Marai, che ha reso la musicoterapia orchestrale un libero servizio, per famiglie già gravate da spese per continue cure e terapie».

«La musicoterapia orchestrale ci ha conquistato – spiega Barbara, madre di una bambina affetta dalla sindrome di Wolf-Hirschborn -, c’è sembrato un metodo che potesse far vivere a Laura una bella esperienza e stimolare potenzialità fino ad ora inespresse.
E’ inoltre una opportunità d’integrazione fantastica con altri ragazzi, e l’abbiamo già verificato dopo il primo saggio di qualche giorno fa.
Vedere che anche i nostri bambini possono fare cose belle è davvero emozionante e commovente».

Per informazioni 329 7341926 e associazioneconcerto@gmail.com

di Fabio Larovere - dal Corriere della Sera

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