30 Novembre 2018, 08.00
Salò
Lettere

L'Anpi contro la propaganda neofascista

di Anpi Medio Garda

La neonata sezione dell’Anpi Medio Garda prende posizione contro la continua presenza a Salò di un gruppo di chiara impronta neofascista


La neo sezione Anpi “Medio Garda”, nata dalla fusione delle sezioni di Salò e di Roè Volciano in chiave di rilancio della sua presenza ed attività sul territorio,

- constatando il ripetersi di banchetti nel comune di Salò di gruppi palesemente neofascisti e le loro provocazioni nei comuni limitrofi;

- ­ fortemente preoccupati da un clima generale remissivo, se non complice, rispetto il radicarsi di atteggiamenti razzisti, di intolleranza verso tutto ciò che viene bollato come “diverso” , dal riemergere del culto della violenza e della giustificazione della negazione di diritti che si credevano universali ed acquisiti;

- assistendo all’ambiguità di molti che alimentano il ruolo simbolico, anche se improprio, di Salò come capitale della RSI;

rivolge un appello a tutta la comunità locale per una reazione unitaria volta ad isolare e contrastare queste forme organizzate neofasciste e al contempo per tenere alta la bandiera dei valori e dei diritti con una scelta di campo decisa ed inequivocabile.

Dobbiamo rendere la nostra zona di Salò
non più richiamo simbolico di un fascismo che mantiene radici profonde nel nostro paese, ma di una comunità in grado di mettere in campo iniziative volte a promuovere culture e politiche che siano l’opposto del fascismo, quindi democratiche e anti-fasciste.

Rivolgiamo quindi un appello affinché il prossimo 25 Aprile,
a fianco delle celebrazioni ufficiali, possa esserci un momento di grande festa sovracomunale per rimarcare questa volontà di ribaltamento di prospettiva e di farlo programmando un percorso di iniziative, di stimolo e di riflessione, in preparazione a quell’evento...  con chiunque voglia affiancarci in questo percorso. In risposta alla presenza di giovani neofascisti sul territorio comunale di Salò (e non solo) alleghiamo una lettera aperta della staffetta partigiana, classe 1929, Gloria che diffondiamo ed invitiamo a diffondere con questo comunicato.

Cordiali saluti

per Sezione Anpi – Medio Lago di Garda
Antonio Bontempi – Salò


Commenti:
ID78666 - 30/11/2018 08:30:29 - (DiegoA) - Ecco

in pratica una associazione neo-comunista. Gia' che volete fare 30, fate anche 31: PRIMA di tenere alta la bandiera dei valori e dei diritti iniziate a lavorare affiche' ognuno faccia il prorio DOVERE al fine di guadagnarsi i DIRITTI.

ID78667 - 30/11/2018 08:42:31 - (Ila77) -

Terrapiattisti, antivaccinisti, fascisti...tutte categorie che fioriscono grazie alla diffusa ignoranza di molti, facili prede di chi con il web tenta di ribaltare le verità storiche. Il web, come la tessera elettorale non dovrebbe essere dato a tutti, è come se si desse la patente dell'auto per diritto ad una certa età.

ID78668 - 30/11/2018 10:22:02 - (Carletto) - PAROLE SANTE

Il nostro paese è proprio l'esempio di come la democrazia che funzionava lo scorso millennio non abbia saputo resistere alla globalizzazione ed alle distorsioni del web. Speriamo che da qui parta una presa di coscienza che pian piano sta facendo breccia in qualcuno.

ID78670 - 30/11/2018 13:09:08 - (Denis66) - ......

Da buoni comunistelli importante ANTI,poi non fa niente il restoClap clap clap clap

ID78671 - 30/11/2018 13:25:51 - (Antonio-Bontempi) - Antonio

L'Anpi è un associazione trasversale che nasce dalla lotta anti-fascista, cioè contro il fascismo. Al tempo tra i pochi antifascisti c'erano anche i comunisti e i socialisti che immagino per lei non facciano differenza. Ve ne erano anche di altra estrazione culturale e politica ovviamente. Tutti perseguitati.Doveri: è ovvio .. ai diritti seguono i doveri. E un dovere è proprio rispettare i diritti altrui. Poi viene la buona educazione, il rispetto, la capacità di risolvere le dispute in modo civile e pacifico, ecc. Investire nell'odio, nel razzismo, nel disprezzo, nella derisione non aiuta ne i DIRITTI ne i DOVERI. Faccia lei se vuole nascondersi dietro un dito del "prima i doveri e poi i diritti"

ID78672 - 30/11/2018 13:27:37 - (Antonio-Bontempi) - Il messaggio precedente era in risposta a DiegoA

Il messaggio precedente era in risposta a DiegoA ... se no ... non si capisce.

ID78673 - 30/11/2018 14:00:12 - (bernardofreddi) -

Antifascismo sempre (basta leggere il Diario di Ciano - non di Arrigo Boldrini! - per capire quanto il fascismo fosse, prima che criminale, stupido: del resto, come ha perso la guerra?). Ma non confondiamo la lotta contro i rigurgiti neri con altre cose, per piacere: essere per il controllo dell'immigrazione o per l'espulsione dei delinquenti comprovati non significa simpatizzare per la RSI!

ID78676 - 30/11/2018 15:28:33 - (DiegoA) - Sig. Antonio

Credo ci sia stato un misunderstanding: ai DOVERI seguono i DIRITTI. Non il contrario, proprio dove doveva cadere l'asino c'è cascato. Al tempo e' stato quello che e' stato, la storia non si cambia purtroppo. Qui si parla di oggi e di domani. Spezzo una lancia in favore del sig. Bernarda a tal proposito. Saluti

ID78680 - 30/11/2018 16:23:34 - (tonga7) - 1922-1942

20 anni di azioni partigiane hanno fiaccato il regime fascista fino a portarlo alla sconfitta finale.

ID78681 - 30/11/2018 16:29:33 - (Greg) - Sig.Tonga

... ma quali 20 anni!! i primi partigiani in Italia si sono visti solo nel 42

ID78685 - 30/11/2018 18:57:42 - (And75) -

Ida, 20 anni, Primo, 22 anni, Augusto, 27 anni, Giuseppe 30 anni, Emo, 31 anni, Marino 33 anni, Dino, 41 anni. Sono tutti morti l’11 maggio 1945. E tutti facevano di cognome Govoni. Li hanno assassinati a guerra finita dopo averli torturati per una intera notte, i partigiani comunisti delle brigate Garibaldi ad Argelato, in comune di Pieve di Cento nel Bolognese. Ma se chiedete oggi agli studenti chi erano questi fratelli Govoni, forse uno su mille saprà darvi la risposta, mentre la percentuale è altissima se chiedete chi erano i fratelli Cervi. E quale studente, o giornalista, o storico, sa chi era Jolanda Crivelli, la giovane ventenne rapita, percossa a sangue, violentata, assassinata e lasciata appesa per un piede a un albero per due giorni a Cesena solo perché moglie di un combattente della Repubblica Sociale? A guerra finita? Pochi, o forse nessuno.

ID78686 - 30/11/2018 18:58:31 - (And75) -

Questa è la prova che ancora oggi, sin da dopo la guerra, le vicende della guerra civile italiana sono state rappresentate e raccontate in maniera falsa, omettendo tutto ciò che di male avevano commesso i partigiani ed esaltando tutto ciò che avevano fatto i combattenti della Repubblica Sociale italiana. A scuola non si insegna che pochi eroi con scarsi mezzi si levavano ogni giorno in volo contro nemici anche cento o duecento volte superiori di numero, per difendere la popolazione civile italiana dai bombardamenti terroristi dei cosiddetti “alleati”, alleati che rifornivano anche i partigiani di tutte le risorse affinché potessero compiere i loro attentati, come quello di via Rasella. A scuola non si insegna che una donna incinta è stata assassinata per strada dai partigiani perché colpevole di essere fidanzata con un marò della Decima Mas. A scuola non si insegna delle centinaia di ausiliarie della Rsi torturate, stuprate

ID78687 - 30/11/2018 19:00:01 - (And75) -

stuprate e assassinate dai partigiani rossi. Ma si insegna che i partigiani erano tutti eroi e i combattenti della Rsi mostri. Non è così. Sono pochissimi anni, dopo una cortina di silenzio e di omertà voluta dai comunisti e attuata dai democristiani, che la verità storica lentamente sta emergendo, e forse ci vorranno altri decenni per capire che in una guerra non ci sono buoni e cattivi. La interpretazione manichea della tragedia italiana sta per essere sconfessata, e solo quando si conosceranno tutte le verità sarà possibile dare un giudizio storico e morale su quelle vicende. Si sappia, i giovani sappiano, che per oltre settant’anni i vincitori hanno raccontato menzogne.

ID78689 - 30/11/2018 19:24:24 - (Valle) - Certo certo

Adesso arriviamo al fatto che le vittime erano i fascisti. Poveri fascisti trascinati dai partigiani in una guerra che non volevano.

ID78690 - 30/11/2018 19:39:41 - (ubaldo) - Ogni guerra

...porta le sue tragedie, i suoi orrori e i suoi errori. Che non stanno mai da una sola parte. Però c'è una differenza abissale fra chi l'ha voluta e chi l'ha subita, organizzandosi sugli ideali di libertà e giustizia. Antifascista sempre.

ID78692 - 30/11/2018 22:00:49 - (Jongrapewine) -

Un applauso ad Ubaldo, il tuo commento mi trova per la prima volta d'accordo con te !

ID78693 - 01/12/2018 06:13:35 - (bernardofreddi) -

Andy 75, che alcuni partigiani abbiano commesso atti di barbarie non lo nega nessuno: non è una scusa valida per assolvere le porcherie (SISTEMATICHE, non episodiche) attuate dall'occupante tedesco e dai suoi servi, consapevoli o meno di essere tali. E' comodo dimenticare il contesto in cui la "guerra civile" si è collocata, vero? Dimenticare che la RSI copriva la sistematica spoliazione dell'Italia, i rastrellamenti dei giovani da spedire in Germania e degli Ebrei da gasare? Dimenticare che eravate alleati di Hitler e avete collaborato con tutte le sue nefandezze? Dimenticare che Mussolini in persona aveva chiesto ai tedeschi l'onore di partecipare ai bombardamenti su Londra, e i manifesti del regime esaltavano la capitale britannica in fiamme? Dimenticare, come ricorda bene Ubaldo, che la guerra l'avete voluta VOI: e i tedeschi hanno cominciato a massacrare gli italiani (a Cefalonia, a Meina, a Boves e in tanti altri posti) PRIMA che nascesse la Resistenza.

ID78694 - 01/12/2018 06:22:06 - (bernardofreddi) -

La differenza fra i Cervi e i Govoni è abissale: i primi lottavano per un mondo migliore, i secondi per il dominio nazista. Rispetto per i morti, di qualunque parte, ma il motivo per cui si muore non è lo stesso.PS e cercate di non dare via del vostro:il regime fascista era costruito sulla menzogna: dalla leggenda degli squadristi che avevano salvato l'Italia dal comunismo, al bluff della potenza militare italiana, all'occultamento sistematico dei problemi del paese, alle ricchezze dell'Abissinia a i negretti da salvare (mentre c'era l'apartheid) e qui mi fermo se no non la finisco più.

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