28 Gennaio 2020, 06.53
Eco del Perlasca

Sars o non Sars?

di Davide Lancellotti

Tra missili e incendi in mezza Australia, spunta un nuovo nemico, ancora più temibile degli altri: un’epidemia


Che cos’è questo virus?
All’inizio potrebbe sembrare una leggera polmonite o un raffreddore, cose da poco per le quali basta qualche aspirina. Ma non è questo il caso.

Qui si sta parlando non di una cosa semplice, ma, come già avvenuto nel novembre del 2002 in Cina (per la precisione a Canton), dove comparì la resiliente Sars, acronimo di severe acute respiratory syndrome (sindrome acute respiratoria severa), che, con sintomi molto simili a quelli di oggi, portava lentamente al collasso del sistema respiratorio, con un tasso di mortalità stimato del 15%.
L’epidemia però fu fermata già nel 2003 e da allora i casi sono stati estremamente isolati, motivo per cui la malattia oggi rientra tra le più rare.

Eppure, oggi un virus che non è la Sars (proprio per alcune caratteristiche diverse), colpisce di nuovo la stessa popolazione.
Alcuni ricercatori pensano che il virus sia rimasto dormiente e che nel tempo si sia mutato, sviluppando la versione che si conosce oggi, altri credono che sia un virus totalmente nuovo ma con sintomi e decorso simili.
In entrambi i casi però i dati sono allarmanti: la gente muore e non si sa bene il motivo.

Sintomi e cure
Premettendo che non esiste un test vero e proprio per scoprire di cosa si tratta, ma solo un metodo ad esclusione molto selettivo, mentre invece esiste una cura a base di antivirali che promette bene.

Ad ogni modo, i sintomi comprendono in fasi iniziali quella che potrebbe essere una normale polmonite o influenza, quindi febbre (sintomo comune per tutti), nausea, mal di testa e stanchezza.
Poi però, con il tempo, il virus inizia ad attaccare il sistema respiratorio, portando prima al collasso del singolo sistema e poi, a catena, di tutti gli altri, con conseguente morte.

Tendo però a precisare che prima che raggiunga la morte passa molto tempo, nel quale il malato può andare in un ospedale per essere curato e assistito mentre il suo corpo combatte la malattia, a volte rendendo necessario il supporto di una macchina per la ventilazione e conseguente intubazione ma, come già citato, passa molto tempo prima di raggiungere queste fasi critiche.

Dove si trova?
Come già detto, il focolaio principale si trova in Cina, a Wuhan, e si pensa che sia dovuto ad un coronavirus (stesso tipo di virus di Sars e Mers) derivato dal mercato del pesce, attività fiorente in quella zona.

Il contagio avviene tramite contatto diretto con animali infetti e più raramente con umani, perciò si consiglia di cucinare bene carne e pesce e di limitare al minimo i contatti con persone, anche non infette. Problema è che quella città è un importante snodo commerciale e, come tale, ha un grande traffico di merci e persone.

Era solo questione di tempo prima che il virus uscisse dalla zona, infatti oggi ha infettato altre zone della Cina e sembra essere arrivato addirittura negli Stati Uniti (secondo fonti del CDC), Thailandia, Corea del Sud e Giappone, perciò questa non è più una malattia isolata ad una zona ma una epidemia.
Nel mentre l’OMS con comitato d’emergenza per decidere cosa fare, e i dottori lottano per salvare più vite possibili.

Con ormai qualche migliaio di infetti stimati
, e decine di morti confermate, questa è a tutti gli effetti una epidemia e come tale va presa.
Controlli serrati su merci e persone in uscita dalle zone dove è riconosciuto un focolaio attivo, creazione di zone di quarantena e isolamento di persone infette in modo da limitare il contagio esterno.
Ci vorrà un grande sforzo da parte di tutto il personale sanitario del mondo, ma, come già avvenuto in passato, il virus verrà sconfitto.

Davide Lancellotti




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