De Lai, Fiessi, Garosio, Solaro, Togni, Verni: i più importanti artisti bresciani del '900 protagonisti della mostra “L’arte e il paesaggio” presso il Santuario della Madonna della Rocca
Sarà inaugurata sabato 4 aprile, vigilia di Pasqua, alle 17, presso il Santuario della Madonna della Rocca di Sabbio Chiese la mostra “L’arte e il paesaggio”.
A Sabbio Chiese Pasqua e Arte (quella con la A maiuscola) è una tradizione che si ripete da anni. Quest'anno protagonisti i più importanti artisti bresciani del '900. Saranno esposte le opere di De Lai, Fiessi, Garosio, Solaro, Togni, Verni.
La mostra resterà aperta fino a domenica 3 maggio ed è a ingresso libero.
Conosciamoli meglio:
Gino De Lai ( 1891 - 1960 )
Paesaggista autodidatta di fortunata tecnica pittorica divide la sua produzione in popere più e meno commerciali, le prime su cartone tendono ora a sfaldarsi per inadeguatezza di supporto, le seconde contrassegnate da lettere romane a lato della firma testimonieranno ai posteri meravigliose visioni della natura del lago di Garda. Fu un creativo di grande versatilità, e inventore di brevetti. Le sue spoglie sono nel cimitero di Tignale.
Angelo Fiessi ( 1891 - 1977 )
Castenedolo 15 maggio 1891 - Brescia 16 settembre 1977
Appartiene al gruppo della "scapigliatura bresciana", lavora generalmente in città e nella provincia di Brescia; conosce Arturo Castelli, si forma presso la bottega dell’affreschista Chimeri, e frequenta la scuola del Moretto. Fiessi non è stato buon mercante della sua opera, pittore sprattutto di paesaggi, vive con semplicità e serenità la vocazione di pittore.
Edoardo Togni ( 1884 - 1962 )
Formatosi presso l’accademia di Bergamo, allievo di Gaetano Previati, si rivela notevole autore di figura con l’autoritratto giovanile, ritrae inoltre con sensibile maestria suggestive immagini delle nostre valli montane. Impegnato soprattutto per la qualità del suo operato scrive: ”Cammino e mi giunge il rimpianto per la brevità della vita e questo mi induce ad operare alacremente cose buone che lascino il segno onorato del mio passaggio in essa”.
Omero Solaro (1909 - 1977)
Nato a Legnano nel marzo del 1909, Solaro studiò all’Accademia di Brera sotto la guida dei maestri Alcinati, Cantinotti, Ornati e Brambilla. Dopo aver soggiornato in varie località lombarde e piemontesi, nell’immediato dopoguerra si trasferì in Valsabbia: prima a Vestone e in seguito, dal 1950, a Lavenone. In Valle strinse amicizia con i poeti bresciani Angelo Albricci e Bernardino Roberti e vi trascorse oltre vent’anni. Nel 1967 lasciò Lavenone per Verona dove si spense nel maggio del 1977. Fedele al canone di una pittura dolce e romantica nella quale s’inseriscono scene di vita rurale, Solaro allestì mostre personali a Brescia, Bolzano, Novara, Arona e Verona.
Ottorino Garosio (Vestone 1904-1980)
Nell'ambito del Realismo contadino è considerato il cantore della Valsabbia.
Pittore rustico, di scorza genuina, tenera e selvatica, capace anche di note bizzarre e grottesche, ma che si ritrasse di fronte al mondo borghese e stracittadino.
Ottorino Garosio è campato (il termine era suo) 76 anni, dal gennaio 1904 al novembre 1980.
Presto orfano del padre, decoratore scomparso quarantenne nel 1913, Garosio apprende a Riva, presso Antonio Simeoni, i rudimenti dell’arte come servizio.
Ritornato a Vestone, dal 1925 la pittura da mestiere si trasforma per Lui in espressione. La Valsabbia è stata il grande motivo dei suoi colori. Espone per la prima volta a Brescia nel 1934.
Il "Cantinone di Tita" di Vestone era la spiaggia frequentata da Garosio e dagli altri artisti. Il dopoguerra non l’ha visto mutato sia nei modi che nel dipingere. Il Suo figurativo, che aveva saltato ogni accademia, sorgeva robusto, istintivo, tramite una mano lesta, abile, pratica di esercizio e soprattutto disponibile alla libertà del , fare arte, mai così ampia come nel ventesimo secolo. Si è salvato insomma dalla scuola mirando costantemente alla gioia della tela colorata e del foglio su cui dipingere.
La leggenda di Ottorino si alimenta nella vita quotidiana. I vecchi in tabarro e cappello sugli occhi, il camino acceso, i contadini a vangare, le donne al lavatoio, le nature morte, la neve, l’autunno acceso e inebriato, i paesaggi, gli autoritratti fieri e riflessi….. il fiume Garosio non s’è mai chetato sino alla fine.
Arturo Verni (1891 - 1960)
Nato a Brescia, viaggiò molto nel corso della sua vita in Spagna. Francia, Svizzera. Pittore di paesaggi bresciani e bergamaschi, particolarmente apprezzati quelli del Lago di Garda.
Biografie tratte da www.onde.net
Orari di apertura: sabato, domenica e festivi ore 10.00-12.00 e 14.00-18.00
Info: www.laroccadisabbio.it
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