08 Gennaio 2015, 08.19
Sabbio Chiese
Tradizioni

A spasso con la Stella

di Marisa Viviani

Il 5 gennaio, vigilia dell'Epifania, in varie località della Vallesabbia si ripropone la tradizione dei Canti della Stella; per conoscerla da vicino quest'anno siamo andati a Sabbio Chiese, dove tale usanza è presente da tempo immemore


In questo paese il canto tradizionale è Noi siamo i tre Re venuti dall'Oriente; il canto è composto da sei strofe, proposte una alla volta nelle varie soste che gli Stellari  effettuano nei vari borghi e quartieri attraversati. I  Canti della Stella  di Sabbio prevedono un accompagnamento con strumenti musicali; un motivo finale di chiusura del canto è riservato infatti ai soli strumenti, tradizionalmente violino e chitarra, in numero variabile secondo le possibilità di partecipazione dei suonatori, così come dei cantori del resto.
Nella manifestazione di quest'anno, accanto ai cantori appartenenti al Coro della Rocca di Sabbio Chiese, il gruppo dei suonatori era costituito da tre chitarre suonate da Massimo, Luca e Valentino di Sabbio, tre violini e un basso suonati da Nerio, Enzo, Cristian e Valentino Luciano giunti da Bagolino per dar man forte al gruppo dopo la scomparsa di Pietro Tisi, storica voce di violino degli  Stellari  di Sabbio; un apporto, quello di Bagolino, che continua da sedici anni e oggi si arricchisce anche di un nuovo cantore, Daniele, bagosso purosangue che abita però a Barghe e può così essere partecipe delle tradizioni locali.
Il viaggio degli  Stellari  attraverso le vie del paese inizia solitamente alle ore 16 e si conclude a tarda sera; le tappe sul percorso sono previste e concordate, alcune abituali, come quella presso la Casa di Riposo, altre variabili secondo le opportunità del momento, come la sosta alla casa della signora Elena Mabellini, che fu la levatrice di Sabbio Chiese e che ha compiuto 100 anni, portati magnificamente. Lungo il percorso la gente del luogo si accoda al gruppo, molti i bambini, alcuni dei quali già provvisti di mantello nero e cappello, l'abbigliamento maschile di un tempo che oggi gli  Stellari  indossano come una divisa distintiva del loro ruolo.
Per tutto il cammino la comitiva è preceduta da un carrettino sul quale è allestito il presepe sovrastato da una grande stella; il carretto inizialmente è trainato a mano dagli Stellari, mentre in seguito, sul percorso di Sabbio Sopra interviene Briciola, un'asina dolcissima e un po' su d'età che pazientemente si presta al lavoro di fatica; inutile sottolineare quanto Briciola attiri l'attenzione e le carezze dei bambini, e anche degli adulti più sensibili verso l'amore per gli animali.
Dietro il presepe con la stella vengono i Re Magi, che la liturgia prevede giungano nel giorno dell'Epifania, ovvero della manifestazione della divinità. Guidati appunto dalla stella cometa fino alla grotta dove è nato il Bambino, i Magi portano la loro devozione e i doni che conosciamo, oro, incenso e mirra: Noi siamo i tre Re venuti dall'Oriente per adorar Gesù ... Ei fu che ci chiamò, mandando una stella che ci conduce qui ... L'amabile Signor si merita i doni insieme ai nostri cuor, così recita infatti il  Canto della Stella  di Sabbio Chiese.
A seguire viene il coro degli  Stellari  con il gruppo dei suonatori, e la gente che si accoda seguendo il corteo. Come si è detto, quest'anno erano presenti tanti bambini, che hanno partecipato con i loro canti natalizi preparati dalla maestra Michela Pezzottini; i bimbi hanno eseguito canti tradizionali del Natale anche di altri Paesi in lingua originaria, in un mix di motivi che bene aprono ad una conoscenza di culture diverse, come oggi la nostra società richiede.
E' tradizione che durante le soste degli  Stellari si effettui una questua di doni destinati alla beneficenza. Un incaricato,  èl sercòt , passa con una gerla dalle famiglie per ritirare le offerte, che oggi sono costituite da dolci e bevande, ma anche da denaro; il signor Gianfranco, che da 15 anni è l'incaricato della questua, racconta che un tempo, bisogna tornare indietro almeno di una cinquantina d'anni, sul carrettino era montata anche una damigiana, che veniva riempita con le offerte di vino fatte dalle famiglie e dalle osterie del paese: - La gente usciva di casa con una bottiglia o una caraffa, gli ostér portavano un mezzo litro o un litro di vino e lo versavano nella damigliana; oggi non si può più fare, si possono raccogliere soltanto le bottiglie sigillate e i cibi confezionati. -
E' anche abitudine che là dove gli Stellari  si fermano a cantare, gli abitanti del borgo preparino un ristoro fatto di bevande calde e cibi, thè, vin brulé, biscotti, ben graditi per compensare le energie spese soprattutto a combattere il freddo e l'umidità della sera; ad esempio nelle tre tappe previste in Sabbio Sopra vengono offerti panini, panettone e brodo in quest'ordine, per consuetudine. L'itinerario percorso dagli Stellari è lungo, comprende il nucleo di Sabbio, Sabbio Sopra e Pavone, mentre la frazione di Clibbio, più distante, viene seguita dagli  Stellari di Carpeneda. Racconta il cantore Osvaldo che fino a qualche decennio fa, la  Stella di Sabbio  arrivava fino a Barghe, Preseglie e Odolo: - Si andava a piedi, anche con il brutto tempo, ora si sono formati cori anche in quei paesi e la  Stella  la portano in giro loro. -
Intanto, di tappa in tappa, gli Stellari  cantano la strofa di turno accompagnati dalla musica delicata degli strumenti; il canto è dolce, armonioso, anche il finale che chiude l'intero canto, interpretato soltanto dai suonatori, è delicato e soffuso, induce serenità e pace; nonostante l'impegno di varie ore di canti e suonate, saranno sei le ore fino alla conclusione del percorso, l'atmosfera è raccolta, tranquilla, trasmette un senso di quiete che ormai raramente si prova nel nostro tempo convulso e congestionato da impegni anche fasulli.
Il coro degli  Stellari a Sabbio è costituito dai coristi del Coro della Rocca, una formazione sorta quaranta anni fa, oggi costituita da circa 25 elementi e iscritta all'USCI ( Unione Società Corali Italiane ); il signor Osvaldo ci spiega che dei coristi originari che fondarono il  Coro della Rocca , oggi ne restano soltanto cinque, Imerio, Mario, Franco M., Franco Z. e lui stesso, Osvaldo; attualmente il presidente del coro è Alfredo Bianchi, mentre il posto di direttore è al momento vacante. Auguriamo così ai tenaci, volenterosi coristi di trovare nella gerla del sercòt il nome di un altro bravo maestro che possa portare avanti il lavoro dei suoi predecessori e l'impegno dei Coristi della Rocca , che all'Epifania diventano anche Cantori della Stella di Sabbio.
Bella esperienza dunque, all'insegna della conoscenza delle tradizioni che il nostro territorio offre, e che vanno sostenute e conservate, magari anche con qualche calibrata novità, come l'introduzione della figura di Babbo Natale, assai nota ai bambini d'oggi. L'etnomusicologo Paolo Vinati a questo proposito afferma: "Nella concezione di tradizione è intrinseco lo sviluppo dinamico alla quale essa è legata. Quando la tradizione si cristallizza, significa che è già museificata." Spazio dunque alle innovazioni, che non snaturino però l'autenticità di forme di cultura e partecipazione giunte fino a noi da un lontano passato.
Nel loro cammino attraverso i borghi e attraverso il tempo, gli Stellari ci conducono anche alla scoperta di angoli poco conosciuti dei paesi, come la frazione Pavone per Sabbio, che appare su antichissime carte come villaggio di transito e sosta insieme a Tormini, Barghe, Ca' de Odol, unici nuclei abitati della media Val Sabbia. Dell'antica presenza e importanza sulla via di comunicazione della valle, resta a Pavone una piccola chiesa in stile romanico, dedicata a San Giovanni, un gioiellino nascosto che con la sua graziosissima piazzetta rappresenta il cuore vivo del borgo. - Per creare la piazza abbiamo scavato e portato alla luce molte sepolture antiche. - ci confida il signor Elio, esprimendo l'orgoglio di appartenere ad una comunità minuscola ma di lontanissime origini. Un invito dunque a visitare e conoscere anche questi luoghi che nascondono i loro tesori dietro l'angolo di casa nostra; con l'aiuto degli Stellari nel periodo natalizio, e per iniziativa propria durante tutto l'anno.

Nelle foto di Luciano Saia: I Canti della Stella davanti alla Casa di Riposo di Sabbio - Gli Stellari nella piazzetta San Giovanni a Pavone - Il carrettino del presepe trainato dall'asinella -  La sosta degli Stellari a Sabbio Sopra  

 

(1) Il testo completo del Canto della Stella: 1) Noi siamo i tre Re , noi siamo i tre Re/ Venuti dall'Oriente per adorar Gesù/ Quel Re superiore di tutti il migliore/ Di quanti al mondo ne furono giammai/ Ne furono giammai. 2) Ei fu che ci chiamò, Ei fu che ci chiamò/ Mandando una stella che ci conduce qui/ Dov'è quel Bambinello, vezzoso e bello/ In braccio a Maria che madre è di Lui/ Che madre è di Lui. 3) L'amabile Signor, l'amabile Signor/ Si merita i doni assieme ai nostri cuor/ Perciò abbiam portato incenso dorato/ E mirra ed oro in dono al Re divin/ In dono al Re divin. 4) Quell'oro che portiam, quell'oro che portiam/ Ci insegni del Bimbo la sua povertà/ L'incenso è odore che toglie il fetore/ Di stalla inondata in cui troviam Gesù/ In cui troviam Gesù. 5) E questa mirra poi, e questa mirra poi/ C'insegna del Bambino la vera umanità/ Ci mostra di passione l'amaro boccone/ L'amara bevanda che per noi soffrirà/ Che per noi soffrirà. 6) Or noi ce ne andiam, or noi ce ne andiam/ Ai nostri paesi da cui venuti siam/ Però ci resta il cuore in mano al Signore/ In mano a Maria e al Bambinel Gesù/ E al Bambinel Gesù.



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