Ha debuttato martedì al Teatro Santa Chiara la nuova produzione CTB, un progetto di MitiPretese scritto da Lucia Calamaro. Uno spettacolo profondo e divertente, delicato e drammatico allo stesso tempo
“Sindrome italiana” è il nome dato da due psichiatri al fenomeno che colpisce molte donne dell'est quando fanno rientro a casa dopo anni passati in Italia. Un fenomeno di dimensioni enormi, ma poco conosciuto e sottovalutato. Tutti noi conosciamo persone che sono ricorse all'aiuto di colf e badanti per accudire la casa o persone anziane.
Siamo talmente abituati a chiamarle “badanti”, come se fosse un ruolo ed un insieme unico di queste persone, che togliamo la parte umana, che non ci chiediamo da dove vengano e cosa abbiano dovuto lasciare alle spalle. Complice un portamento fiero e dignitoso, che non fa trapelare sofferenza o fatica, siamo portati a considerare queste persone un ausilio di altre persone a cui non non possiamo o non riusciamo a badare.
Dietro a questi occhi spenti c'è una vita che improvvisamente, ad un punto preciso, si interrompe, si trasforma. Può capitare che una madre, di notte, lasci figli e famiglia e si metta in viaggio per venire in Italia e riuscire, da qui, ad assicurare un futuro ai propri famigliari.
Forse perché la nostra coscienza viene scossa e suggestionata solo da immagini forti, immagini di tragedie e disastri umanitari, che i volti di queste persone ci scorrono via indifferenti e pensiamo che possano essere felici dato che, grazie a noi, hanno un lavoro.
Manca sempre l'immedesimazione. E se fosse il contrario? Se fossimo noi a dover partire all'improvviso?
Parte proprio da questa prospettiva lo spettacolo “Sindrome Italiana”, dove le attrici ribaltano il punto di osservazione.
Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Mariàngeles Torres e Monica Bianchi tengono il ritmo e riescono ad affrontare il tema senza scadere mai nella retorica, alternando momenti profondi e toccanti ad altri divertenti e visionari.
“...Gli stati d'animo sono contagiosi...” recita il testo dello spettacolo, a voler mettere l'accento sulla difficile condizione sia dell'assistito che di chi assiste. Uno spettacolo necessario e ben costruito che ci aiuta a considerare come persone e non solo come “ausili” chi, per necessità, fa questo lavoro.
“Volevamo parlare di una cosa che esiste, che tutti conoscono, ma di cui nessuno parla: per empatia, solidarietà, per senso di colpa e anche un po’ per immedesimazione, volevamo parlare della condizione esistenziale delle badanti in Italia”. Così Lucia Calamaro e MitiPretese introducono Sindrome italiana, la nuova produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e TeatroDue di Parma che sarà in scena sul palco del Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara di Brescia (Contrada Santa Chiara 50/a) dal 13 novembre al 2 dicembre.
I sintomi di questa sindrome - cattivo umore, tristezza persistente, insonnia, stanchezza e fantasie suicide - si manifestano al loro ritorno a casa quando, dopo molti anni di assenza, devono affrontare il reinserimento in famiglia.
Il distacco è stato lungo, i figli sono cresciuti e si sono emotivamente allontanati, il senso di maternità si affievolisce. Una profonda solitudine prende il sopravvento: è il principio di una radicale scissione identitaria. Queste donne non sanno più a quale famiglia, a quale parte dell’Europa appartengono.
A partire dal testo scritto da Lucia Calamaro, in “Sindrome italiana” Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Mariàngeles Torres insieme a Monica Bianchi si confrontano con una tematica ora come mai urgente e complessa.
Ci raccontano di queste donne, del loro essere madri e, implicitamente, di tutti i bambini che vengono lasciati soli nei paesi di origine, lontani dai genitori emigrati all’estero in cerca di un futuro e prospettive migliori. Attraverso una riflessione condotta con ironia – cifra stilistica delle attrici in scena – “Sindome italiana” svela con delicatezza la complessa dinamica della gestione familiare di oggi che, tra ritmi di lavoro frenetici, solitudine e mancanza di tempo, diviene quotidianità problematica e fonte di sofferenza.
Prendendo spunto dalla riflessione sulla condizione delle donne italiane di oggi – sempre più diverse e lontane dai riferimenti familiari di poche generazioni fa – le quattro attrici hanno immaginato di partire loro stesse per un altrove considerato migliore, abbandonando le proprie case e famiglie per dedicarsi a case e famiglie di altre persone.
Immedesimandosi in queste donne, volendo vivere la loro storia, si cimentano nell’esperienza della lontananza dalle proprie origini, della necessaria e difficile integrazione con l’intimità di altre persone – l’esperienza dei sentimenti e delle emozioni, vive e pulsanti, verso chi è vicino e chi è irrimediabilmente lontano.
La nuova produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e TeatroDue di Parma sarà in scena sul palco del Teatro Mina Mezzadri Santa Chiara di Brescia (Contrada Santa Chiara 50/a) dal 13 novembre al 2 dicembre.
Biglietti
Intero Posto unico 16 €
Ridotto gruppi* Posto unico 13 €
Ridotto speciale** Posto unico 13 €
Ridotto cambio turno*** Posto unico 8 €
Riduzioni
* riservato a cral aziendali, biblioteche, gruppi appartenenti ad associazioni ed enti legalmente riconosciuti e convenzionati con il CTB;
** riservato a giovani fino a 25 anni, ultrasessantacinquenni e possessori di carta argento;
*** riservato agli abbonati della stagione 2018.2019 che devono effettuare un cambio turno.
Acquisto presso:
TEATRO MINA MEZZADRI SANTA CHIARA
Contrada Santa Chiara, 50/A - Brescia
Tel. +39 030 3772134
biglietteria@centroteatralebresciano.it
da 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo
TEATRO SOCIALE
Via Felice Cavallotti, 20 - Brescia
Tel. +39 030 2808600
biglietteria@centroteatralebresciano.it
Orari botteghino
- nei giorni di apertura della biglietteria:
feriali dalle 16.00 alle 19.00
domenica dalle 15.00 alle 18.00