29 Luglio 2014, 15.36
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Industria, avanti piano e prospettive incerte

di Redazione

Nel secondo trimestre dell’anno, la produzione industriale delle imprese manifatturiere bresciane ha evidenziato un nuovo, sebbene contenuto, incremento, che segue quelli sperimentati fra la fine del 2013 e i primi mesi del 2014.


  Contrariamente a quanto registrato a livello nazionale, in cui il settore industriale stenta a fornire segnali chiari e univoci circa il recupero dell’attività produttiva, il made in Brescia, grazie anche alla consolidata vocazione internazionale, avrebbe maggiormente beneficiato del moderato riavviarsi della crescita dell’attività economica globale.

Nel dettaglio, la produzione industriale in provincia di Brescia ha registrato un incremento congiunturale dell’1,2%; il tasso tendenziale (ossia la variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso) risulta positivo (+3,2%) per la seconda rilevazione consecutiva. Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe qualora l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2014, è pari a +3,6%. Nonostante il miglioramento che caratterizza l’attuale fase congiunturale, la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) rimane molto elevata e si attesta intorno al 27%.

Le previsioni per i prossimi mesi sarebbero orientate per un’ulteriore decelerazione dell’attività industriale. Questo scenario sconta da una parte fattori stagionali, legati alla chiusura nel mese di agosto della maggior parte degli stabilimenti produttivi provinciali, dall’altra, le incognite degli operatori circa la reale consistenza del recupero in atto: la frenata della locomotiva tedesca avrà verosimilmente ricadute sull’economia bresciana, da sempre particolarmente esposta verso tale mercato. Un altro fattore di preoccupazione è rappresentato dall’eventuale inasprimento delle tensioni geopolitiche presenti in alcune aree cruciali del pianeta, con le inevitabili ripercussioni sull’attività e sugli scambi mondiali. Sul fronte interno, il riavvio della crescita dipenderà significativamente dal successo delle misure straordinarie recentemente adottate dalla BCE, volte alla riattivazione del circuito creditizio e alla conseguente ripresa degli investimenti, dopo anni di persistente flessione.

La disaggregazione della variazione della produzione per classi dimensionali mostra incrementi per le imprese piccole (+2,0%), medio-piccole (+0,6%), medio-grandi (+1,9%), grandi (+0,5%) e maggiori (+1,7%). Le uniche a presentare una flessione congiunturale sono le micro (-0,2%).

La segmentazione per settore della dinamica congiunturale si caratterizza, anche in questo trimestre, per un’elevata eterogeneità fra i comparti manifatturieri. L’attività produttiva è aumentata significativamente nei settori: materiali da costruzione ed estrattive (+5,0%), agroalimentare e caseario (+3,5%), carta e stampa (+2,7%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+2,6%), tessile (+2,2%); ha registrato una dinamica moderatamente positiva per le imprese del chimico, gomma e plastica (+0,9%), della meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (+0,9%). E’ rimasta pressoché invariata nei comparti: legno e mobili in legno (+0,4%), metallurgico e siderurgico (+0,1%), calzaturiero (0,0%), maglie e calze (-0,4%); è invece diminuita nell’abbigliamento (-1,5%).

Il tasso di utilizzo della capacità produttiva, attestatosi al 71%, è cresciuto sia rispetto alla rivelazione precedente (68%), sia nei confronti del secondo trimestre del 2013 (67%).

Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 44% delle imprese, diminuite per il 21% e rimaste invariate per il 35%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono salite per il 33% degli operatori, scese per il 19% e rimaste stabili per il 48%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 27%, calate per il 20% e rimaste invariate per il 58% del campione.

I consumi energetici sono aumentati per il 34% degli operatori, con una variazione media positiva dell’1,0%. Le giacenze di prodotti finiti sono ritenute adeguate alle necessità aziendali dall’84% delle imprese; le scorte di materie prime sono giudicate normali dall’88% del campione.

I costi di acquisto delle materie prime sono aumentati per il 14% delle imprese, con un incremento medio dello 0,3%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al ribasso dall’8 per cento degli operatori, per una contrazione media dello 0,1%.

Il costo del lavoro è cresciuto per il 14% delle aziende ed è rimasto invariato per il restante 86%. Gli investimenti effettuati nel trimestre sono aumentati per il 21% delle imprese, diminuiti per il 10% e rimasti invariati per il 69%.

Le aspettative per i prossimi mesi non sono particolarmente incoraggianti, sulla scia delle difficoltà che il sistema manifatturiero nazionale sta incontrando nell’intraprendere una decisa svolta dei propri livelli produttivi: l’attività è prevista in crescita per 14 operatori su cento, stabile dal 64% e in flessione dal rimanente 22%. Segnali positivi per il made in Brescia sono attesi nei comparti abbigliamento, calzaturiero, maglie e calze. I settori agroalimentare e caseario, carta e stampa, chimico, gomma e plastica, legno e mobili in legno, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto non si attendono variazioni significative, mentre la produzione è prevista in flessione per gli operatori attivi nei materiali da costruzione ed estrattive, metallurgico e siderurgico, meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche, tessile.

Gli ordini provenienti dal mercato domestico sono in diminuzione dal 19% delle imprese, stabili dal 62% e in aumento dal 19%; quelli dai Paesi UE sono in crescita dal 15% degli operatori, invariati dal 74% e in flessione dall’11%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari dovrebbero crescere per il 16% del campione, rimanere stabili per il 72% e diminuire per il 12%. La manodopera è attesa in aumento per il 10% delle imprese, invariata per l’82% e in diminuzione per l’8%.

L’Indagine viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero.



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