Floating Piers, una settimana dopo

"Il tempo è scaduto" ha detto Christo in una conferenza stampa a Milano.
Un epilogo biblico, nel vero senso della parola. Un grande successo sì, ma anche una storia che vale la pena di essere raccontata e non semplicemente vista.

La permanenza dei visitatori media è stata di circa tre ore: pillole d'arte.
L'organizzazione del viaggio, gli sforzi per arrivarci, le pianificazioni, tutto per una fotografia da pubblicare sui social, piuttosto che per un'esperienza sul pittoresco lago di Iseo, in un momento così speciale.

15 milioni i costi privati, provenienti interamente dall'artista, che si è autoprodotto grazie alla vendita delle bozze e delle parti della sua land art.
Voci sostengono che anche le famiglie più facoltose del bresciano abbiano contribuito con cospicui investimenti, ma questo è un altro racconto.

Parliamo invece dei costi pubblici: 5 milioni di euro, contro i previsti 3 a carico di enti locali e società partecipate, inclusi di servizi vari come raccolta e smaltimento dei rifiuti, sicurezza, trasporti e sanità.
Questa cifra tuttavia non calcola i costi ambientali dell'opera: l'installazione ha richiesto infatti mesi di lavorazione, trasporto e stoccaggio di manufatti.

Basti pensare che sotto alle tre passerelle giallo dalia, nascosti, si trovavano (o meglio si trovano ancora) 150 blocchi di cemento e acciaio, ognuno dei quali pesa 7 tonnellate.
Per eventi di questo tipo la legge prevede di effettuare una VIA, Valutazione dell'impatto ambientale, una procedura amministrativa finalizzata a valutare gli impatti ambientali di un'opera, prima di autorizzarla.
Un cavillo burocratico che spesso e volentieri si preferisce evitare o quantomeno semplificare.

Più di 100 i ricoveri ospedalieri giornalieri fra i visitatori che si sono sentiti male.
Il flusso è stato costante e ha raggiunto il picco di 4-5 ore di fila da Sulzano.

Un'affluenza che non ha soddisfatto le aspettative degli albergatori del territorio, ma che di certo ha alimentato le entrate dei privati della zona, delle piccole attività commerciali, delle pasticcerie, delle pizzerie, dei food truck e dei locali sfitti che per l'occasione sono stati riportati in attività.

Non ottimale la gestione dei trasporti pubblici, che si è riversata in un traffico stradale diventato routinario con picchi di quattro ore di coda sulla tangenziale per Iseo.
Le amministrazioni locali avevano consigliato agli abitanti di approfittare per andare in vacanza, ma non tutti ne hanno avuto il privilegio. E mentre gli approdi di Sulzano e Montisola brulicavano di azioni; la vita nei comuni circostanti si è fermata: la banca, l'ufficio postale, la sala d'attesa del medico della mutua, deserti.

Difficile redigere un bilancio che tenga conto di tutte le parti.
Difficile domandarsi se l'arte ne valga sempre la pena, ma nemmeno troppo: pur tenendo conto dell'ingenuità del pubblico locale; del principiante piano di organizzazione, del mancato ammortamento dei costi; l'evidenza dimostra che questo evento è stato voluto, desiderato, cercato ed ammirato e che la destabilizzazione dei binari del modus vivendi quotidiano è nel DNA umano, come anche la ricerca, l'andare oltre, lo slancio.

Sì, l'arte ne vale sempre la pena.