03 Maggio 2016, 15.03
Provincia
Indagine congiunturale

Bene la produzione industriale, meno l'artigianato

di Redazione

I dati del primo trimestre 2016 dell'economia bresciana mettono in evidenza un ulteriore recupero della produzione industriale, mentre l’attività nell’artigianato manifatturiero subisce una battuta d’arresto


Nel primo trimestre del 2016
– secondo una nota del Centro Studi AIB - l’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane registra un nuovo incremento, a testimonianza dei progressivi segnali di rasserenamento evidenziati dal ciclo economico. Il settore industriale bresciano prosegue quindi nel movimento di moderato recupero dei livelli di attività iniziato nel 2014, corroborato dalla relativa vivacità delle vendite sul mercato domestico, in un contesto di flessione delle prospettive della domanda estera. Il motore dei Paesi emergenti procede infatti a ritmi ridotti rispetto al recente passato, mentre la ripresa negli Stati Uniti e in Europa, sebbene di modesta intensità, appare più solida.

Nel dettaglio, la produzione industriale in provincia di Brescia segna un incremento congiunturale dell’1,8%; il tasso tendenziale (ossia la variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso) è positivo per la decima rilevazione consecutiva (+3,8%). Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2016, è pari a +2,8%. Nonostante la positiva fase congiunturale, la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) rimane molto elevata e si attesterebbe intorno al 26%.

L’artigianato manifatturiero bresciano - secondo quanto rileva l’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Brescia - subisce nel primo trimestre una battuta d’arresto. I livelli di produzione segnano una contrazione sia su base annua (-0,2%) sia rispetto al trimestre precedente (-0,4%); a ciò si aggiunge la contrazione degli ordinativi: le commesse acquisite dal settore diminuiscono, infatti, rispetto al trimestre scorso dello 0,1% e dell’1,0% rispetto allo stesso periodo del 2015. Anche il fatturato diminuisce rispetto al trimestre scorso (-0,6%), mentre su base annua segna un leggero incremento pari allo 0,4%.

Il peggioramento della dinamica produttiva si riflette sull’andamento dell’indice della produzione industriale che imbocca un nuovo percorso discendente allontanandosi ulteriormente dai livelli pre - crisi.

I principali indicatori dell’industria:

▪ Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è aumentata significativamente nei comparti: meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (+3,1%), carta e stampa (+2,9%), metallurgico e siderurgico (+2,2%). È cresciuta meno della media nell’abbigliamento (+1,6%), nel tessile (+1,4%), nella meccanica di precisione e apparecchiature elettriche (+1,2%), nel chimico, gomma e plastica (+1,0%) e nel maglie e calze (+0,3%). È invece diminuita nei settori agroalimentare e caseario (-0,6%), materiali da costruzione ed estrattive (-0,9%), legno e mobili in legno (-0,8%), calzaturiero (-1,6%).

 ▪ Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 34% delle imprese, diminuite per il 15% e rimaste invariate per il 51%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 25% degli operatori, scese per il 17% e rimaste stabili per il 58%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 15%, calate per il 16% e rimaste invariate per il 69% del campione.

  ▪ I costi di acquisto delle materie prime sono diminuiti per il 12% delle imprese, con un decremento medio dello 0,4%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al ribasso dal 13% degli operatori, per una flessione media dello 0,2%.

  ▪ Le prospettive a breve termine delineano una prosecuzione della fase di espansione del manifatturiero provinciale, su ritmi nel complesso moderati. La produzione è prevista in aumento da 17 imprese su 100, stabile dal 73% e in flessione dal rimanente 10%.

 ▪  Gli ordini provenienti dal mercato domestico sono in aumento per il 16% degli operatori, stabili per il 73% e in calo per l’11%; quelli dai Paesi UE sono previsti in crescita dal 14% delle aziende del campione, invariati dal 74% e in flessione dal 12%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in incremento per l’11% delle imprese, stabili per l’82% e in diminuzione per il 7%.

I principali indicatori dell’artigianato:


▪  Il fatturato del comparto artigianato chiude il primo trimestre con una riduzione dello 0,6% rispetto al quarto trimestre del 2015. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso segna un leggero aumento (+0,4%).

▪  Nel primo trimestre 2016 gli ordinativi diminuiscono dell’1,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per effetto del calo degli ordini interni (-1,4%). Il calo è stato attenuato dagli ordini esteri che hanno registrato una buona dinamica pari al 3,0%.

▪  Il 2016 si apre per l’occupazione con un risultato stazionario rispetto al trimestre scorso (0,0%). Nel contempo la quota di imprese che hanno fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni diminuisce, passando dal 9,8% del quarto trimestre al 6,5% attuale.

▪  Nonostante i risultati complessivamente negativi del primo trimestre le aspettative degli imprenditori artigiani per il secondo trimestre del 2016 sono leggermente ottimistiche per la produzione, la domanda interna e il fatturato. Sostanzialmente ottimistiche restano anche le attese per la domanda estera mentre per l’occupazione prevalgono le ipotesi di diminuzione rispetto a quelle di aumento.


L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 193 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.


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