Nessuno è imperfetto, tutti sono speciali: i Fuori Onda
di Federica Ciampone
A Brescia un gruppo di educatori e di volontari aiuta i ragazzi con disabilità di vario tipo a riappropriarsi del “diritto al sabato sera” e ad integrarsi nella società da protagonisti
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Quando si parla di associazioni che si dedicano a persone con disabilità, generalmente si pensa ai sodalizi – e nella nostra provincia sono davvero tanti – che si prodigano per dare una mano nei settori dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e dell’inserimento nel mondo del lavoro. Parliamo di contesti in cui l’aiuto delle associazioni è fondamentale per integrare i servizi offerti dalle istituzioni e per far fronte alle esigenze e alle difficoltà vissute da chi è affetto da disabilità, specialmente se si tratta di persone molto giovani. Esiste tuttavia un aspetto a cui generalmente non si presta attenzione, forse perché ritenuto secondario rispetto a tutti gli altri: i ragazzi disabili possono divertirsi? C’è un modo per far sì che possano integrarsi nella società e sperimentare le stesse esperienze dei loro coetanei, vivendo la propria adolescenza nella maniera più completa possibile?
I genitori, gli educatori e i volontari dell’associazione “I Fuori Onda” hanno risposto efficacemente a queste domande, dando vita ad un progetto davvero grandioso. Ce ne hanno parlato Barbara Zerneri, presidentessa dell’associazione, e Valentina Dainesi, referente degli educatori.
La nascita. “Siamo nati come gruppo di auto mutuo aiuto di genitori: ci incontravamo, chiacchieravamo e ci confrontavamo sulla tematica delle disabilità dei nostri figli. Quando i ragazzi hanno raggiunto l’età dell’adolescenza, abbiamo iniziato a preoccuparci del fatto che non avrebbero mai avuto una vita sociale appagante, che i loro coetanei difficilmente li avrebbero coinvolti nelle uscite serali e che avrebbero avuto molte difficoltà a vivere serenamente la loro condizione di adolescenti, data la loro necessità di essere costantemente accompagnati dai genitori e la loro limitata autonomia fuori casa. Da queste considerazioni è nato il nostro progetto, inizialmente afferente all’associazione A.M.A. Onlus di Brescia; nel 2013 abbiamo deciso di costituirci autonomamente come associazione di promozione sociale”, ci spiega Barbara.
La febbre del sabato sera. “Attualmente ci occupiamo di due progetti. Il primo, ‘La febbre del sabato sera’, prevede l’organizzazione di tre uscite mensili, di solito due sabati sera e una domenica pomeriggio: i ragazzi, divisi in due gruppi, vengono accompagnati da noi educatori e da alcuni volontari – studenti delle scuole secondarie e delle facoltà cittadine – che ci danno una mano a realizzare queste belle serate tutti insieme”, racconta Valentina. “L’impegno di noi educatori è indispensabile anche per quanto riguarda l’aspetto logistico delle uscite. Una serata in pizzeria, un cinema, una partita a bowling sono attività semplici, ma per i nostri ragazzi richiedono un’organizzazione precisa di orari e mezzi di trasporto. L’obiettivo principale per noi è quello di sfruttare le autonomie di ciascun ragazzo e aiutarlo a vivere le diverse esperienze in maniera serena e spensierata; la presenza di volontari della loro età in questo senso è fondamentale, perché permette ai ragazzi di interagire con dei coetanei senza che i genitori debbano essere presenti. Con altri giovani, poi, è molto più facile per loro confidarsi e dialogare”.
L’orlo del bosco. “Il secondo progetto”, racconta Barbara, “si chiama ‘L’orlo del bosco’. Si tratta di un’esperienza di fattoria sociale, inaugurata nel 2014, realizzata grazie alla concessione in comodato d’uso di un terreno sito in Botticino Mattina da parte della Famiglia Franzoni delle Cantine di Franzoni Emilio. Il progetto ha previsto la messa a dimora di 1.500 piante di frutti di bosco e 150 querce da tartufo e ha lo scopo di offrire ai ragazzi con disabilità delle opportunità occupazionali in un contesto facilitante, che gli permetta di mettersi in gioco da protagonisti e di sperimentare le proprie abilità. Attualmente i frutti di bosco raccolti dai ragazzi sono stati destinati alla produzione di alcune confetture, lavorate da un’azienda di Gottolengo, senza additivi e a chilometro zero. A giugno inaugureremo la struttura che abbiamo costruito come base d’appoggio per i ragazzi; finalmente saranno a loro disposizione degli spogliatoi, dei servizi igienici, una piccola zona ristoro e una saletta didattica, il tutto in uno stabile adiacente alle piantagioni”.
Valentina, che da un paio d’anni coordina le attività di programmazione delle uscite, si dice molto soddisfatta dell’esperienza vissuta all’interno dell’associazione. “Tra noi e i ragazzi si è creata una grande empatia, ci siamo molto affezionati a loro. La nostra giovane età fa sì che ci considerino degli amici, e per noi è molto bello vedere come riescano a relazionarsi con noi e come siano loro stessi a suggerire di volta in volta il programma del sabato sera o della domenica pomeriggio”.
Prendendo spunto dalla bellissima esperienza de “I Fuori Onda” alcuni genitori di ragazzi disabili stanno lavorando, sempre in ambito bresciano, per creare questo tipo di realtà ludica anche per i loro figli. Il gruppo si chiamerà “Svalvolati” e dovrebbe partire in aprile.
I “Fuori Onda” sono sempre alla ricerca di nuovi volontari; per tutte le informazioni è possibile visitare il sito www.ifuorionda.org. “Possiamo essere più umani non nonostante, ma grazie alle nostre imperfezioni e a quelle degli altri”.
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