E' suonata a Provaglio la campanella provinciale

Per l’occasione, nel piccolo plesso che posizionato oltre i 600 metri di quota è il più montano fra quelli che appartengono all’Istituto comprensivo “Andrea Belli” di Sabbio Chiese, insieme al dirigente Ust per le scuole bresciane Mario Maviglia, si sono presentati diversi sindaci della zona ed una folta rappresentanza di dirigenti scolastici.

Ad accoglierli, nel piccolo teatro ricavato in una chiesa sconsacrata, i 48 bimbi delle “elementari” e i 23 della scuola dell’infanzia con le loro maestre, le mamme e gli Alpini, ai quali è stato affidato il compito di preparare lo spiedo, come si usa in valle per gli ospiti di riguardo.

«In montagna, in un piccolo plesso scolastico, perché qui la scuola riesce a stabilire uno stretto rapporto con la comunità di appartenenza.
Ed è proprio grazie al dialogo stretto con le istituzioni, fra docenti e con le famiglie, che poi si riescono a raccogliere frutti significativi – ha detto Mario Maviglia nel suo intervento, fra un canto ed una poesia recitata -. Non crediate di essere poi così svantaggiati. In città ci sono forse più stimoli, manca però un vero rapporto con la natura che, opportunamente gestito nelle aule scolastiche da insegnanti attenti, offre sempre interessanti chiavi di lettura del mondo, che è poi il fine ultimo di ogni nostro sforzo educativo».

A margine dei festeggiamenti, il dirigente ha fornito qualche numero riferito all’intera provincia: 12 mila insegnanti in servizio, 190 mila studenti dei quali 150 mila nelle scuole statali, 1.500 è il numero riferito al personale Ata ed amministrativo.

«Credo sia l’azienda più grande della provincia, un esercito, che quest’anno si è arricchito di 220 non docenti e di 440 docenti immessi in ruolo e rimangono ancora supplenze annuali e temporanee da affidare – ha aggiunto -. Quest’anno abbiamo cominciato in salita, perché abbiamo concluso sabato scorso le operazioni di nomina dei docenti che di solito venivano fatte a luglio. E ci sarà ancora qualche strascico per quanto riguarda il concorso».

Una scuola che paga lo scotto del cambiamento, per diventare una “buona scuola”, come viene detto:
«C’è la sfida delle innovazioni introdotte in parte già lo scorso anno le cui potenzialità dobbiamo imparare a gestire meglio.
Penso all’organico potenziato, alla chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi, alla valutazione dei docenti – ha detto ancora Maviglia -. Dall’altra parte c’è la responsabilità di tutti, personale Ata, docenti e dirigenti, che chiede di dare il meglio di noi stessi con l’obiettivo di approntare tutte le misure organizzative e gestionali perché i ragazzi possano apprendere e svilupparsi in modo armonico all’interno della scuola».

Insomma un mondo della scuola che dalle piccole realtà montane ha qualche cosa da imparare:
«La Valle ce la sta mettendo tutta perché la scuola possa ottemperare nel migliore dei modi al suo compito, con investimenti a tutto campo dalle scuole dell’infanzia alle Superiori, anche da parte di soggetti privati – ha detto parlando per tutti i sindaci il presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini -. Sappiamo che la scuola, anche e soprattutto nelle realtà più piccole, rappresenta un servizio fondamentale al territorio, senza il quale la comunità non esiste più».

Quasi un canto l’intervento del “preside” del Comprensivo di Sabbio, Andus Aristo:
«Le intelligenze sono gemme che sanno illuminare il mondo circostante, nascono e vivono ovunque, soprattutto qui, dove grazie alla poesia del paesaggio e al duro lavoro della montagna, i ragazzi crescono meglio».

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