25 Aprile 2013, 07.12
Prevalle Muscoline
Lettere

Quel silenzio assordante sulla morte di Sara

di Maria Luisa Massardi

«E' quasi trascorso un anno dalla morte di Sara Comaglio nel Sottopasso della SS45-bis in località Prevalle al Km 58+200 e nulla o veramente poco si è fatto e si dice»

 
E’ quasi trascorso un anno dal 22 maggio 2012 sulla ss45-bis, ma nelle nostra provincia cadono goccia a goccia in uno stillicidio che non fa rumore tanti giovani, solo nell'ultimo anno sono morti per strada nell'indifferenza... tante altre Vittime ignorate..
«Da quel giorno, ogni anno, ricordiamo i morti del silenzio», «Giorno dopo  giorno, la lista di chi muore per strada, soli ed invisibili, si allunga.
 
Queste persone non possono essere dimenticate, perché se qualcosa deve restare della vita, tutti noi ci meritiamo che sia il ricordo».
Come loro, molti, troppi muoiono persi nel dedalo di una provincia che non potremmo mai immaginare così indifferente.
Il Silenzio che “urla†nella testa e stringe il cuore della Famiglia Comaglio di Muscoline.
 
E’ proprio così!
Tutto tace da quasi un anno e tanti si chiedono silenziosamente cosa accade, perché tanto Silenzio?
E’ quasi trascorso un anno dalla morte di Sara Comaglio nel Sottopasso della SS45-bis in località Prevalle al Km 58+200 e nulla o veramente poco si è fatto e si dice.
 
Perchè?
La famiglia Comaglio con il sostegno e il lavoro dei legali e dell’Associazione Italiana Famigliari e Vittime della strada onlus (AIFVS) ha lavorato intensamente per costruire la difesa di Sara e portare alla luce la reale situazione della strada dalla sua inaugurazione nel 1996 ad oggi.
La Famiglia Comaglio ha finanziato un progetto di ricerca per un giovane studente che tratta le criticità dei sottopassi.
 
Sulla strada è stato posto un pannello luminoso che avverte gli utenti dei pericoli ma, questo, era  in programma da tempo per uniformare il sottopasso al resto delle gallerie poste sull’intero tracciato della SS45bis.
Del procedimento aperto dopo il sinistro… nulla trapela.
Le Istituzioni pubbliche e gli Enti preposti sono rumorosamente silenti... in merito alla SS45-bis.
 
Appaiono articoli sui giornali che trattano di altre strade problematiche ma della SS45-bis pare si siano scordati.
Perché? Si riapre la “Bella Stagioneâ€, non certo per la Famiglia Comaglio e chi ha con Lei delle aspettative di reali interventi di messa in sicurezza dalla strada, aumenta il “movimento†su “quella stradaâ€, arrivano i turisti, riparte la stagione irrigua,  e…… la madre attende sperando che nessun altra Famiglia veda un suo caro “intrappolato nell’acqua del Sottopassoâ€.
 
Se sulle nostre strade muoiono ogni anno quasi quattromila persone “il nostro straordinario patrimonio di giovani che diventa invisibile†e l’Italia, i nostri Comuni, la nostra Regione, la Provincia non sono ancora stati in grado di raggiungere gli obiettivi imposti dall’Unione Europea per il 2010 in termini di sicurezza stradale, la responsabilità di chi è se non di chi ci ha amministrato fino a questo momento?
 
Questo silenzio è immorale e complice e non può più essere tollerato ulteriormente.
Chiedo che chi ha e avrà in mano le redini del nostro paese smetta di considerare la quotidiana mattanza sulle nostre strade come un evento ineluttabile e prenda i dovuti provvedimenti.
L’esperienza mi ha insegnato che si può guardar succedere qualcosa senza nemmeno vederlo.
 
Muscoline - aprile 2013
La Mamma
Maria Luisa Massardi

 


Commenti:
ID31295 - 25/04/2013 16:01:49 - (sonia.c) - ecco una situazione in cui il silenzio non è una virtù

solidarietà a questa madre e ad una famiglia coraggiosa ,che lotta, non solo per una personale giustizia, ma per quella di tutti! è una vera assurdità che in un paese cosiddetto "civile", per avere una sacrosanta giustizia, si debbano affrontare prove e difficoltà sovrumane..

ID31296 - 25/04/2013 18:44:43 - (stefano1511) - meritocrazia e non burocrazia

solidarietà alla mamma......

ID31297 - 26/04/2013 08:38:32 - (Leretico) - Il sistema che si difende

Signora Massardi, il silenzio che lei nota è un silenzio colpevole perché tende a far dimenticare l'accaduto e con esso anche le responsabilità. E' una tattica nota: il tempo tende a ridefinire i contorni, a stemperare gli animi, a nascondere i confini delle vicende. Ma ciò non accade per chi attende giustizia, per chi è straziato dal dolore. Sappiamo tutti chi sono i responsabili, ma il sistema, con la sua burocratica inerzia, si difende, palleggia le responsabilità, nomina commissioni di inchiesta per stabilire quale sia la verità. La verità è chiarissima: incuria, menefreghismo per non dire altro. La strada per la giustizia in questo paese è sempre in salita, soprattutto quando i colpevoli sono uomini pubblici. Guardate la storia del giovane Aldovrandi, non è in fondo simile a quella di Sara? L'arroganza e la mancanza di iniziativa per correggere una situazione pericolosa ha fatto morire una ragazza.

ID31298 - 26/04/2013 08:40:29 - (Leretico) - continua

Aspettiamo giustizia, per Sara, per la sua famiglia e per tutti noi.

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