«Ho cominciato io, 52 anni fa, in questo stesso negozio...»

“Abbiamo sempre lavorato tantissimo e guadagnato poco...è stato molto faticoso, i sacrifici non sono certo mancati, ma ci accontentiamo. La salute c’è sempre stata ed è quella la cosa più importante”. Ce lo racconta Agnese, una signora arzilla con un bel sorriso contagioso. “Una volta il negozio era una specie di emporio, vendevamo un po’ di tutto: abbigliamento, bottoni, scarpe, cosmetici. Eravamo in quattro a mandare avanti l’attività, la clientela non ci mancava. Non era proprio il mio ramo, io amavo molto di più la giaccheria…ma soldi non ce n’erano, bisognava accontentarsi. Prima di aprire il negozio lavoravo la terra con mio marito…bisognava arrangiarsi per andare avanti, noi abbiamo costruito tutto con il sudore della nostra fronte”.
Alla morte del marito di Agnese il negozio è passato alla figlia Silvia Valzelli, che a malincuore qualche giorno fa ha dovuto chiudere l’attività.

“E’ dura accettare il fatto di dover chiudere un negozio a cui la mia famiglia si è dedicata per tutta una vita, ma le spese sono tante e le piccole attività hanno vita molto difficile. Basti pensare che alla fine degli anni ’50 in paese c’erano ben 23 negozi…da circa 8 anni su questa via c’è solo il mio negozio, invece. Prevalle ha perso tante attività commerciali storiche nel corso degli anni. Una volta le cose erano profondamente diverse: si faceva orario continuato, non c’erano giorni e orari di chiusura imposti dalla legge. L’introduzione di queste regole ha portato più relax per noi negozianti ma anche meno lavoro, e questo non è stato di certo un bene”, ci spiega Silvia mestamente. “Una nota positiva comunque c’è: mio fratello e mio nipote Nicola portano avanti l’attività come ambulanti, partecipando a diversi mercati della provincia e ad alcune fiere in Emilia Romagna”.

Nicola si rammarica della difficile situazione commerciale che stiamo vivendo, che a suo parere rappresenta la fine di un’era. “Di sicuro qualcosa dovrà cambiare, non si può andare avanti in questo modo. È una brutta realtà che purtroppo conosceremo sempre meglio nei prossimi anni. Sembra che il lavoro non valga più nulla, che si guardi solo ai numeri della produzione senza badare alla qualità dei prodotti e alle diverse capacità e peculiarità dei produttori. Fare l’ambulante è bello perché consente di far conoscere la qualità della nostra merce in ogni paese, come se portassimo sempre in giro l’intero negozio. Noi siamo specializzati in particolare in maglieria e abbigliamento, tutto artigianale e tutto fatto in Italia, in gran parte addirittura a Brescia. La qualità è una cosa che ci è sempre stata riconosciuta”.

Come abbiamo spesso avuto modo di osservare, sono tanti i piccoli frammenti di storia che i nostri paesi stanno perdendo a causa della spietata concorrenza dei colossi commerciali e delle spese sempre più elevate che i negozi devono sostenere. Si spera che in un futuro non troppo lontano le cose migliorino.