Rocca d'Anfo, «un progetto per superare la crisi»
di Redazione
Così avevamo intitolato un articolo pubblicato il 13 luglio 2009, raccontando della visita dell'allora neoeletto presidente della Provincia Daniele Molgora alla Rocca d'Anfo, in quei giorni in fermento. Sono passati sei anni
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Prima uscita valsabbina per il presidente della Provincia Daniele Molgora alla presentazione di un libro sulla Rocca d’Anfo. Occasione per illustrare alcune idee sul progetto di recupero del complesso militare.
È stata alla Rocca d’Anfo la prima visita in Valsabbia dell’on. Daniele Molgora nella sua nuova veste di presidente della Provincia.
Una scelta non casuale, come ha voluto sottolineare, accogliendo l’invito rivoltogli dal sindaco di Anfo, Gianluigi Bonardelli, e dal presidente del gruppo Sentieri Attrezzati di Idro, Sergio Rizzardi, per la presentazione di un nuovo volume sulla Rocca.
Il suo è stato l’intervento conclusivo della presentazione del libro “La Rocca d’Anfo” di Giuseppe Calabria, edito a cura del Gruppo Sentieri Attrezzati di Idro, tenutasi sabato pomeriggio presso la Rocca.
Il presidente Molgora ha ricordato come abbia già espresso che un suo sogno nel cassetto per i cinque anni del suo mandato amministrativo sia il pieno recupero della Rocca d’Anfo.
«Insieme al completamento della viabilità di fondovalle, al decollo del lago d’Idro, in particolare con interventi per migliorarne la qualità delle acque – ha specificato Molgora – sarà uno dei punti principali dell’intervento della nuova Amministrazione per la Valle Sabbia».
Il presidente ha poi ricordato di aver fatto da tramite tra l’Amministrazione comunale di Anfo e il ministero dei Beni culturali per il progetto di sistemazione della batteria Statuto e la vedetta a lago per ricavarne un centro visitatori.
Un progetto da 1 milione e 800mila euro che è in attesa di deliberazione da parte del ministro Bondi.
Ma nelle sue intenzioni ci sarebbe la presentazione annuale di progetti al ministero per successivi finanziamenti per un disegno complessivo di recupero.
«Ma per far questo bisogna capire cosa si vuole fare della Rocca: sicuramente un centro culturale, poi cos’altro?
Un centro turistico, centro congressi, un centro museale?
Questo è necessario per le richieste successive. Non sarà possibile utilizzare fondi propri della Provincia, ma l’ente si attiverà per richiederne ad altre istituzioni. In particolare, vista l’importanza internazionale della Rocca, si potrebbero attivare finanziamenti europei tramite lo Sportello Europa».
Infine ha dichiarato che l’intervento per la Provincia di Brescia nei programmi Expo 2015 riguarderà la Rocca d’Anfo.
«Questo progetto – ha concluso Molgora – può essere un elemento per superare la crisi e dare un nuovo volto anche alla Valle Sabbia».
Prima di lui sono intervenuti il primo cittadino anfese, che, portando il saluto ai presenti, ha ripercorso l’iter di affidamento al comune e alla Comunità montana del complesso militare che era rimasto per vent’anni abbandonato.
Sergio Rizzardi, anima del sodalizio di Idro, che ha preso a cuore la riapertura al pubblico di questo che era un gigante addormentato sulle pendici del monte Censo e che ora piano piano sta ritornando sempre più fruibile alla gente, ha ricordato i primi interventi di pulizia di strade, palazzine, fortificazioni, che erano imbrigliate da una fitta vegetazione, e tutto l’iter seguito perché la Rocca divenisse aperta al pubblico.
La gente che in questi anni ha visitato il complesso al termine della visita richiedeva un libro per approfondirne la storia, che però mancava.
Un paio d’anni fa è stato fatto un piccolo opuscolo, ma c’era la necessità di un libretto più completo, ma allo stesso tempo agile, a mo’ di guida turistica.
E così è stato affidato a Giuseppe Calabria, un giovane di Brescia che si è avvicinato al gruppo proprio per scoprire la Rocca, il compito di raccogliere in un libro di facile lettura a disposizione dei visitatori la storia della fortezza.
L’autore, nel suo intervento, ha voluto sottolineare che non si tratta del un libro di uno storico, ma di un appassionato della Rocca d’Anfo che si è documentato su varie pubblicazioni precedenti per trarne un libro che vuole essere un ulteriore tassello per risollevare dall’oblio questo gioiello dell’architettura militare.
È toccato poi allo storico Giancarlo Marchesi ripercorrere le varie vicende che hanno interessato la costruzione della rocca, evidenziando come la sua “età dell’oro” fu il ventennio napoleonico, durante il quale intervennero i migliori architetti militari francesi dell’epoca.
Molgora era accompagnato da Giorgio Bontempi, neo assessore provinciale alle Attività produttive, Formazione e Lavoro, che ha voluto ringraziare i volontari del gruppo di Idro per l’importante lavoro, che ha avuto modo di conoscere anche nella sua veste di vicepresidente della Comunità montana e assessore alla Protezione civile.
Al termine della presentazione relatori e pubblico sono stati invitati nel corpo di guardia della batteria Venezia, ultimo tassello recuperato dai volontari, per l’inaugurazione della mostra fotografica “La Rocca prima e dopo”, che vede esposte fotografie di com’erano i vari camminamenti, scalinate, palazzine, interni ed esterni della costruzione prima e dopo l’intervento di recupero.
Cesare Fumana
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