19 Aprile 2017, 14.48
Richiedenti asilo

Il Decreto Minniti è una soluzione?

di Valerio Corradi

Negli scorsi giorni il Parlamento ha dato il primo via libera al Decreto Minniti sull’immigrazione. Il provvedimento intende rispondere a delle esplicite richieste della Commissione europea di un’azione più efficace sui rimpatri e nella gestione dei richiedenti asilo


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Negli scorsi giorni il Parlamento ha dato il primo via libera al Decreto Minniti sull’immigrazione. Il provvedimento, nel rispondere a delle esplicite richieste della Commissione europea di un’azione più efficace sui rimpatri, si propone di:

- estendere la rete dei centri di identificazione ed espulsione, istituendo un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr);
- velocizzare l’esame delle domande sul diritto d’asilo istituendo 26 sezioni dei Tribunali specializzate per questa materia. Attualmente la durata del primo grado è di cerca 6 mesi;
- abolire la possibilità per i richiedenti asilo che si vedono respingere la domanda di ricorrere in appello, con una limitazione dei gradi di giudizio a due: primo e ricorso in Cassazione.

Secondo molti analisti il Decreto, sotto il profilo giuridico, presenta elementi di dubbia costituzionalità oltre che difformità nei confronti delle stesse direttive europee.

Da verificare è inoltre la possibilità del Decreto di migliorare l’efficienza di un sistema di accoglienza che richiederebbe di essere rilanciato nell’ottica dell’accoglienza e della regolarizzazione delle situazioni piuttosto che in quella dell’espulsione.

Il quesito che sorge leggendo il Decreto è relativo a quanto possa essere tollerabile l’introduzione di un doppio canale di giudizio che separi i richiedenti asilo dei cittadini italiani e dagli immigrati residenti. L’abolizione dell’appello solo nelle procedure per le richieste di asilo crea un sistema doppio non in linea con un orientamento universalista.

Da verificare è inoltre la capacità delle norme del Decreto di costituire un deterrente per l’immigrazione illegale e di aumentare, al contempo, le espulsioni. E’ probabile che l’efficienza del sistema di gestione degli arrivi per motivi umanitari o per condizioni di fragilità nei contesti di partenza debba essere rilanciato non solo sul piano della gestione dell’ordine pubblico ma anche nell’ottica dell’accoglienza.



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