Democrazia diretta come ricetta di governo? A quale prezzo? Davvero pericolosa la pietanza, se si aggiungono difficoltà economiche e malcontento popolare. Gli esempi non mancano certo.
Di Leretico
L'inghilterra non è mai stata più bene. Non sarà che sostituisci la realtà ai tuoi desideri reconditi? Sul resto non pongo giudizio in quanto poesia. Con un appunto, la democrazia va o accettata o rifiutata, non va condita come un'insalata amara con aceto balsamico buono anche per condire l'erba. Altrimenti è buona di giorno e cattiva di notte.
Ottimo articolo , che avvalora ancora di piu' una mia tesi , brutta temo ma reale , la democrazia , cioe' decide il popolo , porta spesso a scelte ben lontano dall'essere quelle giuste e democratiche . La democrazia e' uno strumento molto delicato , come una arma da fuoco , deve essere utilizzato da un popolo che ha un livello culturale morale mediamente buono. Cio' che non C'e' in Italia . Il popolo italiano e' mediamente ignorante , livello culturale molto basso ( il giornale piu' letto e' la Gazzetta dello sport ). Far decidere a questo popolo cose complicate di cui quasi nessuno conosce il funzionamento e' da stupidi. Diro' di piu' una parte del popolo italiano per me non ha nemmeno i requisiti minimi per votare chi ci deve governare. Guardate cosa a portato in Medio Oriente esportare la democrazia. Stavano meglio con i loro dittatori. La democrazia non e' gratis , bisogna guadagnarsela , e solo popoli seri , come quelli del Nord Europa la meritano . Noi in Italia NO
Le scelte democratiche come possono essere giuste? Al massimo possono essere di maggioranza.
Altrimenti chi oarla qui di democrazia non sa cosa sia.
Cosa è un scelta?
E allora, cioè dopo, cosa significa scelta democratica se non scelta della democrazia o scelta dei più? Ma una democrazia procedurale, e dopo la democrazia greca la democrazia diventa procedurale, è la norma che non si fonda sulla giustizia ma sulla maggioranza del momento a costituire lo stato democratico. Max Weber: La democrazia non bada al giusto ma alla maggioranza del momento si che la produzione delle sue norme non sono giuste ma sono della maggioranza che le produce.
L'articolo 1 parla chiaro: "La sovranità appartiene al popolo che la esercita NELLE FORME E NEI LIMITI DELLA COSTITUZIONE". Quindi non è libero di fare ciò che vuole, ma deve rispettare precisi paletti. Quanto alla democrazia diretta, chiunque abbia frequentato una scuola nei mitici anni Settanta si è vaccinato adeguatamente.
Per chi cambia costituzioni a maggioranza, questa è la democrazia ragazzi.
Citando da Grillo, i deputati e i senatori in parlamento devono essere dei segnaposto "con" vincolo di mandato, i quali devono eseguire ciò che il popolo ha deciso con consultazione referendaria. Ma chi pone le domande dei referendum consultivi? Chi pone le domande e come le pone può determinare il risultato. Inoltre, sapendo quanto è influenzabile nel contingente il popolo attraverso i media, è chiaro che chi detenesse il potere su tali mezzi potrebbe ottenere un potere enorme manipolando i risultati. Se poi oggetto di referendum fosse il voto alle donne oppure il lavoro agli stranieri, ecco che i risultati sarebbero come minimo retrogradi e come massimo razzisti. Per questo, oserei dire, i parlamentari in Italia non hanno vincolo di mandato e possono, usando la ragione, salvare il paese dalle velleitá del rivoluzionario di turno che vuole la democrazia diretta al solo scopo di fare a pezzi il sistema per prenderne il controllo finale.
Non vedo questo pericolo. Siamo già in questa situazione di leaderismo e io preferisco Grillo a Renzi se questo è il sistema, diciamo che tra i due chi ha una certa morale è sicuramente Grillo. Tra i due chi fa ridere è Grillo perché Renzi fa piangere. Sembra che quo si guardi al dito che nasconde la luna.
votando la costituzione di Renzi e ci facciamo impaurire dalle battute spiritose di Grillo?
Oggi facciamo anche il ponte sullo stretto, e domani quale balla raccontiamo agli italiani?
Anche Renzi a suo modo sta cercando di cambiare le cose, ma se ho una ruspa, perché debbo accontentarmi di una pala? Questo porterà il movimento al governo, questo semplice principio.
Complimenti per l'articolo, dovrebbero leggerlo tutti, mio padre mi ha sempre insegnato di non discriminare nessuno per il colore della pelle,occhi e capelli, per la provenienza di qualsiasi nazione, per le differenze di sesso o di attitudine per costruire un mondo libero per tutti. Peccato che nel 2000 siamo ancora ancorati a tutti questi pregiudizi. le persone vanno valutate per quelle che sono e non per quelle che appaiono. Bravo la penso come te.
di non discriminare ciò che il voto di una maggioranza esprime. Perché il problema, che Kant espose egregiamente nel suo "Per la pace perpetua" è tutto qui. Se siamo disposti o meno a sacrificare le nostre idee per l'idea tout court (volemoce tutti bene). Siamo disposti ad annullare le differenze? non mi sembra che il corso storico produca come conseguenza questo senso dell'opposizione, mi sembra al contrario che per le "nostre" ragioni siamo disposti a tutto, anche ad affermare che se dall'insieme delle cose tolgo qualcosa, l'insieme resta tale e quale (provocazione filosofica per gli intenditori, anche ad annichilire intere popolazione sulla base delle "nostre" ragioni..
"Volemoce tutti bene" oppure "annulliamo le differenze" mi pare davvero ben altra cosa di quello che ha detto Iva riferendosi a suo padre partigiano. Lei (e suo padre) parla di discriminazione da una parte e di rispetto per la persona dall'altra. Anche io sono per la seconda, senza se e senza ma... filosofici che tengano.
non sapevo del padre partigiano di IVA, ma questo sapere sul fronte delle differenze non produce un sommovimento tale da farmi pensare che sbaglio. Chiedo, il rispetto della persona prevede il rispetto per il risultato del voto in Canton Ticino? Perché far poesia è una gran bella cosa, ma poi il poeta, se vuol vivere, se vuole occupare la realtà e non fingere che quella gli volti le spalle, in quanto infine questo è l'impossibile, l'impossibile è credere che si possa fare a meno della realtà, dicevo, il poeta dovrà pur riflettere sui principi che solo a parole, e non nei fatti, i fatti reali, egli espone.
prevede, ad esempio, che se nel Canton Ticino hanno problemi di lavoro, oppure di delinquenza, siano quelli i problemi da affrontare, invece che andare a cercare la distinzione fra frontalieri e non frontalieri.
...ma nemmeno tanto: discriminare è non avere rispetto della persona.
se la maggioranza del Canton Ticino ha deciso di discriminare (secondo giudizio esterno al luogo in cui la maggioranza si è espressa e ammettendolo pure, ma non concedendolo) secondo il tuo giudizio di democrazia, è giusto discriminare in Canton Ticino, cioè è giusto accettare il giudizio democratico che prevaricherebbe il tuo di giudizio, o è giusto annullare lì, e quindi in ogni luogo dove ci appare (appare a noi) ingiusto il giudizio democratico, tale giudizio? Perché è su questo terreno che si confronta il ragionamento se non vuol esser poesia.
se decidi che il giudizio democratico è ingiusto e va emendato, allora di quale rispetto della persona parli?
sicuramente non del rispetto di quelle persone, e tu che poni come improrogabile il rispetto della persone e l'annullamento della discriminazione, sei proprio chi agisce per discriminazione.
Chi è quel fesso che afferma che democrazia è il contrario di discriminazione? Anche Hitler e Mussolini sono stati votati dal popolo. Ritengo che la democrazia sia il migliore dei sistemi di governo attualmente disponibili, ma non è scevra da problemi, anche gravi, come il rischio di dittatura della maggioranza, ad esempio, che è quello a cui ci stiamo pericolosamente (a mio modo di vedere) avvicinando.
C'è stata la Brexit e me la sono persa? quando sarebbe uscito il regno unito dall'ue? forse ero al mare...
É una persona?
sempre latente,della dittatura del cretino..mi avete fatto rivivere il compianto grande signor Aldo e le sue (giustissime) critiche al grillismo! al tg ,un imprenditore svizzero ci ha fatto,come italiani,un grande complimento e riconoscimento,definendo gli operai "più specializzati" e qualificati! orpolà! allora è vero che, perfettissimi svizzeri possono gloriarsi solo dell'invenzione dell'orologio a cucù..hi paraculo o...?e perchè,gli onesti cittadini svizzeri,definiscono "topi" i lavoratori frontalieri,invece di prendersela con i padroni che non li assumono? sono cosi umilmente consci della loro scarsa professionalità,o come al solito, la dittatura del cretino lincia gli innocenti?
costretto a scegliere nel cerchio ristretto e (a quanto pare) poco preparato ,degli autoctoni.. vuoi vedere che,l'immigrato,"può essere una "risorsa"?
Se è una persona allora secondo principio che tutte le persone vanno rispettate anche Hitler va rispettato, d'altronde se Hitler non è una persona, allora, dato che lo è (almeno per quello che può essere da un punto di vista anagrafe)il principio è ab origine.
negato
Cioè una persona non è una persona.
Lo so ragazzi che non è facile la ragione, non è per tutti. E allora viva la poesia.
Cioè una persona è una persona quando fa comodo.
Se la poesia si fa capire allora viva la poesia. Ma la ragione di solito è più chiara della poesia, che invece traluce dall'ambiguo. Se chi usa la ragione non è chiaro vuol dire: o che le cose che intende rendere chiare non gli sono chiare, altrimenti sarebbe chiaro nel voler essere chiaro, oppure che pur essendogli chiare le cose che intende dire non riesce a chiarirle per altro incomensurabile motivo, chiaro? La ragione è per tutti, ma l'uso poco chiaro della stessa è un problema, questo sì, per pochi.
Sempre poesia, in quanto la chiarezza, come la trasparenza, non è un carettere tuo, da cui discendono giudizi chiari e giudizi scuri, mentre per come ti poni aprioristicamente lo vorresti affermare (sapendo io bene che nemmeno te ne accorgi). Tu dici che la ragione è chiara, ebbene un filosofo amava questo principio, era Cartesio, eppure non c'é cosa più difficile da capire per il senso comune, e a questo punto credo anche per te, che pretendi di affermare che non mi è chiara la ragione, della ragione, e ti sfido in questo campo. Pubblica il primo capitolo della fenomenologia dello spirito qui, su questo foglio, e chiedi ai tuoi lettori di produrre da quello una seppur minima comprensione, e io prendo i miei e faccio lo atesso. Scommetto 100 pinte di birra, che mi scolerò in tua compagnia, che i miei lettori comprendono cosa lo Hegel voglia significare di quelle memorabili pagine,
e scommetto altre 100 pinte di birra che i tuoi di lettori affezionati non le leggeranno neppure, ma non lerché non vogliono, solo lerché non sanno leggerle. Eppure Hegel è l'apice della ragione, vedi che quella è si chiara, ma per chi?
spero con questa chiarezza di averti fatto comprendere che la tua sicumera non è affatto garantita dalle tue parole.
guarda, per questa prova, non voglio scandalizzare i tuoi di lettori che potrebbero anche definirmi male. Prendiamo il Parmenide di Platone, ok? Magari penseranno, sempre i lettori di poesie, che dato il tempo trascorso dacché Platone lo ha scritto, sia di una ragione semplice quello. Lo pubblichiamo e lo commentiamo, e vediamo se come dici, ma non come pensi se sei filosofo e non poeta, è chiaro, più chiaro dell'infinito di Leopardi. Se qui si giudicherà questo, mi riprometto di non leggere più filosofia, cioè ragione.
"Poiché l'uno è diverso dalle altre cose e le altre cose sono diverse dall'uno, in base a questa stessa diversità di cui essi sono oggetto, l'uno proverà non altra condizione, ma identica in relazione alle altre cose: e ciò che prova identica condizione è simile, non è vero?""Sì"."Per il fatto che l'uno prova l'essere diverso rispetto alle altre cose, proprio per questo motivo, esso sarà in tutto simile a tutte le altre cose: preso nella sua totalità, è infatti diverso da tutte le altre cose"."Pare sia così"."Ma il simile è opposto al dissimile"."Sì"."E anche il diverso all'identico"."Anche questo è così"."Ma anche questo risultò, cioè che l'uno è identico alle altre cose"."Risultò"."L'essere identici alle altre cose è opposta condizione all'essere diversi dalle altre cose"."Certo".
"Per il fatto di essere diverso, l'uno risultò simile"."Sì"."Per il fatto di essere identico, sarà dissimile, secondo quella condizione opposta a quella che lo rende simile. Il diverso non lo rendeva simile?""Sì"."L'identico lo renderà dissimile, o non sarà opposto al diverso"."Pare"."L'uno sarà simile e dissimile in relazione alle altre cose, simile, per il fatto di essere diverso, dissimile, per il fatto di essere identico"."Anche tale proporzione, a quanto pare, ha validità"."Anche questa qui"."Quale?""Per il fatto di essere oggetto dell'identica condizione, non è oggetto di una condizione differente, e non provando tale differente condizione, non sarà dissimile, e non essendo dissimile, sarà simile: in quanto però è oggetto dell'essere altro, è differente, ed essendo differente, è quindi dissimile"."Quello che dici è vero".
"Poiché l'uno è identico e diverso rispetto alle altre cose, in entrambi i casi, e dunque nell'uno e nell'altro caso, l'uno sarà simile e anche dissimile in relazione alle altre cose."(tratto dal "Parmenide" di Platone), è dunque chiaro?
È chiaro quanto ci sta dicendo Platone? Ubaldo sei d'accordo con Platone? Leretico, tu? Ti sembra più chiara questa breve dissertazione platonica dei miei contorti e inestricabili scritti?
che è tutto il contrario di ciò che vorresti sostenere, e che la poesia la leggi credendo di poterla capire, tanto è libera di dire e non dire, la ragione si crede di averla, ma è lo strumento più alto e complesso, poiché quello per esser coerente non può dire e non dire allo stesso tempo e per lo stesso rispetto, dunque è filosofico, che uomo abbia avuto a disposizione e quindi il più difficile da maneggiare. Il senso comune? Fa molta poesia. O se vuoi opinione. E appunto sostiene sempre il contrario. Come per chi sostiene che la ragione è chiara e comprensibile con però il credito di non dover mai sostenerlo davvero. Si, la ragione è chiara e comprensibile ai filosofi, gli altri credo al dunque che non abbiano nemmeno mai letto Platone o Hegel, vero? E quindi li liquidano, questi giganti della ragione, come fanfaroni, col solo risultato che nel liquidarli a liquidarsi sono loro stessi.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,e questa siepe, che da tanta partedell’ultimo orizzonte il guardo esclude.Ma sedendo e mirando, interminatispazi di là da quella, e sovrumanisilenzi, e profondissima quïeteio nel pensier mi fingo, ove per pocoil cor non si spaura. E come il ventoodo stormir tra queste piante, io quelloinfinito silenzio a questa vocevo comparando: e mi sovvien l’eterno,e le morte stagioni, e la presentee viva, e il suon di lei. Così tra questaimmensità s’annega il pensier mio:e il naufragar m’è dolce in questo mare.
Cosa al dunque è più chiaro.
Sempre con la simpatia che si deve alla poesia. ;-)
Ma io ho scritto: "Se chi usa la ragione non è chiaro", se a te sembra di essere chiaro non avresti dovuto replicare. A me sembra che tu sia andato fuori tema, ma essendo l'"essere" come il prezzemolo, lo puoi mettere in ciascun discorso, credendo che vada bene in ogni caso. La "ragione è per tutti" nel senso che se sei in grado di chiarire bene cosa intendi tutti possono capire, anche se non hanno letto "lo" Hegel. Il quale scrisse in alcune sue celeberrime pagine che chi non è in grado di fare un esempio, ossia di esemplificare, dunque di spiegare ciò che crede di aver capito, in realtà non ha capito nulla. Ma chi è chiaro non deve temere questo giudizio. Il Parmenide di Platone è uno dei testi più difficili della storia della filosofia, da capire non da spiegare. Quando uno lo ha capito, spiegarlo dovrebbe essere facile. Ma se uno non lo sa spiegare lascia il dubbio che non l'abbia capito.
Non ho chiarito che la ragione è chiara, anzi. Quanto poco ascolti comunica quanto assai inventi. Ti sembra che io abbia detto per caso che è chiara la ragione? Ti sembra chiaro Platone? No, lo dici tu stesso, ma non comprendi che quello che dico io segue in coerenza, proprio attraverso degli esempi, quelli che reclami, che poi ti chiarirò, poiché io conosco il Parmenide, ciò che sostengo della clomplessità razionale.
Cioè, se c'é qualcosa di chiaro qui, è che io debbo sforzarmi per ragione ad esser coerente, mentre tu inventi continuamente.
A parte che ti ho già detto molte volte che non sei il centro del mondo, che è questo che ti continua a confondere la ragione, a parte questo, poi, ammesso, e non concesso, che avessi voluto difendere una mia chiarezza in sede di una negazione di tal fatto, e per quale motivo scusa se mi punti un dito contro, io non dovrei dirti che non è come indichi, se penso che sbagli l'indicazione? A quale logica si appoggia questa castroneria?
Che Platone è un poeta? O sostieni che è la poesia ad esser chiara? O sostieni che Platone il razionale è, come dici? Ah, si, traluce dall'ambiguo",infatti " il Parmenide" che non è una poesia "è uno dei testi più difficili della storia della filosofia", dunque non è chiaro. Insomma la ragione sa esser chiara o invece piuttosto essendo uno dei testi più difficili delloria traluce dall'ambiguo? Per gli ottusi è? Certo non per come dico io per chi è armato di ragione.
Non è poi così chiaro? Contrariamente a ciò che due righe sopra volevi sostenere?
L'estratto sopra del Parmenide? Dovrebbe essere chiaro secondo tue parole, se non le rimangi ad ogni attimo, o si dice anche in poesia, a pié sospinto
Per me è banale quell'estratto, non me lo devo chiarire, e per te che dici la ragione esser chiara?
Ma la tua affermazione, quella in cui sostieni, dai un valore che non c'é, che "la ragione è di solito più chiara della poesia", mostrandoti poi io, proprio con esempi che sostieni essere farina del sacco dei filosofi ben più blasonati di me, il contrario. Ti dissi di quello che andava in giro dicendo "olana" ai passanti e aveva le orecchie a sventola.
Nel primo capoverso Platone indica la dimensione dell'ente dell'essente. L'uno e l'altro sono, cioè sono enti. "Ciò che prova identica condizione è simile".. Ciò che prova è l'ente, identica condizione è l'essente ente, simile è uguale nell'essere e diversi nelle determinazioni. Nel secondo capoverso Platone mostra la dimensione del determinato. Il determinato è. Essendo è simile ad ogni altro determinato. Determinandolo esso è necessariamente diverso da ogni altro determinato essente così: A come essere determinato è B e come determinato è diverso necessariamente da B in quanto insieme fanno l'essere, ma come determinati l'uno non è l'altro, A che è insieme B dell'essere non è B che è insieme A dell'essere. Infatti l'insieme di B che fa A è essenzialmente diverso dall'insieme di A che fa B.
Appunto ma "il simile è opposto al dissimile", cioè A unito all'insieme di B è l'opposto di B unito all'insieme di A. E anche il diverso al l'identico, infatti A non è B in quanto diverso ed A è B in quanto essente, in quanto condizione di A e di B è il loro essere. ( "l'uno proverà non altra condizione" appunto la condizione del loro esistere è il loro essere, ciò che li fa identici, qui è molto interessante l'analisi dell'analitica trascendentale da cui Kant prende spunto) "Anche questo è cosi." "Ma anche questo risultò, cioè che l'uno è identico alle altre cose", ma non come risultato dialettico del movimento, ma come immediato come originariamente posto.
Qui Platone non dà sponda allo Hegel, ma è lo Hegel che mal interpreta questo "risultato" come divenire altro del posto determinato. " l'essere identici alle altre cose.." è posizione dell'essente degli enti.
. è opposta condizione.." ecco qui Platone diversifica l'identico e quindi produce scissione dove alcuna scissione è possibile dell'essente e lo fa sulla deduzione matematica del suo discorrere.".. all'essere diversi dalle altre cose". Sopra ho spiegato contenutisticamente il ragionamento insiemistico di Platone che lo porta a queste considerazioni dell'ente.Poi il discorso segue analiticamente quanto posto da me sull'assunto platonico di quanto in realtà ogni giudizio sintetico, ogni condizione, che per essere deve esser condizionata da qualcosa che non è (quel la stessa cosa), è già giudizio analitico, è nell'essere che vorrebbe condizionare. Ogni apofantico è semantico.
Questo fatto non chiarisce affatto la tua proposizione sopra che dice "la ragione è più chiara della poesia". Io con esempi ho chiarito il contrario, e sempre io ho chiarito ciò che per me è ovvio e chiaro ma per te è fosco e ambiguo, la ragione.
Per una volta tenta di usar ragione.
Se lo hai capito, il primo capitolo della fenomenologia, dai che se lo hai capito, dovrebbe risultarti facile spiegarlo.
Naturalmente non puoi discutere continuamente ciò che affermi, altrimenti che affermazioni affermi?
Ma non ti arrabbiare, il mio è un gioco. Però come in ogni gioco qualcosa di vero c'è. Ho scritto che è difficile capire, non spiegare quando si è capito. Chi non riesce a spiegare lascia il dubbio di non aver capito. Lo dice Hegel, non io. Non rispondo a tutto quello che scrivi perché tocchi troppi argomenti. Inoltre non c'entrano con l'articolo. Tuttavia visto che parlare dell'essere è parlare di ciò che è come è in tutto, allora anche se si scrivesse del nulla tu potresti sempre scrivere che nel nulla c'è il momento positivo che è un essente, e così ad indefinitamente. E sono sicuro lo faresti. Ma non occorre aver un'opinione su tutto, qualche volta si potrebbe anche lasciar andare. Il Parmenide è difficile? Bene, bontà a chi lo capisce. Plauso a chi lo sa spiegare. Tutto qui.
Mi conosci, non mi arrabbio affatto quando so di esser nella completa ragione, non dovresti smarcarti proprio adesso che il KO è diventato Ok. Forse non ti concentri quando leggi, forse ti rileggi troppo, sta di fatto che io qui ho solo demolito le tue affermazioni, senza prezzemoli e "lo". Sul resto di quello che scrivi non capisco...
Lascialo alla ragione di deciderlo.
Non alla poesia.
;-)
Beh, la sfida delle 100 birre é interessante. Potrebbe essere una competizione in cui vota il lettore. E se non sei arrabbiato io sono molto più contento. La rabbia è un sentimento negativo che non deve albergare mai, soprattutto in filosofia.
mi arrabbio solo con gli stupidi arroganti e per qualche motivo ancora non ti reputo tale. Ma a volte la sfidi alla grande questa tua reputazione. Certo credo che tu pensi di cavartela con le sole parole, tento di mostrarti che le sole parole posson esser belle, ma non hanno alcuna ragione se non glie ne diamo e il bello è insufficiente.
Ma, adesso, a parte chi ci può stare all'ascolto qui del nulla, hai compreso le figure dell'incongruente e contraddittorio che hai prodotto nelle tue poche ultime qui? Perché è questo quello che mi interesserebbe portarti a galla. Mostrare a te personalmente che dici che il bianco non è il bianco. Hai letto nelle mie e dalle tue perché di queste disgrazie della ragione nelle tue folli ragioni? O forse credi ancora di aver ragione nelle sragionate tue affermazioni? Cioè ci leggi forse confusione nelle mie? Perché allora, anche quando, come per Goedel, ti aritmetizzo le tue banalità forse che per una sorta di difesa condizionata caratteriale, ti si obnubila la ragione? Cioè la butti in cagnara o credi di avere ancora ragione? Fatti leggere i post da qualcuno che sa qualcosa di logica e poi torna da me con queste monolitiche certezze frantumate caro Leretico, perché sei folle.
La ragione è chiara, la poesia ambigua. Chi capisce sa spiegare, chi non sa spiegare potrebbe non aver capito. Non ho mai detto che tu non hai capito, ma tu hai inteso che io abbia affermato che non sai spiegare. Io sono stato generico, tu l'hai presa come accusa rivolta a te. Tu disprezzi la poesia, perché è produzione, io no, perché è volontà, la volontà è umana e a me piace chi ha coraggio di essere umano. Quindi nella discussione ho ragione io, per logica non per altro. Il Parmenide è difficile ma chiaro per chi lo capisce. "Lo" Hegel è difficile da capire ma è facile spiegarlo se lo si è capito. Chi non riesce a spiegare "lo" Hegel potrebbe non averlo capito. Quindi io ho ragione.
Sei un burlone. E penso anche che tu abbia abusato della mia pazienza. :-) la ragione è chiara dici . Si la ragione è talmente chiara che fai poesia. La ragione è lo strumento filosofico per eccellenza e non vi è cosa più complicata ed oscura, tanto è vero che i testi filosofici non li leggi perché non li capisci. Come chiunque non li legga, non li legge in quanto di difficilissima comprensione, ora se la ragione è chiara questo contraddice i testi di filosofia, ma si sa che i poeti come te non hanno bisogno di ragione appunto per affermare i loro pensieri.
Per filosofia e oscura per poesia. Ma tu! Poeta che ne puoi sapere? Certo ti è chiara la ragione a te oscura, sei un poeta?
Quella signora casalinga che da fondo i banchi di una conferenza urlava in direzione del filosofo Severino ".. E allora deve spiegarsi meglio con un linguaggio comprensibile a noi umani.." (A proposito di ragione chiara), ma non tanto per la disperazione con cui questa casalinga, io credo anche giusta dal lato del senso comune che proprio collide con ragione e quindi esorta filosofia appunto ad esser chiara "per lei", ma per l'ingenuità poietica in cui queste genuine ed ingenue richieste e parole tuonavano e pretendevano del mondo che in quel momento si presentava contro di lei, e quindi Con nessuna ragione. La ragione è chiara a me che la studio da mattina a sera, dammi retta Leretico, non certo per la casalinga.
La filosofia (la ragione) è un animale selvaggio e come tale non sopporta la compagnia ddegli addomesticati e in fatto di sopportazione la cosa è reciproca. Quando l'addomesticato plaude filosofia i significati che si presentano sono due, o l'addomesticato si è fatto selvaggio o il selvaggio è addomesticato, in quanto contesa fra i due non lo permette. Allora delle due l'una. Diffida degli applausi L'eretico o confida di non esser nella ragione.
Ti è chiaro ora il passaggio del Parmenide?
Se tu mi dicessi di si, allora dovrei guardarmi alle spalle, pur quel si detto da un poeta.
Parmenide è chiaro per chi lo studia e lo ha capito. Sarò anche un selvaggio poeta che ti ricorda la casalinga delle lezioni severiniane, ma fraintendi quello c he intendo. "La ragione è chiara" è un'affermazione che ti disturba? Non riescco proprio a capire perché. La ragione è fatica? L'uso della ragione può essere faticoso, ma la ragione non è per questo oscura. Una volta che le cose si capiscono sono chiare. Cosa c'è in questo concetto che non ti piace? Hegel dicce che nel momento in cui si riesce a spiegare un concetto agli altri allora si dà prova anche a sé stessi di aver capito, altrimenti rimane il dubbio. Cosa c'entra questo con il senso comune? Secondo me non sei nella direzione giusta, stai menando fendenti al buio. Quindi ho ragione io. (Era una provocazione, non lo avevi capito?)
QUindi, essendo il Parmenide un testo "sacro" della ragione, non è affatto chiaro per il senso comune che lo sia, altrimenti, invece di leggere novella2000 il senso comune leggerebbe, magari in compagnia di una buona seduta meditativa dove dico io, il Parmenide. Un punto lo abbiamo chiarito. Vedi che la poesia e la filosofia possono incontrarsi se si sforzano. Poi sono contento di lasciarti la ragione, ma solo poi...
è chiara a se stessa. Ma non tutto è nella ragione. Altrimenti tutto sarebbe della ragione, anche le contraddizioni che sopra hai scritto.
confondi Hegel con Einstein, ma anche questo ti è concesso.
troppe generalizzazioni sui cittadini del Canton Ticino, questo si significa discriminazione. e io delle generalizzazioni ho paura e non mi fido affatto...
per poi scoprire, nel dettaglio, che era tutta una bufale. si, una bufala, ma i facinorosi della politica ci campano sulle bufale organizzate per colpire e le generalizzazioni nascono quasi sempre da esempi prima ancora che particolari, stupidi e anche erronei il più delle volte. Quindi reputo l'articolo facinoroso, partigiano e assolutamente inadeguato per criticare il canton Ticino. TI piace di più messa così Leretico, sono stato abbastanza chiaro ora per te?
Prelievo sui conti confermato: il salvabanche è a carico nostro.Già spesi 3,6 miliardi per il default di Etruria
Già spesi 3,6 miliardi per il default di Etruria
aumentano le gabelle e risorge pure l'anatocismo.
L'articolo parla del concretissimo risultato di un referendum, che ha un significato molto preciso, se lo si vuole intendere. Ma c'è sempre chi, per gusto di bastian contrario, dice che lo può negare, tanto si può negare tutto e il contrario di tutto. Sofismi? Ci sono però giudizi che si guadagnano proprio con quest'atteggiamento, e quelli vengono da chi legge e si fa un'opinione. Mi sa che le 100 birre che pensavi di aver guadagnato sono a rischio...
Del referendum il bastian contrario non sono io che lo accetto, ma sei tu che lo accetti in actu signato ma lo neghi in actu exercito. Anche qui adoperi la poesia e dimentichi la filosofia. Un referendum a cui si dice sia che vinca il si e sia che vinca il no vince il no, ti pare un referendum?
Ma, probabilmente lo sono per chi è abituato ad affrontar ragione. Non per tutti.
Cazzo, discuti l'esito di un referendum? Ma che democratico sei?
Ma, allora si fa a meno di far referendum, no? E poi si fa a meno delle democrazie. Non discuto una sana critica, ma far passare per dispotica la democrazia diretta, son fanfarate, in quanto è ovvio e normalissimo che nel tempo delle tecnologie io e, vedrai, anche tu, che ora hai le bende sugli occhi, non ci accontenteremo più di 600 scoreggioni al posto nostro per scieglire sulle vere questioni.
Adesso non scrivere che sono arrabbiato perché ho scritto cazzo.Solo che con te le provo tutte, anche con le parolacce.. :-)
Discuto l'esito del referendum? Certo, ma nel senso di ciò che esso indica. Come mai tendi a mischiare sempre le carte? La democrazia significa discutere e argomentare intorno alle sue decisioni. Non ha nessun senso, nessun senso davvero, dire che se si accetta la democrazia allora bisogna essere d'accordo sul singolo responso che da un evento democratico emerge: tale affermazione è un castroneria bestiale. Non è questo il senso della democrazia ma della dittatura (della maggioranza o peggio di altro a cui non voglio pensare). La democrazia diretta è molto pericolosa e dimostra nel caso della Svizzera di rappresentare un mezzo nelle mani di pochi interessati e furbi che, cavalcando il malcontento popolare del momento, approfittano per assumere poteri enormi. Grillo è uno di questi furbi.
Discutere di qualcosa non significa qualcosa, in quanto appunto qualcosa non è la sua discussione. Discutere dell'esito di un referendum non significa l'esito del referendum, in quanto appunto l'esito di un referendum non è la sua discussione. Allora, in quanto discussione non ho nulla in contrario sulla opinione altrui, ci mancherebbe. Ma la democrazia non significa affatto discutere e argomentare intorno alle sue decisioni, argomentare e discutere intorno alle sue decisioni è appunto opinione della democrazia. La democrazia quando decide, se lo fa democraticamente, lo fa attraverso il voto di maggioranza con referendum, uno strumento di consultazione democratica. Discutere l'esito di un referendum come opinione della minoranza sulla decisione presa in maggioranza è lecito e da democratico. Prendere a pretesto l'esito di un referendum per attaccare la democrazia e dirsi democratici è contraddittorio.
Prendere a pretesto l'esito di un referendum per attaccare la democrazia invece non è contraddittorio. Tu attacchi la democrazia dicendo che non l'attacchi, questa è la poesia.
Che attacchi qualcosa per migliorarla è contraddizione, in quanto il qualcosa è l'assoolutamente altre del qualcosa migliorato, è talmente altro che del qualcosa, il qualcosa migliorato è la sua morte.
È dire una sciocchezza in termini.
Ti ho detto che sei sul dito, spostalo che vedi la luna.
Io critico la democrazia diretta perché sostengo che sia un mezzo non democratico in mano ai furbi manipolatori. Sostengo che la democrazia rappresentativa è migliore e più saggia, non senza gravi difetti ma migliore della democrazia diretta. Tu confondi come al solito le carte non distinguendo tra i due tipi e accusandomi di contraddizione dove non c'è. Ma fai di più, dai implicitamente per scontato che democrazia sia solo quella diretta. Volontà completamente fuori strada, illogica. Inoltre confondi il concetto di critica intendendolo come negazione, quando invece critica significa "discorso intorno a". Nel tuo mondo booleano manicheo radicale non esiste la possibilità di analisi di un risultato di una decisione democratica? Nella mia definizione di democrazia è incluso il concetto di critica delle decisioni, di possibilità di ritorno sulle decisioni. Tu confondi democrazia con procedura, tecnica insomma, io ho un'altra
idea, più epistemica, figlia della mia volontà. Che il dialogo e il confronto, che la ponderazione del saggio rispetto agli eventi e alle basse passioni permetta decisioni migliori. Ricordo che la Svizzera ha rifiutato fino agli anni settanta il diritto al voto delle donne perché la democrazia diretta non riusciva a far superare questo grave ostacolo alla civilizzata società elvetica, faro del mondo moderno. La democrazia diretta favorisce le peggiori attitudini e i peggiori sentimenti delle maggioranze mobili che via via vengono coinvolte. Un mezzo per i furbi e gli scaltri per ottenere il dominio a spese della comunità.
Vuoi la democrazia diretta. ;-)
Ci vuole poco Leretico, ma se hai tanto nella testa, altrimenti è impossibile aver ragione.
Chi ha tanto avrà capito che la democrazia che si rappresenta è un velo della democrazia come il trascendente è un velo dell'immanente. Ti sembra che io possa confondere qualcosa? Sei presuntuoso. Dire che si discute intorno Significa negare l'intorno, in quanto appunto, ma adesso è la seconda volta che aui lo scrivo, dire dell'intorno non è (negazione appunto) l'intorno, ma qui ci vogliono anni di letture Leretico.
Per la prima volta. Ma se te lo scrivessi anche mille volte tu diresti che scrivo e non dico niente, per quella oresunzione che non tende alla profondità, ma si serve del nulla delle parole per sostituire quella.
Sono le parole messe insieme non per necessità, ma per far poesia.
Sei per la democrazia si o no? Punto. Poi se sei per la democrazia rappresentativa e non sei per quella diretta, significa che sei e non sei per la democrazia. Lo sei in quanto rappresentazione, non lo sei in quanto democrazia. Un esempio, come quelli che io faccio sempre al contrario di te: sono per il cayak sui fiumi, un bel giorno arrivi sulla riva con un tuo amico appassionato e ti fermi sulla spiaggia, tiri fuori dal tuo zaino una bella rivista sportiva e ti metti a leggere mentre lui ti esorta a fare un giro sulla sua bellissima canoa: ma io sono per il cayak sui fiumi che leggo sulle riviste. Allora non sei per il cayak sui fiumi. Sei per una sbiadita immagine dei cayak sui fiumi. Ok?
...
Nessuno discute che ami leggere i Cayak sulle riviste, ma non puoi dire a chi lo fa e si fa fotografare per le tue riviste, non farlo perché è pericoloso farlo e pretendere di non capire che questa critica al Cayak è un avversativo non solo nei confronti del cayak diretto, ma anche di quello che tu ami vedere sulle riviste...
Che non è democratica, e una democrazia rappresentativa appunto è un'immagine sbiadita della democrazia diretta, si che in aualcosa di essa questa manca, è un'immagine della democrazia, e non è diversa la pericolosità della gestione dell'immagine piuttosto che della gestione dell'originario. Non è "influente" (non mostra la differenza tra la rappresentativa e quella diretta) il tuo ragionamento che dice che la democrazia diretta è in pericolo di esser manipolata da pochi furbi, in quanto l'immagine (l'attuale rappresentativa)è già nelle condizioni in cui tu solo supponi che ciò possa avvenire per la diretta. La diretta coinvolge più persone, tutto qui, altrimenti è indiretta come ora.
capisci??????!!!!!!!!! :-)
Sono banalita, è? Ma sembra che in mano tua diventino bestialità... Cosa non ti convince di questi elementi del pensiero genuino?
Non vedi i furbi della democrazia indiretta?
Usano la respubblica?
La poesia, la democrazia sbiadita, il cayak, la lettura... qui siamo di nuovo alle cime da scalare, tra chi dice di scalarle mentre solo le vede e chi le scala davvero. Insomma la solita minestra, mentre i concetti sfuggono e vengono alterati dalla presunta verità che non è che retorica. Per me la democrazia diretta non è vera democrazia, ma una sbiadita forma di democrazia. Manifesta il volere temporaneo di una maggioranza vittima della manipolazione emotiva del furbastro di turno. Come posso spiegare in altro modo il mio pensiero? Eppure l'ho ripetuto in mille salse e anche con un esempio evidentissimo nel mio articolo. A che serve il cayak se non si "vuole" intendere, perché di volontà si tratta, che è proprio dell'andare con il cayak che io tratto?
... quelle indiretta, poi ci mettiamo anche le cime tempestose e il kayak... nel tutto ci sta tutto vero? Dru a quanto pare ha proprio colto l'essenza che permea il tutto, beato lui. E quando arrivi lì il resto non esiste (anche perchè oltre al tutto, a occhio, non credo ci sia dell'altro). In quella condizione sei come l'asceta che meditando ha raggiunto LA consapevolezza. Lodevole, quanto inutile a questo punto e probabilmente senza senso alcuno, il suo tentativo (di Dru) di far comprendere la sua verità a noi profani.
Ci vogliono anni di letture per capire che dire è non dire? Mah! "Discorso intorno a" significa argomentare su qualcosa, ma non per forza negare quella cosa. Questa tua interpretazione (che la critica sia negazione) è una deduzione gratuita, è un processo alle intenzioni in cui indulgi troppo spesso. Inoltre "anni di letture" suona in senso dispregiativo perché qualcuno (ossia tu) avrebbe fatto invece le letture per anni che io invece non avrei fatto. E questo qualcuno (sempre tu) è in grado anche di dare la patente di lettore adeguato e certificare se il malpensante inopportuno, oltre ad avere letto, magari ha capito o meno quanto ha letto. Concederai che questo sì è essere un po' presuntuosi, con una punta di arroganza, che non guasta mai nelle insalate di verità. Concederai?
Ubaldo pubblica il mio scritto sulla democrazia che ti ho apena inviato invece di trovar parole che non trovi, che qualcuno lo capirà, non è importante che lo capisca tu e Leretico a questo punto.
Criticare Dante è Dante Leretico?
...
...
Hai compreso il principio di critica? Non credo.
Si Leretico io sono presuntuoso, non sono ipocrita.
La critica di qualcosa ha un difetto rispetto ad ogni altra cosa, che il negativo in lei è il positivo e il positivo è il negativo, si che si produce una doppia contraddizione. Che la critica crede di esser positiva, ma appunto più la critica è positiva e più essa nasconde ciò che essa afferma, mentre più la critica è negativa e più afferma quello che vorrebbe negare.
"Si Dante tu sei un poeta". Critica positiva al poeta Dante che è poeta Dante perché (in questo caso critico) lo dice la critica, si che la valorizzazione dell'affermazione di Dante non è data in se e per sé, l'oggetto non è dato se non per la critica, cosicché l'oggetto in quanto oggetto non è e è costituito in critica, il valore è dato per altro, la critica appunto. "No Dante tu non sei un poeta". Critica negativa al poeta Dante che non è poeta Dante (in questo caso specifico) lo dice la critica, si che la valorizzazione dell'affermazione di Dante è data in se e per se, l'oggetto è dato per la critica che altrimenti non potrebbe criticare.
Eppure mi sembra così semplice?
Come per ogni critica, che vive dell'oggetto che critica, pensa a quanto faccio bene a questo foglio se davvero lo senti criticare adesso per causa mia, e adesso che hai gli elementi scritti di cosa sia la critica apprezzami se vuoi bene davvero al tuo giornale. Con tenera simpatia.
mai nessuno della pochezza valsabbina ti ha pungolato sull'argomento Dru, sappi che sono pronto a cambiar foglio. Ma sii sincero sull'argomento, sai che io son filosofo, come le Erinni.
Produce una serie di contraddizioni che non soporto. Dunque, il far comprendere una propria verità è l'assurdo, in quanto come affermazione presume che la verità sia di qualcuno, ma il produrre qualcosa è la negazione della verità e così che la verità sia di qualcuno. Eppure lo hai scritto in quelle poche parole contraddittorie. Ma si vede che non le hai capite. Hai scritto dell'essenza del tutto, e se l'essenza è del tutto come può essere anche di qualcuno? Possibile che non capisci che se è di qualcuno l'essenza allora non è di tutto? :-)
...e ci mancherebbe. Da comunicatore noto però che nonostante le tue continue sollecitazioni pochi sono coloro che disquisiscono con te. Non si sentono all'altezza? non glie ne frega niente delle tue argomentazioni? Rimangono in muta ammirazione? Non lo so. So che il dialogo a senso unico non esiste... e forse questo ha un po' a che fare anche con la democrazia diretta.
O Nimi Cargnoni è nessuno o quel nessuno risulta una bugia. Ha fatto togliere un articolo per polemica nei mie confronti. Quindi, tornando alla ragione argomentativa ti esorto ad esser più preciso. Perché dire che Nimi Cargnoni è nessuno? In fondo mangia, dorme, e qualche volta, dato il buon Dio, favella.
Le volte che ho sellecitato su alcuni alti pensieri qualcuno dei lettori più interessati ha risposto. Prima di tutto ci vuol coraggio all'esortazione e io quella l'ho, in secondo non è scontato che qualcuno risponda, ma sempre il mio coraggio accompagnato da intelletto le produsse le interazioni. Quindi se alcuni non si sentono altri si si sentono eccome e sono anche molto preparati.
Rimangono in muta ammirazione? Dev essere per il risultato di alcune interazioni personali che non hanno mai scritto, per quelle è positiva l'indicazione della tua domanda.
Non gliene frega niente delle mie argomentazioni? Per altri è molto probabile, come per me la Gazzetta dello Sport l'ho letta una sola volta (magari anche di più non posso giurare), in un prato dopo... Emh
Anzi, per la verità prima l'ho letta e poi l'ho utilizzata.
Non sei contento per come lo conduco? Eppure da quando qui dialogo, finalmente per me non si producono più, o molto poco, i soliti teatrini dei quattro facinorosi sempre pronti a bastonar l'aria, e si argomenta, si cerca di farlo. Non è che l'argomento è un raccoglier primule, pensi a questo Ubaldo? vuoi che parliamo di fiori e ci mandiam carezze? È questo che desideri?
Solo mi viene il dubbio che dopo un po' di commenti molti non capiscano di cosa si parli. Leretico sollecita approfondimenti in merito alle diverse forme di democrazia e tu, con inoppugnabili argomentazioni, ci vieni a dire in sostanza che la democrazia è democrazia e basta. Che se non si vuole essere contraddittori la si accetta o la si rifiuta. Sarà. Io, da ignorante, ti dico solo che rischi di parlare da solo. Tutto qui. Contento tu: a me e credo anche ai miei lettori, non dà nessun fastidio
Nessuno si offende, ci mancherebbe. Dru secondo me quando decide di fare il bastian contrario non c'è nulla da fare. Sul concetto di chiarezza ha una sua opinione personalissima, che non coincide affatto con quella di Hegel, "lo" Hegel come scrive sempre Severino. La ragione comunque è altro rispetto a quella che lui intende, ben altro. Lui scrivendo non vuole far comprendere la sua verità ma la Verità. Ovviamente crede che non solo il dire la Verità sia possibile senza che ciò sia una volontà, ma anche di aver capito cosa essa sia tanto da saperla spiegare. Siamo sempre noi, poveri disprezzatissimi poeti, che non capiamo, perché deficitiamo della capacità di arrivare a ciò a cui lui arriva (le cime, il kayak). In pratica deficitiamo ossia siamo "deficienti". Invece io penso che Hegel, ma anche Popper e innumerevoli altri avevano ragione che chi non si fa capire non può dire che gli altri sono deficienti.
In merito al post ID68563 che contiene il "sì Dante tu sei un poeta". La tua dissertazione lì è oscurissima. Infatti scrivere "la valorizzazione dell'affermazione di Dante" confonde il lettore. Ma di chi era l'affermazione? Della critica o di Dante? Mistero! Inoltre l'uso del termine "affermazione" risulta doppiamente oscuro perché mancando il soggetto potrebbe essere inteso come il riflessivo affermarsi di Dante piuttosto che il risultato dell'affermare ossia una preposizione. A me sembra questo pensiero incredibilmente confuso, ma secondo te sono io che non capisco, sai la filosofia non rispetta la grammatica, non ne ha bisogno, le regole dello scrivere non sono necessarie. Hegel, non "lo"Hegel come dice Severino, aveva ragione.
Hai visto che in Francia il Sabato alle 20:30 qualcuno ancora lavora? Vediamo la tua seconda, perché quella ho letto: a parte che se "si Dante tu sei un poeta" non vuol signficare che Dante un poco anche follamente si guardasse allo specchio e con la seconda persona singolare si chiamasse e richiamasse la propria attenzione verso quel Dante che è egli stesso, che ti sia oscura è un problema tuo, ma non dirlo nemmeno tanto a voce alta, perché non tutti son confusi, anche se sai che non amo disquisire sulle virgole, come non amo rileggermi dato quante e tante cose scriv. A parte questo... La critica può essere anche in prima persona, io posso benissimo criticarmi che la critica non prende un altro aspetto, ma per wuesto tuo difetto di astrarre e ridurre tutto,
tipico difetto di chi non riesce ad esser proprio filosofico, ma propriamente linguistico e nozionistico, zingarelliano oserei dire, questo è talmente difficile come progetto che non trova alcuna vergogna a sostenere tesi assurde come le tue qui.
È su questo che io mi stanco Leretico, poi è inutile chiedermi di continuare la conversazione. Vuote parole che chiedono troppa pazienza e sincera amicizia per esser scoperte dalla pazienza ormai persa. Non c'é bisogno di noi due qui, questo dice Ubaldo del nostro dire, e quindi quando l'autorità docet, io seguo e lascio. Dici che sarei io ad insultare, punti di vista, ma poi continui a farlo insultando filosofia solo per il debito che con essa hai in quNto preferisci legger topolino. Insomma nessuno accusa nessuno in quanto lettore di topolino, ma poi voler disquisire di questioni alte proponendosi come il vendicatore solitario che prende a prestito proprio i filosofi più radicali e meno capiti linguisticamente per difendere le ovvietà topolinesche, fin qui non ci arrivo. Non prendertela, ad ognuno il suo diceva quel siciliano, no?
Ogni dì, o lo fai anche tu e la smetti di insegnarla solo, o non puoi dire che la frequenti e poi non la sai dire davvero nei suoi contenuti, ma la esprimi con parole vuote che la indicano. Anche un bambino sa dire che "Dio è morto", ma un conto è saperlo dire ed un altro saper nel profondo cosa significhi. Ma non è vero, ma non è vero scriverai. Ancora parole vuote. Scrivi qualche cosa di filosofico e non di poetico che di garantisco che sarò buon lettore, e non ti apparirò così acido. Se divengo acido è per le castronate scritte, non per il mio umore.
Non ci credo che tu hai solo 2 post a disposizione per scrivere. Ma lo fai per stile. Ma quale stile, smettila e concentrati sui contenuti, non sulle forme, a forza di legger vestito non sai chi lo indossa.
;-) su che qualcosa puoi ancora cambiare delle tue vecchie e polverose idee, i modelli son farti per esser cambiati.
Significa l'affermazione è valorizzata, il soggetto è l'affermazione. Ma dobbiamo tornare alle elementari? Non avevo capito che stavi criticando il lessico, caro Leretico: se sono queste le cose che ti fermano, leggere lo Hegel ti diventerà impossibile. Ma quindi sta qui il limite, quindi concludo che di quella disertazione sopra intorno la critica non mi sono fatto comprendere da te, è così?
Dissertazione.
Da una parte sta la critica, dall' altra sta Dante e la Critica e Dante sono gli oggetti del contedere, sono le cose che vogliono far emergere "Dante" in quanto "Dante è un poeta", l'affermazione appunto, che Leretico, stai qui sull'attenti, non è né Dante né la Critica, ma un terzo oggetto, infatti sia Dante che non significa sostanzialmente "è un poeta" sia la Critica che non signfica sostanzialmente "Dante è un poeta" devono mostrare la necessaria implicazione del predicato al soggetto. Ecc.., ecc.. Ancora un passaggio che forse porta a galla l'intuizione profonda che ci vuole per comprendere i passi sopra, se la critica vuol essere, allora Dante come poeta muore, in quanto è la Critica che sostiene l'affermazione... Cioé è per la Critica e non per Dante che Dante è poeta ha un valore...
Non è un problema di tutti, i pochi che vedon con chiarezza non hanno bisogno del tuo controcanto per capire cosa scrivo. Se fossi in te lascierei le armi scolastiche per contestare le affermazioni ( che appunto non sono di quello o dell'altro per essere) e, insisto, mi concentrerei sul contenuto.
Perché la democrazia rappresentativa dovrebbe essere più saggia? Per poesia o per filosofia?
Innazi tutto scirvi sei post senza aver letto la mia tesi e poi rispondi senza rispondere, non so quale sia il motivo ma tant'è. Ripeto: sei post per dirmi che non capisco la filosofia? Ma la mia era un'obiezione sulla incomprensibilità derivante dall'uso, appunto, scorretto della grammatica che fa diventare incomprensibile il testo. Hegel? Ti vorresti forse paragonare ad Hegel (scusa "allo" Hegel)? Nonostante io apprezzi spesso il tuo coraggio, in questo caso paragonarsi ad Hegel è solo presunzione con un pizzico di arroganza. Quella proposizione risulta oscura dunque non perché ci sia un irrangiungibile significato che la mia povera mente poetica non riesce a raggiungere, ma perché è grammaticalemente scorretto. Ecco tutto. Forse può essere chiaro per te, che usi un codice grammaticale tutto tuo, ma non lo è per me. Ai posteri l'ardua sentenza sulla chiarezza di quelle frasi.
Ilcontenuto non è chiaro perché non si capisce e quindi non può essere discusso ne pres in considerazione. Come potrebbe esserlo se non viene capito? Occorrerebbe un miracolo: leggere nel pensiero. Cosa di cui non sono capace, alemno per adesso.
La critica a Dante e al profondità di quest'argomentazione mi sembra un abbaglio, ma questo l'ho già affermato. La critica che da sola farebbe il valore di Dante, annichilendolo come poeta mi sembra il solito concetto manicheo che tutto ciò che non è bianco è nero. Se il valore a Dante lo assegna la critica allora Dante in sè come poeta non ha valore. Alla faccia della complessità! Ma dove sarebbe mai la complessità? La necessaria implicazione non è necessaria, perché la relazione tra critica e Dante è posta da chi afferma e non è quindi necessaria.
Poi il concetto di critica che più è "positiva più nasconde" è secondo me una "petitio principi" ossia pretende di dimostrare e invece dichiara come dimostrato ciò che invece è nuovamente il presupposto da cui parte. Infatti la critica non nasconde mai il suo oggetto né il suo valore. Criticare significa argomentare intorno a un oggetto, cosa che non lo nasconde affatto, né lo sostituisce nel suo valore. La critica negativa non evidenzia maggiormante ciò che intende negare, anzi né lascia intatto il valore, che come essente non può essere trasformato, manipolato, annichilito da una qualsiasi azione frutto della volontà. (Quest'ultima è un'affermazione filosofica comprensibile e grammaticalmente corretta). Noterai che non ho aggiunto affermazioni che non puoi capire la profondità di quanto scrivo, né che ho fatto le cime degli ottomila, né che ho disceso le rapide del gran
canyon con il kayak.
Ma hai fatto nuovamente poesia negando ciò che affermi.
Scrivi "La necessaria implicazione (soggetto) non è necessaria (predicato che contraddice il soggetto), perché la relazione tra critica e Dante è posta da chi afferma e non è quindi necessaria." Dimentichi appunto una particella, un punto indirimente per poter dire che tra Dante e la critica di Dante non vi è necessita nella sua affermazione, la particella è "vuole" cioè "vuole porre" e non, come affermi tu contraddittoriamente, "è posta", in quanto se lo fosse, posta, la necessità sarebbe. È posta da chi afferma è la critica e quindi è necessaria. "Vuol" esser posta da chi afferma o è posta da chi "vuol" affermare è il tentarivo critico di dare ciò che pensa di dare a Dante che non ha quel "posto" che è voluto porre dal senso critico. Si che la volontà di critica toglie all'opponente criticato ciò che è poiché così lo vuole.
Allora è necessaria, quindi calma nello scrivere, magari fai come nello scritto in democrazia, scrivi prima e poi pubblica. Ti aiuta ad esser chiaro. È vero sei rimasto in valle.
? Perché non dici semplicemente che non hai capito tu, invece di coinvolgere la chiarezza delle mie affermazioni nella tua ambiguità? O sei in grado di sostenere la mia di ambiguità, con argomentazioni non con invenzioni grammaticali che non hanno nulla della grammatica, invece di continuare a negare ciò che dici ed affermi, o lascia la comprensione all'intersoggettività e non aprropriartene continuamente con ambigue tesi che claudicano in sé e per sé, senza bisogno di produrne plessi continuamente contraddittori. Un consiglio da amico.
"Il contenuto non è chiaro perché non si capisce". io non scriverei mai per tutti, appunto pretendendo di esserne sopra, in quanto non sono un arrogante come te. Dru scrive in questi casi, come in altri in cui non si dovrebbe coinvolgere retoricamente la comorensione tout court come fai tu, e ti sfido a trovare qualcosa che mostri il contrario, "il contenuto non mi è chiaro perché non ho capito" o "non ho capito", quanto mai arrogante è il tuo ripetere che "non si capisce" ma chi credi di essere?Mai e poi mai mi arrogherei il diritto di pensare per gli altri, a proposito di vette e di arroganze che si esprimono appunto continuamente, ma che non si ha l'altezza per sostenere se non poeticamente, io affermo di altezze che ho frequesntato, ma non mi considero Dio come te in quanto la comorensione è tua.
Non darmi del tuo per carità, se non per verità.
Ho fatto alcuni quattromila.
L'ho mai detto? Credo che i paragoni squalifichino l'unicità, deprimendone la grazia. Non è nel mio carattere paragonarmi ad alcuno, mi sento unico.
La democrazia dell'espulsione Si definisce paradossale quella proposizione che sembra contraddittoria, perché contro il senso comune, ma si rivela infine sorprendentemente vera
Non ci resta che andare a Rimini Il conte zio, anonimo e malefico di mazoniana memoria, ben si presta a rappreesntare la realtà odierna, in questa interpretazione che ne dà il nostrro Leretico
Davigo e la fidanzata del prete Piercamillo Davigo, ma soprattutto una giustizia ritenuta giusta solo perchè segue pedissequamente delle procedure, nel mirino oggi de Leretico
La condizione del fachiro e i cercatori di merda E' utilissimo per concimare, lo sterco. Bisogna però vedere cosa si intende far crescere. Gustosissimo (si fa per dire) questo "Eppur di muove" del nostro Leretico
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Dell’intelligenza artificiale possiamo dire tante cose ma una in particolare dovrebbe colpirci, farci fermare per un’analisi più attenta.
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Ogni volta che scoppia una battaglia tra Israele e i palestinesi ci sovviene il titolo di un famoso libro scritto da Eric Maria Remarque intitolato “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. Una storia di guerra finita male.
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Da qualche decennio esiste un movimento, nato negli Stati Uniti, che ha preso piede a poco a poco anche negli altri paesi occidentali. Il suo nome è vagamente inquietante
Che cosa accomuna il massacro di Katyn del 1940 all'odierna invasione russa dell'Ucraina?
L’homo sapiens, che comunemente chiamiamo uomo, sembra abbia molto in comune con lo scimpanzé. Ma, quanta differenza ci sarebbe tra i due? Pochissima
In un freddo pomeriggio di novembre, nel Pronto Soccorso degli Spedali Civili di Brescia, quando erano già passate cinque ore in attesa...
Due fattori saranno determinanti nelle elezioni politiche italiane in programma il prossimo 25 settembre: la credibilità (fattore C) e l’influenza della Russia (fattore R).
La guerra in Ucraina dura ormai da molte settimane e dopo un primo attimo di sbandamento, l’Europa, per la prima volta dopo molto tempo, con determinazione e unità, ha agito contro l’invasore
La sensazione, in Occidente, è che la guerra in Ucraina ci sarà. E come al solito la verità è un po’ più complicata di quella dipinta dai media e dalla propaganda
Nella letteratura ci sono due figure a cui possiamo guardare con una sottile inquietudine. Si tratta del Grande Inquisitore, che compare proprio all’inizio de “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij e del Grande Fratello, enigmatico e terribile personaggio di “1984” di George Orwell
ID68387 - 27/09/2016 18:43:45 - (Dolcestilnovo) -
Bravo Leretico: la Svizzera ha costruito il suo mondo di frutta candita sul denaro piu' sporco di Calimero, a partire dai tesori nazisti, per passare alle rapine colonialiste, per finire alle ruberie di dittatori di mezzo mondo piu' o meno crudeli.I minus habens alla Salvini dovrebbero leggere e meditare.Non sono pero' d'accordo sulle sirene: esse non sono che il desiderio di fare piazza pulita di una classe politica che ha fallito su tutti i fronti.