24 Aprile 2018, 08.13
25 Aprile

Le Acli e la Resistenza

di red.

Pubblichiamo volentieri il documento distribuito dalle Acli provinciali in occasione dell'edizione 2018 della Festa della Liberazione, con l'auspicio che si possano riscoprire, se ce n'è bisogno, i valori comuni riconosciuti nella Costituzione

 
"Io credo che in tempo di crisi sociale ed economica, quando c'è bisogno di soluzioni credibili, sia legittimo arrivare al 25 aprile chiedendosi se il Paese abbia ancora un "idem sentire", un punto di riferimento comune cui ispirarsi.
La domanda è certo drammatica ma la risposta c'è: è la Costituzione, un patrimonio comune scritto in un periodo difficile a partire da visioni del mondo vivacemente contrapposte eppure capaci di arrivare a una sintesi".

(Giovanni Bianchi)

Le Acli provinciali di Brescia riaffermano il valore del 25 aprile celebrando il maggior contributo che la Resistenza ha reso all'Italia: la Carta costituzionale.

Da settant’anni la nostra Carta fondamentale è tra le più moderne al mondo, per contenuti e stile giuridico.
I padri e le madri costituenti hanno scritto le regole per una Repubblica fondata su forti valori democratici: lavoro, uguaglianza, pace e solidarietà, nella consapevolezza che la piena realizzazione si sarebbe ottenuta soltanto dalla volontà di tutti e di ciascuno.

La Repubblica nasce quindi nel rispetto di questi principi e dall'impulso della Resistenza, segnando così l'avvento di un ordinamento democratico parlamentare, centrato sull'azione dei partiti di massa e su una diffusa partecipazione politica.
Ulteriori eventi di inestimabile pregio furono l'estensione del diritto di voto e il riconoscimento della parità giuridica alle donne.

La storia dell'antifascismo
è, dunque, storia della formazione di culture politiche profondamente nuove che si manifesteranno all'indomani della Liberazione.
La grande portata storica, culturale e profetica dei valori espressi nella Carta Costituzionale si veste di presente, nel ricordo di una storia comune di sofferenza e di distruzione, ma con lo sguardo rivolto a un futuro in libertà e in democrazia.

Parlare di futuro significa parlare di pace.
Noi faremo la nostra parte, con il sostegno a chi opera per la pace anche dentro ai conflitti, per dare voce a chi crede ancora nella fratellanza e nella nonviolenza.

È l'anima del popolo italiano che genera la Costituzione e che dalla Costituzione è espressa.
Anima che don Milani ha tradotto nel principio della responsabilità: "[...] Ognuno deve sentirsi responsabile di tutto".
Egli propone ai suoi ragazzi (ma anche a tutto il mondo) il motto I care, il contrario esatto del motto fascista me ne frego.

I care è così il simbolo della Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo.

Brescia, 25 aprile 2018




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