Filastrocca del 4 Marzo

Sono in tanti e son gentili, affettuosi e comprensivi,
parlan tanto e son attenti ai problemi dei votanti.

Sono belli nei santini e li vedi assai gioviali,
sempre amici mai cattivi,
tra promesse e promessine,
promessone ed obiettivi.

Son diversi beh tra loro,
ma più Liberi ed Uguali
se si tratta di alleanze
con gli amici fu nemici,
che li chiaman Democratici,
perché antico è ormai Dc, preferiscono la P,
se maiuscola è migliore.

C’è tra loro tante gente ch’è davvero divertente;
chi dimentica quel Nord non Lega(nte) con storielle,
necessarie per i voti di quel Sud assai malato,
prima cencio puzzolente ora tenero alleato.

C’è chi a Forza di parlare son vent’anni che promette,
oggi insieme ai suoi Fratelli, non più neri, ma moderni,
perché neri suona male, e la musica è importante.

Se Bonino sta a Tabacci, e Bonelli sta a Nencini,
a Bologna zitti zitti hanno fatto bei Casini;
mentre quando dei Valori non rimane che un pochin,
petalosi si finisce a giocar con Lorenzin.
E se proprio quel vaccino tu non prendere vorrai,
dona un po’ Potere al Popolo e vedrai vedrai vedrai.

Ma se c’è più MoVimento tutti scelgono cliccando,
e le regole cambiando molti vanno contestando.
Tanto poi del congiuntivo non importa mica assai,
è la forma ciò che conta, “Tutti uguali? Quando mai!”.

Cosicché poi viene il giorno per chi vince o non convince,
tanto in piedi o lì seduti sempre uguali si finisce.

Che sia giacca, jeans o zaino,
poco importa per chi è su;
quando l’abito non fa
ciò che il monaco già sa,
due parole son concesse,
si pronuncian yes o ja.

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