05 Agosto 2013, 07.55
Genitori & Figli

Quando il padre è mancante

di Giuseppe Maiolo

E' difficile fare i genitori ma ancora pi difficile fare il padre. Essere padre. Festeggiare il padre allora, pu essere importante, purch si rifletta

 
Un tempo la figura del padre incarnava il ruolo normativo e la madre quello affettivo. Oggi non è più così.
Meno male, c’è meno rigideza nelle relazioni.
Se i ruoli possono essere intercambiabili, le funzioni genitoriali, però, dovrebbero restare chiare, definite. Invece  la famiglia di oggi vive una stagione particolare: sembra essere sbilanciata sul materno.
 
Il che vuol dire più orientata al protratto soddisfacimento dei bisogni affettivi, economici e sociali dei figli.
Questo rende difficile l’emancipazione dei giovani e la loro autonomia, produce insicurezza e ansia, ritarda il raggiungimento dell'indipendenza.
Se la figura paterna è mancante o, sbiadita, rimane sullo sfondo nella vita dei figli, molto spesso è come se egli non ci fosse e mantiene quel cordone ombelicale che non lascia andare molto lontani dalla madre.
 
Un tempo erano i figli ad aver paura dei padri.
Ora sono questi ultimi che temono i loro figli e sono impauriti da un comportamento così difficile da capire.
 
La paura del padre è stata sostituita dalla nostalgia per quel genitore mancante, che non soccorre perchè non c’è, che non si odia, ma che irrita più per le cose che non fa e per le decisioni che non prende.
Un padre che non è più un referente se non per il fatto che sostiene economicamente la famiglia ma, ormai, neanche più in modo esclusivo, può fare solo rabbia.
 
La protesta che nasce da questi figli può essere, allora, dura e violenta.
Ha molto a che fare con una precisa accusa: “Hai disertato il campo, sia come padre che come marito”.
La sua latitanza, il suo non esserci o la sua abdicazione, non sono privi di conseguenze per l’ adolescente.

Questi se non può confrontarsi, non sa come modulare le sue richieste di autonomia e affrancarsi dalla dipendenza.
Non ha confronto.
Lo scontro generazionale, che pure ha la sua funzione, avviene all’oscuro, nello spazio in cui possono prevalere ora la tristezza e l’apatia, ora la noia e l’assenza di ogni progetto.

A volte anche la disperazione. E quest’ultima, quando non è fatta di gesti fortemente autodistruttivi, si manifesta con  sentimenti di paura e incertezza crescenti, ma anche con quei comportamenti fortemente trasgressivi che, spesso, hanno la funzione di convocare forzatamente il padre a rientrare in  scena. In questa ottica possono essere letti molti “messaggi” dei giovani come gli insuccessi scolastici, gli atteggiamenti trasgressivi e le pratiche a rischio, le condotte violente e l’uso di sostanze.

Giuseppe Maiolo


Commenti:
ID34590 - 05/08/2013 09:37:53 - (Giacomino) - Mi é capitato

di vedere giovani madri preoccupate del fatto che il marito-padre non diventasse troppo importante per i figli con il pericolo di fare diminuire la loro influenza sugli stessi che ritenevano di loro esclusiva proprietà. Probabilmente le stesse mogli- madri saranno le stesse che accuseranno più avanti i mariti di essere stati assenti sulla scena delle loro famiglie.

ID34592 - 05/08/2013 10:27:58 - (Dru) - Dove e siccome la norma non c'è la figura tradizionale del padre tramonta

Giusto (giustapposto e non necessario), il padre norma la vita dei figli quando c'è norma, ma noi viviamo il "mondo" frantumato, dove viene a mancare proprio il vincolo, la norma, o necessità, che è messa in discussione dal senso che diamo delle cose... le cose non sono, le cose divengono e nel divenire divengono altro da sé... questo è l'evidenza del "mondo".Questa evidenza, supportata ormai da ogni disciplina umana, riduce ogni relato (norma) o "condizione necessaria" ad una "condizione giustapposta" dove le cose possono stare come non stare e nessuno ( la figura del padre) ha la potestà di condizionarle.Ogni matrimonio giusto o ingiusto è un matrimonio più o meno riuscito, più o meno saldo, ogni legame (legge, norma) è relativo e non assoluto.

ID34593 - 05/08/2013 10:37:16 - (sonia.c) - hai ragione Giacomino.

c'è una debolezza che è più devastante di qualsiasi forza..è come la goccia che buca la roccia..è una forza negativa che usano alcune donne. è come la ragnatela del ragno ,il bozzolo di un baco che non si schiuderà mai..i danni sono immensi..

ID34594 - 05/08/2013 10:43:34 - (sonia.c) - queste madri ,donne ..

non amano. vogliono ,caparbiamente che tutto si pieghi ai loro desideri .non gli importa delle conseguenze! distruggono le vite che hanno creato perchè ,prima vengono loro e kle loro nevrosi. questo non è amore! l'amore è ,volere prima di tutto ,il bene dell'altro..un bene che ci ritrna indietro centuplicato. ma queste persone non lo sanno. la paura non permette la conoscenza. la paura di cambiare..quanti genitori affermano che si butterebbero nel fuocio per i loro figli! si! forse il fuoco vero! quello che abbisogna di pochi attimi di coragggio..ma il coraggio di ogni giorno ,il coraggio di cambiare ..è molto più difficile da affrontare e non lo facciamo quasi mai nenche per la luce dei nostri occhi:i figli.

ID34595 - 05/08/2013 10:50:57 - (sonia.c) - scusate 1 qui si parla di padri..

dove è l'autorevoleza dei padri? si oscilla fra il padre zerbino e il padre padrone ancora..purtroppo..parlo con una giovane coppia. il padre mi illustra i suoi metodi di educazione sul figlio di neanche due anni: ha lui lo sà che se non stà buono ,una bella "papina" ( non tanto debole sich!) sulla TESTA non gliela leva nessuno...sono riuscita solo a balbettare..la testa no! è roppo delicata...

ID34597 - 05/08/2013 11:00:59 - (Venturellimario) -

Su questo argomento avrei da scrivere pagine e pagine, avendo lo vissuto sulla mia pelle.Purtroppo concordo in pieno con Giacomino

ID34606 - 05/08/2013 11:40:07 - (Leretico) - La mancanza del padre

Sempre di più è chiaro il rapporto tra certi problemi sociali nei giovani e la mancanza della figura paterna. Nell'articolo si chiarisce bene che la mancanza non è necessariamente assenza, ma spesso ambiguità nelle funzioni genitoriali. Ora, la funzione del padre come genitore non può essere sostituita, pena la mancanza di ricerca di indipendenza nei figli. Mi sembra che il fenomeno dei giovani che rimangono in famiglia rinunciando all'indipendenza sia sempre più rimarcato e non basta giustificare il fenomeno con la crisi economica che obbliga le famiglia a sopperire le deficienze statali. Qui la questione si gioca sulla crisi della figura del padre. I giovani non hanno più il modello con cui confrontarsi, e lo cercano altrove: nel gruppo dei pari, nei leader dei piccoli gruppi sociali che li circondano. Sperando che tali gruppi non siano guidati da mele marce altrimetni i pericoli diventano concretissimi.

ID34607 - 05/08/2013 11:49:27 - (Leretico) - continua

La domanda a cui l'articolo non risponde è da dove deriva una situazione del genere. La risposta non può essere solo legata al cambiamento della famiglia tradizionale, anche se penso che questo fatto giochi un ruolo importante. Cioè non credo che tutto dipenda dal fatto che la figura della donna nella società sia cambiata redicalmente negli ultimi anni tanto da mettere in crisi il modello familiare in cui l'uomo aveva sempre avuto un ruolo dominante economicamente e socialmente. Credo invece che la giusta rivendicazione delle donne per una maggiore uguaglianza le abbia addirittura proiettate a cercare di sostituire, eliminandolo, il ruolo dell'uomo nella coppia e nella famiglia. Sembra che, conquistata l'indipendenza, la donna voglia fare l'uomo. Ossia assumere tutti quei comportamenti e atteggiamenti maschili legati al dominio nella società e quindi nella famiglia. E l'uomo? come reagisce? I giornali sono pieni di femminicidi

ID34609 - 05/08/2013 11:59:22 - (Leretico) - continua

e lungi da me il voler giustificarli. Sottolineo solo che sono un segnale di quel processo di crisi che investe l'uomo di oggi. Se si andasse in profondità nell'analisi delle violenze sulle donne si capirebbe che questa componente di assenza dei padri è preponderante. Un altro fenomeno vorrei far notare per capire i tempi e la crisi dei padri. La tendenza sempre più marcata da parte degli uomini di diventare "belli". Ossia di fare della cura del corpo, in senso femminile, un obiettivo importante. Così si rasano i peli dalle gambe e dal petto, si decorano con tatuaggi sempre più vistosi, si tagliano le sopracciglia, sono abbonati ai centri benessere dove si curano la pelle e via dicendo. Tutte prerogative un tempo solo femminili. Tutto questo per piacere alle donne, non più con attitudine maschile, ma con strumenti culturalmente famminili. Insomma gli uomini per piacere devono eliminare i loro tratti maschili.

ID34611 - 05/08/2013 12:53:16 - (Venturellimario) - Leretico

Mai analisi fu più azzeccata e giusta della tua.Purtroppo, aggiungerei.

ID34628 - 05/08/2013 14:22:48 - (sonia.c) - comportamenti trasgressivi che hanno la funzione di riportare il padre in scena..

ma i padri "deboli" non ce la fanno..e di fronte all'agressività dei figli ,si "ritirano ancora di più.ogli ributtano l'odio che ricevono in un girone infernale senza uscita..e perchè? perchè è cosi difficile fermarsi a pensare che forse ci conviene trovare una buona soluzione invece che soffrire e far soffrire?siamo sempre li! è incredibile come ,il mestiere più difficile al mondo ,venga tropo spesso affrontato superficialmente..che ci si rifiuti di imparare"a priori" ,che ci si offenda per la più piccola critica senza mai capirne il valore ecducativo. incapaci di educare perchè incapaci di imparare siamo arivati a dare le colpe a " loro" i nostri figli! come se nascessero delinquenti e noi non avessimo nessuna responsabilità.

ID34636 - 05/08/2013 15:25:45 - (Dru) - I padri non accusano più i figli e non li normano (ciao Dida)

perché è caduto il criterio dell'accusa e della norma, il vincolo appunto. Di cosa possiamo noi padri accusare i nostri figli ? siamo sicuri che la verità sia la norma (assolutismo) ? no! siamo al contrario certi che viviamo il tempo della distruzione della norma (relativismo) e ogni colpevolezza diventa innocenza, i nostri figli hanno sempre ragione perché la ragione, che un tempo si fondava su logos o vincolo ai principi, ora è vera quando è forte prescindendo dalla necessità dei principi che da necessari sono diventati possibili o probabili, ma solo giustapposti. Questa l'origine di ogni violenza, e del padre nei confronti del figlio e del figlio nei confronti del padre, e del padre nei confronti della madre e della madre nei confronti del padre, l'articolo mostra bene questo sottosuolo che va portato a galla per essere letto sotto una luce originaria.

ID34637 - 05/08/2013 15:51:05 - (Dru) -

Se cadono i vincoli (contingenza), le cose sono tue fin tanto che non riesco con la forza a farle diventare mie. E sono tue ed è giusto che lo siano intanto che questa giustizia, che è la potenza dei vincitori e non più la ragione, non sia vinta dalla violenza dei vinti che è la potenza dei vinti che si scagiona e a sua volta si trasforma in giustizia... nel momento in cui ho raggiunto con la forza di ottenere di negare ciò che è tuo, il tuo che ti faceva potente, volontà di potenza, diventa il mio che mi fa potente. Così almeno crediamo che sia.

ID34648 - 05/08/2013 21:46:11 - (Giacomino) - Concordo con Venturelli

sull'analisi di Leretico e anch'io aggiungo un purtroppo. Ma cosa é successo ai maschi della mia generazione e anche un poco dopo da farli diventare così persi? La prepotente irruzione delle donne in tutto l'arco del sociale non mi pare sia sufficiente a giustificare una così vistosa perdita del senso del ruolo di padre nell'ambito della famiglia, d'accordo, la figura del padre negli ultimi tempi ha subito dei cambiamenti e doveva cambiare, ma a mio parere in troppi si sono tagliati gli attributi. Che ci sia dell'altro?.

ID34651 - 05/08/2013 22:26:45 - (sonia.c) - la "maschia autorevolezza "..

manca un pò dappertutto ormai! in primis ,nelle istituzioni..e sono messaggi che contano..non si rispetta il politico ( e a ragione! come fai quando sbraita e insulta mostrando un ignoranza peggiore del peggior padre che conosci ?) non si rispetta l'insegnante ,non si rispetta il maschio in generale..il cerchio si chiude (o inizia?) con il padre..

ID34668 - 06/08/2013 10:18:12 - (gioica) - sto leggendo e riflettendo....

....... e' curioso come questo argomento sia strettamente collegato ai commenti che ci scambiavamo sulla lettera dedicata alla figura di Innocente, vero Sonia? leggo, rifletto e cerco di imparare, soprattutto dai commenti dei signori uomini (che immagino tutti padri). Ho ben chiara l'immagine della madre "eccessiva" che finisce col danneggiare irreparabilmente i propri figli maschi e che cresce figlie femmine a sua immagine..... cerco con tutte le mie forzze di NON essere mai cosi', infatti sono stata accusata di essere troppo distratta..... Il modo giusto e' sul filo del rasoio, probabilmente. Il mestiere piu' difficile del mondo, nessuno lo insegna, e quindi e' il mestiere anche pi inventato e improvvisato. una sorta di "navigazione a vista". Pero', signori cari, proprio non mi va giu' che anche qui si trovi il modo di accusare le donne. Se ci ammazzano, sarebbe COLPA NOSTRA ? E trovare un altro modo di accettare la superiorit femminile? E crescere? E imparare a CONDIVIDERE ?!?....

ID34675 - 06/08/2013 11:27:31 - (Leretico) - Non eageriamo...

Non mi sembra proprio che qualcuno, né io in particolare, abbia dato la colpa alle donne per il femminicidi di cui si sente tanto parlare ultimamente. Penso, e lo ripeto per chairire, che proprio questi episodi siano il simbolo della crisi "dei signori uomini". Quando il quadro di riferimetno sociale e familiare cambia, le persone più rigide, più deboli e insicure, reagiscono con violenza e i risultati si vedono: omicidi, violenze, sopraffazioni. Da qui al dire che la colpa sia delle donne, mi sembra che sia una interpretazione eccessiva e lontana dal mio pensiero. Al mio pensiero voglio anche aggiungere che il modello genitoriale che si applica è di solito quello appreso nella propria famiglia. Se quest'ultimo è squilibrato, probabilmente lo si erediterà e lo si farà acquisire ai propri figli. Strano ma è molto difficile cambiare questi modelli. Proprio questa difficoltà al cambiamento genera reazioni violente.

ID34679 - 06/08/2013 12:39:37 - (gioica) - Non ce l'ho con nessuno in particolare...

...... men che meno con te, Leretico, ma leggere di "goccia che buca la pietra" o "debolezza devastante" o ancora "forza negativa", non mi piace per niente.....Si, sono d'accordo, probabilmente ripetiamo modelli che ci portiamo dentro dalla nascita; la sfida tuttali: capire che alcune cose sono sbagliate e SFORZARSI per cambiarle, per cambiare noi stessi. Anche facendoci aiutare. E, insisto, CONDIVIDERE, con i nostri compagni/compagne di viaggio, tutte le insicurezze e i dubbi...... invece di picchiare duro, invece di uccidere. Cosa la famiglia, se non questo?

ID34682 - 06/08/2013 13:20:42 - (Dru) - Questo pro-Donna contro-donna non chiarisce ma rimanda su un terreno il problema che è su un altro terreno.

la donna è per forza e per ragione la forza negativa alla forza positiva dell'uomo, ma non è per questo che la forza negativa prende un aspetto negativo simpliciter, anzi, dato che il negativo simpliciter non esiste, quel negativo che è la donna dell'uomo è un positivo per il proprio negativo uomo. Maiolo rappresenta bene quali sono i momentanei vantaggi della donna sull'uomo nei confronti dei figli: se la norma non esiste il padre perde d'identità a quel ruolo che la norma gli dava. Quindi il terreno a cui dovete rifarvi non è più il conflitto tra Donna e Uomo, che è l'effetto, ma ricercarne le causo o l'origine nel termine "norma" appunto, questo dice con intelligenza l'articolista, lo invito quindi a perorare la determinazione di "norma" appunto.

ID34683 - 06/08/2013 13:51:43 - (Leretico) - il passaggio alla consapevolezza

Concordo sullo sforzarsi per cambiare, ma tale sforzo deriva da una preventiva consapevolezza del modello che si sta applicando. Quelli che uccidono rifiutano radicalmente di cambiare il modello, di confrontarsi, di capire. Spesso la violenza è l'atto finale di un lungo sedimentare di tensione che si alimenta proprio con l'incomprensione, con la non-volontà di confrontarsi. Mi piace la considerazione profonda di Dru sulla questione della norma: la crisi dei padri viene dalla frantumazione della norma, proprio l'oggetto che la figura paterna rappresenta. La funzione del padre si frantuma parimenti, senza che il fenomeno faccia levare nessun grido di allarme. I figli descritti nell'articolo, quelli che fanno emergere la mancanza del padre con violenza e rabbia, saranno i padri di domani. Applicheranno lo stesso schema se non si renderanno conto di essere prigionieri di un modello sbagliato.

ID34690 - 06/08/2013 18:11:03 - (sonia.c) - allora la critica è per mè..

cara Gioica, io non parteggio per nessuno. come faccio pe la questione razza,lo faccio anche per la questione "sesso" ..le donne hanno un grande potere..se lo usano male ,gli effetti alla lunga ,per quello che vedo e conosco ,sono devastanti! dietro certi comportamenti c'è sempre qualcosa di più o meno grave ,ma i danni sono uguali lo stesso..si dice che sia la donna che fà l'uomo ( e la famiglia) qui si parla di uomini deboli e dietro un uomo debole c'è spesso una donna forte! se questa forza non è positiva ,se è malata o manipolatrice ,le conseguenze le pagano purtroppo i figli..i soli che mi preoccupino..gli adulti che si arrangino ..contenti loro ! spero di non essere stattropo dura..ciao!

ID34692 - 06/08/2013 18:51:07 - (sonia.c) - scusate ...l'ultima..

cara Gioica se hai tempo ,sotto l'ombrrelone ti consiglio la lettura di questo libro:torey haiden:come in una gabbia.è una storia durissima ma,mostra in particolare quello che ha sottolineato il dott.Maiolo:quanto siano gravi certe"omissioni" ! i figli sopportano molto a volte ... ma non intervenire,non difendere,non ravvedersi di un comportamento sbagliato al momento giusto..c'è un treno , in certi momenti della vita,che è cruciale prendere o non lo si riprende più..il vero amore è coraggio .sempre.

ID34693 - 06/08/2013 21:07:07 - (sonia.c) - voglio "ammorbidire" un pò il discorso..

sembra che i figli siano dei "sultani" a cui tutto è dovuto...i figli sono il nostro specchio ..ci chiedono molto ma sopportano molto! come l'animale domestico che sopporta il padrone ..mi colpisce sul web,lo scatenarsi della giusta indignazione ,di maltrattamenti nei confronti degli animali..non sento la stessa indignazione verso i bambini,figli innocenti. come un cane fedele ,aspettano la ciotola,rispondono alle lezioni impartite,sopportano la pedata di fastidio e la sgridata inutile.qualche volta mordono! quando il genitore-padrone-accudente esagera nel non saper fare la cosa giusta..ma non suscitano la stessa "empatia" lo stesso sdegno..non sappiammo essere veramente dalla loro parte..mentre loro ci amano incondizionatamente ! anche quando sembra che ci odino..hano solo bisogno di un segno da parte nostra . un segnale che gli conferma che abbiamo capito..

ID34696 - 07/08/2013 00:12:30 - (sonia.c) - la norma..

ha ragione dru. e leretico spiega cosi bene come sempre..una volta "la norma" era ben precisa:il padre insegna e punisce. la madre accudisce e protegge! senza cadere in nostalgie reazionarie ..si! c'era una certezza di ruoli ben definiti..Vittorino Andreoli si spinge fino a dire che,un padre,non dovrebbe cambiare i pannolini..ma forse questo sarebbe il male minore se fosse "bilanciato" da tutto il resto:saper essere veramente un padre capace di educare..ma chi educa l'educatore? al giorno d'oggi,gli esperti! sarebbe bene consultarli..

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