14 Febbraio 2014, 15.11
Pillole di Psicologia

Bambini prodigio?

di Sandra Vincenzi

Iniziamo questo contributo con un rapido giro del mondo, alla ricerca di  bambini che fanno cose straordinarie.
Venite con me a Melbourne, in Australia alla fine degli anni sessanta.


Ci troviamo nei pressi di una grande piscina coperta dove ci sono venti o trenta bambini piccoli la cui età va da poche settimane ad un anno di vita. Sono accompagnati da graziose mamme che insegnano loro a nuotare: in realtà stanno già nuotando, proprio come i pesci.
Oggi tutti sanno che i bambini piccoli possono facilmente imparare a nuotare: l'hanno fatto per 9 mesi nella pancia della mamma, dunque imparano a nuotare prima di imparare a camminare.

Ora spostiamoci in Giappone, nella cittadina di Matsumoto dove conosceremo il cittadino più famoso: Shiniki Suzuki, l'inventore del metodo Suzuki – appunto – per insegnare a suonare il violino a bambini piccolissimi.
Suzuki ha insegnato direttamente o indirettamente a più di centomila bambini piccoli, che si ritrovavano poi a suonare in concerti che hanno davvero del notevole, ancora oggi. Ma come è possibile che un bambino piccolo impari a suonare il violino prima di imparare a leggere e a scrivere: sono tutti geni, o c'è qualcos'altro che non riusciamo ad afferrare?

Ora andiamo ad incontrare i bambini delle popolazioni dei nativi d'America.
Fino alla metà del secolo scorso i loro bambini già a 1 anno sapevano cavalcare ed avevano un loro cavallo.
Pericoloso! - diremmo noi. Assolutamente normale! - dicono loro. Si tratta forse di una qualche sorta di ereditarietà o di predisposizione all'uso del cavallo? In verità il cavallo è stato portato dagli Spagnoli in America, ma gli Spagnoli non vantano questo modo di allevare i loro bambini a cavallo.

Ora andiamo a Filadelfia
, siamo nel 1965, e a quei tempi – ma le stime non sono molto cambiate ai nostri giorni – nel sistema scolastico pubblico americano, un terzo di tutti i bambini dai sette ai diciassette anni non era in grado di leggere allo stesso livello dei loro coetanei (allora si parlava di lettori scadenti, ora si parla di dislessia).

Sempre a Filadelfia, agli Istituti per il Raggiungimento del Potenziamento Umano, il gruppo di Glenn Doman vantava, già allora, un centinaio di bambini cerebrolesi di due e tre anni che erano in grado di leggere con totale comprensione. 

Ma cosa significa tutto ciò?

Molti bambini di due mesi nuotano; bambini giapponesi che non avevano ancora quattro anni erano in grado di suonare il violino e alcuni di loro diventavano solisti nelle Accademie Musicali per adulti; bambini Sioux, poco più che neonati, andavano a cavallo da soli; bambini cerebrolesi di due o tre anni, con lesioni più o meno gravi, sono in grado di leggere con totale comprensione, mentre un terzo dei loro coetanei “sani” non è in grado di leggere bene.

Non è la genetica che può spiegare queste cose; infatti ci vogliono circa centomila anni di sviluppo di una funzione per avere delle modificazioni genetiche.
Questi bambini non sono geni perché fanno queste cose, ma più semplicemente sono bambini ai quali è stata data l'opportunità di nuotare, cavalcare, suonare il violino e leggere.

E' ormai assodato che più si è giovani e più e facile recepire fatti puri e semplici e ricordarli.
Quante filastrocche o poesie avete imparato nella vostra vita? Quali vi ricordate? Quelle che avete imparato da grandi o quelle che avete imparato prima dei sei anni di età: Girotondo.... Fratelli d'Italia.... La bella lavanderina.....
Ed ora chiedetevi quante notti ci avete messo per studiarle? O le avete per caso imparate per una specie di osmosi infantile? E' così che imparano i bambini piccoli, e quello che imparano resta per tutta la vita, indelebile.

Pensate ancora a come avete imparato i colori: così, senza ragionamento sapete cos'è il rosso, il blu....
Se vi avessero insegnato da subito il rosso magenta, il blu cobalto, il vermiglio.... ora sapreste riconoscere intuitivamente anche questi colori come quegli altri, mentre impararli da grandi significa dover ricorrere a ragionamenti e ricordi per differenziare in modo più sottile un rosso o un blu. Con la stessa capacità di imparare un colore, immediatamente, per osmosi, un bambino può imparare l'alfabeto, i suoni musicali, i numeri, varie lingue scritte e parlate.

Glenn Doman diceva
che “la magia non è nelle tecniche. La magia è nel bambino e nel suo incredibile cervello”.
Per Doman tutti i bambini sono dei geni: “ogni bambino possiede al momento della nascita un'intelligenza potenziale superiore a quella mai usata da Leonardo a Vinci”.

La prima e incredibile scoperta del gruppo di Filadelfia, diretto da Doman, fu che è possibile insegnare a leggere a bambini molto piccoli.
Anche se può sembrare strano, non solo è vero, ma è addirittura più facile insegnare a leggere ad un bambino di un anno anziché ad un bambino di sette anni, molto più facile.

Da questa scoperta derivarono le successive: è possibile non solo insegnare a leggere ad un bambino di 12 mesi, ma anche insegnare la matematica; a leggere e capire una, due, tre lingue straniere; a scrivere a 28 mesi, non solo parole, ma anche pensieri e racconti; insegnare ginnastica, danza classica; dare informazioni scientifiche su qualsiasi cosa si desideri; imparare a giocare ai dadi o dipingere.
Insomma, ad un bambino di soli 18 mesi potete insegnare a fare qualsiasi cosa voi possiate presentargli con dei fatti chiari e corrispondenti al vero.

E ancora: quando ad un bambino piccolo viene fornita una di queste possibilità, la sua intelligenza aumenta.
Quando ne vengono offerte parecchie, la sua intelligenza aumenta decisamente. Quando vengono fornite tutte queste opportunità, con gioia, con amore e rispetto, la sua intelligenza si moltiplica.
Oggi sappiamo che i neonati nuotano, e possiamo iscrivere i nostri figli ai corsi di nuoto per neonati; così come sappiamo che nelle famiglie bilingue i bambini apprendono con facilità a parlare due lingue contemporaneamente, mentre l'apprendimento della lingua in età adulta non è mai così efficacie come lo è nei primi anni di vita.

Tuttavia non ha preso piede in Italia l'insegnamento delle lingue in età precoce così come non se ne sa niente del metodo Doman per l'insegnamento precoce della lettura, della matematica, del sapere scientifico ed enciclopedico.
La stessa sorte è toccata anche alla Montessori in Italia. Maria Montessori si rese conto prima di tutti gli altri che la magia è nel bambino, non tanto nei materiali da lei stessa creati per insegnare ai bambini piccoli. Il metodo Montessori si è ampiamente diffuso in tutto il mondo, ma non in Italia, dove è nato.

Se chiedete a dei genitori: “Pensate che sarebbe un bene rendere più forti i vostri bambini?”. “Certamente!” – sarebbe la risposta. “....più sani?... arricchire la loro conoscenza?.....”. Le risposte sono così ovvie che sembrano assurde.
Provate ora a chiedere: “Pensate che sarebbe un bene renderli più intelligenti?”. C'è sempre un attimo di esitazione. C'è attesa a rispondere, i visi sono preoccupati.
Qualcuno si chiede: “come intelligenti? Cosa si intende? Si tratta di bambini prodigio? Dobbiamo forzarli?.... ma è contro natura?”.

Perché la verità è che siamo convinti che i bambini non siano intelligenti
.
Perché mai noi umani temiamo tanto l'intelligenza dei bambini? Sono varie le argomentazioni a proposito, e molto interessanti. Ne parleremo nel prossimo contributo.

Glenn Doman, Come moltiplicare l'intelligenza del vostro bambino, Armando Editore, 1987

Dott.ssa Sandra Vincenzi
www.vincenzisandra.com

 


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