La testimonianza

Che dire di una gara che ha fatto felice anche l'ultimo arrivato? Che è riuscita.
Siamo ben felici di gridarlo al mondo intero pubblicando la lettera di Mauro Zamboni.
Gli sportivi li vorremmo tutti così.

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Ore 14 gli ultimi preparativi, la roba nella sacca, la bike sul portapacchi, e si parte.
Devo fare circa un’ora e mezza di strada per arrivare a Pertica Bassa, frazione Ono Degno, questo pomeriggio “corro” li.
E’ la prima edizione della Sunset bike, non conosco il percorso e non sono mai stato da quelle parti il paese sulla cartina, si va all’avventura.
Saranno circa 70 km, si attraversa Nave, Caino, con gli immancabili motociclisti, Odolo, Vobarno e poi sembra di salire in montagna, una strada che sale sulla destra della valle, ed eccomi arrivato.

Il paese sembra addobbato a festa, per i prati scoscesi ondeggiano al vento i nastri gialli usati per delimitare il percorso, gli striscioni degli sponsor tappezzano le strette vie .
Mi fanno parcheggiare in un prato con una bellissima vista sulla vallata, chiusa in testa dal massiccio della corna blacca, che al nostro arrivo ha la cima coronata da dense nubi.
Scarico la bici ed in pochi minuti sono pronto, controllo tessere e ritiro del numero, e poi via per le stradine ad “assaggiare” tratti di percorso. Su di qua giù di la, sembra tosto, sterrato, single track, scalinate, tosto ma bello, staremo a vedere.

Manca poco alla partenza, ci raccogliamo tutti a ridosso della partenza, lo speaker chiama i più bravi per farli sistemare in prima fila, e tre, due, uno, via, un fiume di bikers multicolore comincia a serpeggiare tra le vie. La partenza è subito in salita e il gruppo si allunga, mi accodo al mio passo.
Asfalto, sterrato, poi il single track in discesa ed eccola scalinata, passata indenne scendendo dalla bike prima degli ultimi tre gradini, meglio non rischiare, asfalto, altra scalinata, questa più semplice, e poi si risale nuovamente. Qui cominciano le prime difficoltà, si scende dalla bike per prendere fiato, qualcuno si appoggia alle piante a lato per mantenere l’equilibrio e qualcun altro vittima di guai meccanici getta la spugna e torna indietro.
Sull’asfalto la scritta “150 metri al ristoro” Wow.

Quattro ragazzi ci passano bicchieri con acqua e sali, si beve senza fermarsi e poco dopo ecco la discesa. Un largo sentiero sterrato che costeggia un prato scosceso, frenando per rallentare la bici scoda sul terreno, è una sensazione che conosco ma che mi crea sempre un po di apprensione.
Il largo sentiero dopo un paio di tornanti termina in prossimità di una piccola cascina da cui poi si esce percorrendo un single track tutto in costa che taglia di traverso la collina, meglio non distrarsi altrimenti….

Passato indenne ecco di nuovo l’asfalto, trecento metri e sono sotto il gonfiabile del traguardo. Inizia il secondo giro, questa volta si scende tagliando attraverso un prato, il percorso qui è delimitato dai nastri gialli che avevo visto nell’arrivare, si scende zigzagando nel prato,tra i tornanti della strada. Pacchia finita, sempre tra i campi il percorso ricomincia a salire fino a ritornare sul percorso del primo giro. Asfalto, sterrato, e qui mi sorpassa la moto che mi avvisa che il primo mi sta per doppiare, mi faccio da parte e senza fermarmi lo guardo mentre mi passa. A vederlo pedalare sembra impegnato in una scampagnata con la famiglia, mentre io arranco. Non c’è storia, già faticavo al primo giro, figuriamoci al secondo, comunque decido di proseguire, di ritirarsi non se ne parla.

Questa volta al ristoro mi fermo, riempio la borraccia, e scambio un paio di battute con i simpatici ragazzi dell’organizzazione. In discesa mi sposto per lasciar passare quelli che lottano per le prime posizioni. Al traguardo lo speaker vedendomi arrivare con pedalata lenta, annuncia il mio arrivo dicendo al microfono “eccolo qua, della serie, tanto a me non corre dietro nessuno arriva il n° 181, bravo questo è lo spirito giusto, l’importante è arrivare”. Essendo stato doppiato la mia gara finisce qui, due giri su tre. Gli arrivi si susseguono, mentre qualcuno sprinta, ci scambiamo le opinioni sul percorso e sulla gara. Bello il percorso, molto panoramico e duro, buono il lavoro dell’organizzazione.

Una doccia e poi a cena, lo spiedo che, di cui tanto abbiamo sentito il profumo finalmente è pronto
Lo speaker annuncia le premiazioni, primo di qua primo di la, ad un certo punto mi sento chiamare al microfono, è per la premiazione dell’ultimo arrivato, neanche lo sapevo di essere io, mi avvicino sorridente chiedendo se dovevo ritirare la maglia nera, ed invece vengo premiato con due bottiglie di vino ed un buono per due persone per una cena, c’è anche la stretta di mano con foto ad immortalare l’evento.

Ho avuto il mio momento di notorietà, e la mia razione di applausi a coronare un bellissimo pomeriggio trascorso insieme a gente che condivide con me la passione per questo bellissimo sport, in un paese molto caratteristico con gente molto ospitale e simpatica, che ci ha incitato dal primo all’ultimo durante tutta la gara.
Il risultato finale poco importa, l'importante è che mi sono divertito e grazie a questa manifestazione ho avuto la possibilità di scoprire un'altra zona di questa nostra bellissima provincia.

Mauro Zamboni, Monticelli Brusati.

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