25 Novembre 2009, 06.27
Odolo
Immigrazione

Strumentalizzazioni ed accoglienza

In merito all'iniziativa “White Christmas” dell'Amministrazione comunale di Coccaglio dice la sua Fabrizio Rivadossi. L'esempio odolese.

 
Caro direttore,
questa mia lettera prende spunto dalle vicende che in questi giorni vedono alla ribalta delle cronache il comune di Coccaglio.
Voglio manifestare la mia incredulità per l’iniziativa di controllo a tappeto degli immigrati residenti in quel territorio nel quale, a detta dei suoi cittadini “non c’è criminalità” ma nel quale l’Amministrazione “vuole iniziare a fare pulizia”.

Purtroppo cominciano già a vedersi le conseguenze negative ed aberranti della introduzione nel nostro ordinamento del reato di immigrazione clandestina. Ma non è l’introduzione clandestina di nuovi migranti che si vuole bloccare.
In quel territorio si porta avanti un controllo a tappeto di tutti quegli immigrati che, magari in conseguenza della perdita di un posto di lavoro e pur essendo regolarmente residenti da anni, si trovano nella situazione contingente nella impossibilità di rinnovare il loro permesso di soggiorno.
Questo atteggiamento non ha nulla a che fare con la sicurezza (sacrosanto diritto di ogni cittadino) o con il desiderio di un flusso controllato di stranieri verso il nostro paese.
Questo atteggiamento è frutto di un’idea vergognosa ed incivile della convivenza, cartina di tornasole di una intolleranza becera che dovrebbe far arrossire ogni italiano. Già il nome dell’operazione (“White Christmas”) determina una profonda inquietudine: un “Bianco Natale” che nelle intenzioni dei promotori potrebbe anche essere un “Natale dei Bianchi” (si sente già l’eco degli applausi degli aderenti alla venerabile confraternita del Ku Klux Klan…)
Che poi si pretenda di difendere questo provvedimento in nome della tradizione cristiana e dell’identità è francamente sbalorditivo.

Sono un credente assai poco praticante. Lo considero un fatto privato. Se lo riferisco è solo perché non pretendo certo di ergermi a baluardo della fede. Sono però perfettamente in grado di riconoscere quando l’“identità” e la “tradizione” sono sbandierate impropriamente, a fini di strumentalizzazione ed a sostegno di politiche e comportamenti che configgono profondamente con i comandamenti del Vangelo.
Alla domanda di Matteo su quale sia il gran comandamento Gesù risponde “… Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente … ed Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Lo stesso Gandhi con parole diverse ma simili diceva «Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi».

Bisogna muovere da qui e dalla consapevolezza del rispetto delle persone umane (prima persone e solo successivamente appartenenti ad una etnia) se si vogliono fare delle politiche di integrazione degli immigrati che abbiano un senso che vada ben oltre quello di provvedimenti demagogici.
Nella situazione di Coccaglio ci sono decine e decine di comuni bresciani.

Nel comune di Odolo, dove svolgo umilmente la mia attività di amministratore, nel 1998 gli immigrati erano 127 su 1894 abitanti (uno stentato 7%) mentre nel 2009 hanno raggiunto la cifra di 453 su un totale di 2054 cittadini: il 22%.
E di essi quasi il 40% è rappresentato da minori di età che condividono con gli italiani le scuole, le strutture sportive, la biblioteca e lo stesso oratorio, cristiano, ma accogliente e rispettoso dei bambini stranieri e dei loro genitori.
Questi numeri impongono di riprogettare il futuro dei nostri paesi, tenendo conto delle proprie tradizioni ma anche di quelle altrui e della diversità culturale, attivando politiche di ospitalità ed accoglienza che sappiano coniugarsi con il rispetto della legalità ed il diritto di tutti i cittadini, italiani e stranieri, di godere di ordine e sicurezza.

Questa iniziativa natalizia va etichettata semplicemente per quello che è: xenofoba e razzista prima ancora che cretina, retrograda violenta.
E rischia essa stessa, per il fatto stesso di essere un ingiusto sopruso, di essere fonte di tensione e violenza contro la sicurezza di ogni cittadino.
Lo ripeto, sono per la legalità ma anche e soprattutto per il dialogo interculturale ed interreligioso.

Anche per questo motivo sono felice di segnalare che, prendendo spunto da analoghe iniziative di altri comuni, per la prima volta quest’anno l’Amministrazione comunale di Odolo concederà un locale pubblico per la festa musulmana del sacrifico o dell’offerta a Dio, la cosiddetta “īd al-kabīr” o “festa grande” cioè la più importante festività dell’Islam in contrapposizione alla “īd al-ṣaghīr” o “festa piccola” cioè alla festa della rottura del digiuno, posta a fine del mese penitenziale di Ramadan.

Un piccolo gesto di accoglienza con il quale speriamo sia più facile quella conoscenza tra diversi, che è l’unica via, sia pure tortuosa e faticosa, attraverso la quale rimuovere la diffidenza e la paura dell’altro, del “diverso da me”. Buona “īd al-kabīr” a chi crede nell’Islam e buon Natale inteso come festa dell’accoglienza, dell’ospitalità, della condivisione, dell’apertura della mente e del cuore a tutti gli altri, compreso i cittadini e gli amministratori di Coccaglio.

Fabrizio Rivadossi


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