Leali Steel, ritiro del concordato preventivo

Dopo aver raccolto importanti manifestazioni d’interesse, i vertici della Leali Steel - nell’orbita della multinazionale Klesch – hanno presentato ai giudici del Tribunale di Trento, la revoca del concordato preventivo (la domanda di ammissione alla procedura è stata depositata a fine novembre). Per il momento non sono note le motivazioni che possano giustificare questo cambio di direzione.

Il 9 marzo è stata comunque fissata un’udienza in Tribunale dove verrà chiarita la situazione.

Nella lettera di revoca dell’ammissione al concordato, il commissario giudiziale Pasquale Mazza fa riferimento all’articolo 173 della legge fallimentare che cita esplicitamente a questo proposito la circostanza che venga «occultato o dissimulato parte dell’attivo, dolosamente omesso di denunciare uno o più crediti, esposto passività insussistenti o commesso da altri fatti atti di frode».

Le disposizioni si applicano anche nell’eventualità in cui il debitore durante la procedura di concordato compia «atti non autorizzati a o comunque diretti a frodare le ragioni dei creditori, o se in qualunque momento risulta che manchino le condizioni prescritte per l’ammissibilità del concordato».

Pare insomma che il Tribunale trentino voglia vederci chiaro. Leali Steel cercherà di fare chiarezza nei prossimi giorni depositando memorie, documenti e relazioni tecniche, che giustificano la correttezza delle scelte portate avanti fino ad oggi.

Nelle scorse settimane, dopo il fallimento della trattativa col gruppo algerito Cevital, aveva ricevuto diverse manifestazioni d’interesse. Tra queste, secondo indiscrezioni, quelle di Ori Martin, Acciaierie Venete, Iro e Feralpi.

In una lettera ai dipendenti il cda di Leali Steel ritiene di «poter essere in grado di depositare in tempi relativamente brevi una proposta finalizzata alla ripresa delle attività, sotto la guida di nuovi investitori»

Fonte Giornale di Brescia

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