31 Agosto 2007, 00.00
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Stagione venatoria

Richiami vivi, divieto regionale per l'aviaria

Sui richiami vivi la Regione non fa sconti. La conferma arriva dall’Asl di Brescia che ribadisce che il divieto di movimentazione dei volatili vivi riguarda anche quelli utilizzati nella pratica venatoria.

Sui richiami vivi la Regione non fa sconti. La conferma arriva dall’Asl di Brescia che, di fronte a una sollecitazione scritta partita dagli uffici dell’Assessorato provinciale alla caccia, ribadisce che il divieto di movimentazione dei volatili vivi riguarda anche quelli utilizzati nella pratica venatoria.

Si conclude così, proprio a ridosso della stagione della caccia (il cui inizio è previsto per domenica 2 settembre), la querelle nata in seguito alle misure prese dalla Regione per contenere la diffusione dell’infezione da influenza aviaria. Il Pirellone ha infatti stabilito «il divieto di movimentazione di volatili vivi», provvedimento definito cautelare e finalizzato alla verifica della «situazione epidemiologica presente sul territorio regionale, che potrà essere chiarita solo alla luce degli accertamenti sanitari in corso».

Di fronte alle decisioni della Regione, l’Assessorato guidato da Alessandro Sala ha chiesto lumi, facendo riferimento in particolare all’uso e al trasporto dei richiami vivi per il prelievo di alcune specie di avifauna da appostamento fisso e temporaneo. Accortezza resa necessaria proprio dall’avvicinarsi del prologo di stagione venatoria. La risposta dell’Asl però non lascia dubbi: «Il divieto riguarda anche i volatili vivi utilizzati a scopo di richiamo nella pratica venatoria e si protrarrà almeno fino al 2 settembre, data che dovrebbe sancire la fine dei controlli sanitari».

Intanto non si fanno attendere le reazioni alle polemiche scatenate da Adriano Pizzini, presidente provinciale di Arci Caccia, riguardo all’apertura della caccia anticipata al 2 settembre.
«Non riesco a capire le perplessità di Pizzini - attacca Fortunato Busana, coordinatore regionale dell’Unione cacciatori lombardi -, che tra le altre cose vede tale scelta come una sorta di concessione a particolari associazioni. Eppure nelle "Regioni Rosse", dove Arci Caccia è rappresentata in modo significativo, sono anni che si inizia a cacciare il 2 settembre e non ho sentito di proteste da parte dell’associazione».

Ciò che però ha punto sul vivo il portavoce dell’Ucl sono i riferimenti di Pizzini alla presunta demagogia di alcune associazioni «a caccia di tessere». «Non so a chi si riferisca - replica Busana - ma per quello che ci riguarda l’unico interesse è quello di difendere i cacciatori, senza essere demagogici. Semmai - conclude - bisognerebbe capire che quelle tra le associazioni venatorie sono guerre tra poveri, che non avvantaggiano nessuno se non i detrattori della caccia. Noi siamo pronti ad un confronto serio su questi temi».

(r. r.)
Da Giornale di Brescia


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