11 Gennaio 2008, 00.00
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Ricordi

Achille Foletto, padre del «Picco Rosso»

Nell’autunno scorso si è spento nella sua Pieve di Ledro Achille Foletto, farmacista e uomo d’impresa, padre del famoso liquore «Picco Rosso», conosciuto e apprezzato da tanti valsabbini.

Nell’autunno scorso si è spento nella sua Pieve di Ledro Achille Foletto, discendente di una antica famiglia d’origine veneziana trapiantatasi nel corso dell’Ottocento nel Basso Trentino, farmacista e uomo d’impresa, padre del famoso liquore Picco Rosso, conosciuto e apprezzato da tanti valsabbini.

Ai primi di ottobre del 2007 si è spento, a 92 anni, Achille Foletto. Ci dispiace, e lo diciamo. È vero, aveva una bella età, tuttavia non arriva mai il tempo giusto per morire.
«Ma perché parlare di Achille Foletto?», chiederete, «dopotutto non era un uomo di cultura». Vero, ma con lui se n'è andata una bella testa del territorio judicariense. Uomo d'Itri tempi, ma uomod’oggi, il dottor Achille, pronipote di quel Giovanni Foletto che nel 1855 fu mandato da Venezia per tare il farmacista in val di Ledro, continuatore dello stirpe e padre di chi la dinastia la sta portando, avanti tuttora.

Uomo d'altri tempi perché fu protagonista di un Trentino diverso da quello di oggi. Egli, da imprenditore, capì l'importanza della cooperazione per la gente trentina; da imprenditore lo capì (forse non è un caso) sul versante del credito. E fu tra i fondatori della Cassa Centrale delle Casse Rurali, di cui fece il presidente a lungo, come del resto fu presidente della Cassa Rurale della valle di Ledro. Era un Trentino, il suo, con maggiori sicurezze di quelle di oggi, governato da un blocco politico non scalfito per decenni. Era un Trentino dai contorni sociali ben definiti. E chi aveva il talento per emergere stava al vertice a lungo anche nelle istituzioni private.

Ma Achille Foletto, si diceva, è stato anche un uomo moderno. Basti pensare a come ha gestito la sia azienda. Dopo la laurea in farmacia, conseguita a Padova nel 1938, arrivò la seconda guerra mondiale e il giovane Achille si dedicò alla predisposizione di molti ospedali militari. Dopo 1'8 settembre del 1943 tornò a casa per prendere in mano l'azienda di famiglia. II padre aveva registrato alla Prefettura di Vienna le sue specialità: tinture, sciroppi,pastiglie e fiale. Egli proseguì su quella strada, facendo però una scelta precisa: rinunciò a fare l'industria farmaceutica. «A Pieve di Ledro non è possibile. Servono dimensioni e fatturati spropositati, un centro ricerca ed un apparato impensabili qua», ci aveva confidato, forse con un pizzico di rammarico.

In compenso si buttò sui liquori: amaro Valle di Ledro e (quello che gli ha dato maggior fama) il Picco Rosso. Quest'ultimo fu inventato subito dopo la guerra. Quando gli chiedevi da cosa derivasse se, se dalla ricerca, dall'intuizione o dalla creatività, si schermiva da vecchio istrione: «E' come quando ti viene in mente una rima. Oppure quando imbrocchi una giocata alle carte». Ecco, questo era Achille Foletto: uomo, d’impresa calato nel proprio territorio. Questo è un motivo più che valido per ricordarlo.


Giuliano Beltrami
Da Judicaria, rivista del Centro studi Judicaria


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