Radiografia... ad un Pronto soccorso

Mi sono recata al Pronto soccorso dopo una visita della guardia medica che mi ha prescritto una lastra urgente alla schiena.
Il primo medico che mi ha visitata ed ha ritenuto non necessaria la lastra: "tanto non serve a niente" ha detto.
Poi mi ha visitata anche l'ortopedico, che ha ribadito che la lastra non serviva.

Alla dimissione però mi hanno prescritto, oltre ad una cura diversa da quella indicata dalla guardia medica, perchè anche questa "non serve a niente", l'impegnativa per una lastra (da esterna così la devo pagare io) e a seguire un controllo ortopedico.
Aggiungo anche che i farmaci che mi hanno prescritto sono tutti della stessa casa farmaceutica, sarà solo un caso?

Secondo lei a questo punto cosa dovrei fare?
Mi perdoni, forse sono preesuntuosa a pensare che le cose dovrebbero andare diversamente, ma questa vicenda mi ha veramente lasciata l'amaro in bocca

È anche vero che c'è chi sta peggio, ma se questo è il sistema sanitario direi che c'è da preoccuparsi.

Lettera firmata

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Nei Pronto soccorso dei nostri ospedali operano medici ed infermieri seri e non è certo intenzione mia o di questo giornale mettere in discussione la loro professionalità.

Certo che episodi di questo tipo, se confermati, al di là della correttezza o meno delle diagnosi che possono essere diverse da medico a medico, lasciano intendere che ci possa essere un "sistema" che scoraggia o limita l'accesso al servizio sanitario pubblico in favore di quello privato.

Un po' come quando devi attendere settimane o mesi per una visita che, richiesta in forma "privata" cioè pagando, nella stessa struttura con gli stessi medici ed i medesimi strumenti, viene fissata entro pochi giorni.

Questo serve per risparmiare sulle risorse pubbliche?
Personalmente sono dell'idea che si dovrebbero studiare meccanismi che inibiscono accessi inutili al sistema sanitario, piuttosto.
L'impressione che siano state scelte strade diverse è legittima.
Resta l'amaro in bocca si, cara lettrice, e concordo: c'è da preoccuparsi.

Ubaldo Vallini

Ps - Non me ne vogliano i lettori se non permetto loro di commentare questa lettera.
Se hanno voglia di esporre le loro personali disavventure sanitarie lo facciano pure, fornendo però al sottoscritto nome, cognome e recapito, come ha fatto la signora qui sopra. Troveremo il modo corretto di raccontare la storia di tutti. Val.

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