27 Agosto 2020, 08.48
Lettera ad un ministro

«Cara Anna Ascani»

di Giuseppe Biati

Sono passati ormai cinquant'anni o giù di lì che la Scuola italiana è soggetta a riforme, riformulazioni, nuovi approcci, ministro che cambia riforma che fa, ecc. ecc...


... Risultato: il 70% degli Italiani sa leggere e non capisce quello che legge!
Partiamo di nuovo con questionari, corsi su come riformare, esperimenti da fare, valutare, vagliare ed eventualmente disseminare? Va tutto bene in linea di principio.

Ma, nella scuola italiana, mancano i fondamentali:

1°dirigenza all'altezza, di tipo didattico-educativo (non manager esclusivamente di funzionamento burocratico, che tremano come una foglia se una procedura "potrebbe" non essere consona);

2° insegnanti all'altezza, con una cultura approfondita, generale e specifica (rimandiamo la palla all'Università che non prepara alla didattica e alla cultura seria, profonda, diffusa);

3° i contenuti vanno rivisti in termini di valori (oggi cambiano anche i valori), di mobilità culturali, di priorità (non tutti i contenuti hanno lo stesso peso e identico valore), di selezione degli stessi, ecc., ecc. senza dilungarmi, perché sui contenuti c'è la sostanza della scuola;

4° i metodi di insegnamento: facciamo un esempio.
Io non posso mandare in classe il miglior ingegnere del mondo privo di capacità metologico-didattiche! C'est claire?
Non dico di studiare a memoria le fondamentali regole piagetiane, ma quasi!

5° Basta mettere in discussione materie come
storia, arte, ecc. e in questo concetto va recuperato anche quella che viene chiamata "disciplinarità" di studio.
Vanno insegnate le "discipline di studio", non i progetti estemporanei, occasioni di interventi esterni inutili, distoglienti, non formativi in quanto avulsi e non solo!

6° Sappi che, finché dirigenti, docenti e personale tutto
non avranno una valutazione (non di sistema, come spesso capita, quello tocca ad altri) non se ne uscirà con la qualità!

7° Il controllo.
Una volta c'erano gli Ispettori, adesso ci sono e fanno altro!
Ti faccio un esempio. Per mia esperienza, basterebbero tre, quattro, cinque Ispettori per provincia per rivoltare la calzetta! Ispettori “in gamba”, ovvio.
È altrettanto chiaro che anche l'articolazione scolastica deve cambiare se si spostano i poteri! Ma con questo ti introduco un altro punto.

8° Il Collegio Docenti ha attualmente in mano l'attività dell'azione educativa del collettivo (Scuola) e del singolo allievo, negli organismi dei consigli di classe! Bene! Tutti decidono e nessuno decide!
Ti sei mai chiesta perché una volta vi era il "Direttore Didattico?".
Domanda: chi dà la “vettorialità” educativo-didattico-contenutistico alle nostre Scuole? Mi si risponderà: l'autonomia delle singole Istituzioni scolastiche! L'autonomia (come presa in carico diretto di responsabilità, ricordiamoci e ahimè, non è mai partita)!

9° Finchè lo stipendio dei dirigenti di seconda fascia, docenti e operatori scolastici sarà quello odierno, scordiamoci le riforme!
Noi abbiamo bisogno di professionisti dediti e pagati.
Uno non pagato non può essere professionista, per il semplice fatto che svolge altrove secondi, terzi lavori, cosa che succede e che nessuno dice!

10° (e poi altro dire non voglio): va fatto un ragionamento sui genitori a scuola per combattere (normativamente) il vezzo genitoriale di insegnare agli insegnanti come si fa ad insegnare!

11°. Corsi di Formazione PERMANENTE per gli insegnanti e per tutti gli operatori della scuola!

Ne avrei ancora, ma "de hoc satis".

E non entro nella dibattutissima quaestio del distanziamento, dei banchi con rotelle o senza, delle precauzioni anti coronavirus, ecc.
Questa nuova situazione, è chiaro, impone un cambio di strategie metodologico-didattiche, che, però, non possono ridursi al solo insegnamento/apprendimento a distanza (da non rigettare e valorizzare), ma un giusto ed equilibrato mix fra presenza in aula ed extra moenia scholae!

Cordialità e apprezzo molto il tuo impegno!

Giuseppe Biati





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