20 Febbraio 2019, 14.50
Eco del Perlasca

Orban: vediamo chi è

di Tommaso Franzoni

Personaggio controverso, il primo ministro ungherese ha suscitato molte polemiche a causa delle sue leggi ostiche all’Europa


Viktor Mihàly Orbàn nasce a Székesfehérvár, città ungherese di oltre 102.000 anime, nel 31 maggio del 1963, in carica come primo ministro dal 2010.
Già all’età di 14 anni dimostra un interesse considerevole per la politica, segretario dell’organizzazione giovanile comunista (KISZ), ma come altri politici a lui vicini, come ad esempio il vice-premier italiano Matteo Salvini, cambia totalmente sponda passando dal rosso alla destra.

Figlio di ricchi imprenditori, riesce a frequentare scuole di alto livello, fino a laurearsi in giurisprudenza nel 1981 presso l'Università Loránd Eötvös di Budapest.
Il presidente ungherese successivamente ottiene una borsa di studio dalla Fondazione Soros per studiare Scienze Politiche al Pembroke College di Oxford. Uno dei suoi docenti era il famoso politico e filosofo Zbigniew Pelczynski.

Nel 1991 fonda il movimento anticomunista che nel 1995 diventa Unione Civica Ungherese, soprannominato “Fidesz’’, partito con ideali liberali, conservatori e diffidenti nei confronti delle politiche sociali, euroscettici, populisti, nazionalisti e sovranisti (sostengono il controllo della sovranità nazionale a discapito delle politiche sovranazionali).
Dal 1998 al 2002 ottiene il potere politico con una coalizione con Fidesz, Forum Democratico Ungherese (MDF) e Partito dei Piccoli Proprietari Indipendenti (FKGP).

Dopo la crisi economica mondiale del 2009 e con l’inizio dei flussi migratori verso l’Europa, Orbàn, con i suoi ideali forti e decisi, come il populismo e il nazionalismo, inizia ad ottenere, dalla paura di persone povere che hanno perso il lavoro, sempre più consensi.
Lo stesso avvenne in Germania dopo la crisi di Wall Street dalla quale ricavò vantaggio un uomo che nei successivi anni causò oltre 6 milioni di morti e una disastrosa guerra che piegò metà mondo.

Quindi, nel 2010, Viktor Mihàly Orbàn ottiene il potere politico con Fidesz, con la totale maggioranza ai seggi.
Orbàn, con la possibilità di fare quasi qualsiasi riforma, ha assunto sempre più potere fino a controllare quasi totalmente la stampa nazionale e a creare leggi antidemocratiche verso i migranti, violando le norme dell’Ue.

Tra i provvedimenti c’è anche qualcosa di positivo, come ad esempio l’investimento economico riguardo l’aumento del tasso dell’incremento naturale (differenza fra i nati e i morti in un determinato territorio), sostenendo economicamente famiglie che decidono di fare figli.
Purtroppo questo personaggio esegue riforme sociali ed economiche sbagliate, come la perdita della tutela sui figli per le famiglie che non possiedono un reddito adeguato.

L’errore più grave però avviene con l’approvazione e l’entrata in vigore della legge sugli straordinari, legge soprannominata dall’opposizione:’’legge della schiavitù’’.
Questa legge toglie quasi tutti i diritti ai lavoratori, perché essa riguarda l’obbligo ai lavoratori di svolgere oltre 400 ore annue di straordinario, senza essere pagati. Li costringe inoltre a lavorare anche oltre le 40 ore settimanali e con la prospettiva di essere pagati non subito, ma entro tre anni.

Il ministro giustifica questa riforma, dicendo che attrarrà multinazionali, portando posti di lavoro, ma deve ricordarsi che se ti trovi in Europa, multinazionali vuol dire Unione europea.
Peccato che il governo ungherese stia violando costantemente alcune sue fondamentali norme, come quella tutelante il Welfare, e così l'Ungheria sta rischiando di essere espulsa dall’Europa.
Le grandi ditte, a questo punto, rimarrebbero all’interno del mercato unico europeo per beneficiare del libero scambio, spostando le sedi e lasciando a casa milioni di lavoratori, fregando Orbàn e le sue stesse leggi.

Speriamo che l’Ue faccia valere la sua autorità senza “cacciare’’ l’Ungheria e che gli ungheresi capiscano in che falsa democrazia vivono, per il bene delle loro famiglie, per il bene dell’Europa e per il bene del mondo intero.

Il populismo è pericoloso e va eliminato ADESSO.





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