27 Gennaio 2007, 00.00
Idro
Eridio

Una lotta antica

Lungi dall'essere una forma di protesta messa in piedi da pochi facinorosi, quella rappresentata dal ŤPresidio 11 gennaioť vive invece della solidarietŕ delle famiglie del lago, di quelle piů radicate nel territorio.

Angela Zanetti ha 90 anni, e sul lago ne ha passati 40 in barca. Tra Vantone, sulla sponda di Idro, e Anfo faceva la spola con il “barchèt” per portare le provviste in arrivo dal mulino e dal pastificio e destinate alla gente della Valvestino, che si inoltra di qui verso est, verso il lago di Garda.
Ma non solo: sulla sua barca ha fatto passare verso le montagne anche tanti partigiani, anche Giorgio Perlasca, uno dei loro capi, studente, fucilato a 25 anni e oggi ricordato con il nome di tante vie di questi paesi.

Umberto Bonardi, detto Berto Milìa invece, di anni ne ha 80 sul “barchet” è cresciuto, con intorno mamma Giuseppina, papà e zii, tutti impegnati a pescare.
Lui stava sul sui materasso di foglie di gran turco secche, dentro il , il baracchino costruito sulla barca: e per fargli passare il tempo i genitori gli chiedevano di indovinare dove fossero in quel momento.
“Al port dei finaser”, il punto dove facevano la posta ai contrabbandieri trentini, oppure a “la prisu’”, un anfratto tanto stretto da far pensare a una cella, o, ancora al “Doss de la Madunina”. Angela e Berto, i nonni del lago, sono un po’ i nonni anche del presidio che, piazzato davanti al municipio dall’11 gennaio, domani alle 14 dà appuntamento a “tutti quelli che amano il lago” per una nuova manifestazione.
Intanto, davanti al Comune di Idro, giorno e notte si alternano di tre ore in tre ore: intorno al fuoco, confortati da prebalibatezze che escono calde calde da numerose cucine del paese.
Angela, per la verità, sta a casa “e prego per il mio lago”, ma là, a vegliare intorno al fuoco sempre acceso sotto il tendone manda figli e nuore: Guido, Giuliana, Fausta, Maria Luisa, Mauro. Persino i nipoti, Giulia, 10 anni e Sebastiano, che al presidio fa un salto appena uscito dalla scuola materna, insieme al papà.

“Fino a quando staremo qui? Fino a quando non avremo ottenuto due cose: che il fiume abbia un po’ d’acqua in uscita dal lago e la chiusura della galleria degli agricoltori” dice Gialuca Bordiga, portavoce del coordinamento delle Pro Loco di Idro, Bagolino, Ponte Caffaro, Anfo e Bondone.
E’ il coordinamento ad organizzare questa protesta, che ha segnato anche una frattura con l’amministrazione di centrosinistra del comune di Idro, guidata da Augusta Salvaterra.
Il livello delle acque del lago è, da decenni, la materia di un contendere che vede da una parte i paesi della Valsabbia, dall’altra la società (formata da Enel e Consorzio Medio Chiese) che gestisce i livelli del lago.

E’ stato abbassato ad una quota massima di 367 metri sul livello del mare perché una vecchia frana all’uscita del Chiese dal lago non sarebbe sicura.
La galleria degli Agricoltori – che svasa a un livello inferiore a quello della naturale uscita dal lago – è inagibile nonostante lavori di ristrutturazione: ma, ai primi di gennaio, è stata però riaperta in seguito alla chiusura di un canale dell’Enel che fino a quel punto aveva mantenuto il livello.
Il coordinamento delle Pro Loco, che voleva invece veder finalmente crescere l’acqua nel lago (e il Chiese uscirne con un po’ d’acqua) ha chiesto al sindaco un’ordinanza per chiudere la galleria.
“Non potevo firmare l’ordinanza quando nel tratto a valle si profilava una situazione di emergenza per centrali e depuratori” dice Augusta Salvaterra.
Ora, con le nuove disposizioni della Regione – ha ridotto da 10 a 3,3 metri cubi al secondo il deflusso – il lago sale lentamente. “E quest’anno dovremmo avere finalmente l’accordo di programma con Regione, Province e Governo per riscrivere regole certe per il nostro lago” conclude Augusta Salvaterra. E per firmare la pace.

Laura Guardini dal Corriere della Sera


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