Caccia a un relitto nelle acque dell'Eridio

Si è scatenata una caccia al relitto sotto le acque del lago d’Idro. L’ha aperta il «Gruppo Eridio sub», che si è messo sulle tracce di un caccia di fabbricazione tedesca ma pilotato da un italiano precipitato nel lago il 10 dicembre del 1944. Nessuno si ricordava di quell’evento; tranne il pilota che lo guidava, il quale, sopravvissuto, aveva annotato tutto nel suo diario.

Nel libro dei ricordi del tenente Raffaele Valenzano si legge che il 10 dicembre del 1944, mentre era ai comandi del suo «Messerschmitt Bf. 109» (un mezzo di fabbricazione tedesca consegnato anche all’aeronautica della repubblica sociale di Mussolini), aveva intercettato un gruppo di bombardieri alleati. Durante il duello aereo, però, il suo caccia era stato colpito precipitando nell’Eridio.

La vicenda è stata rispolverata da Claudio Mischi, un ricercatore dell’associazione «Romagna air finders», un sodalizio nato nel 2000 da un gruppo di volontari decisi a ricercare e recuperare velivoli della Seconda guerra mondiale insieme alle storie dei relativi piloti. L’associazione ha all’attivo già dieci ritrovamenti: ora il loro nuovo obiettivo è in fondo al lago valsabbino.

Quando si parla di un aereo precipitato, a Idro i più anziani ricordano un episodio che probabilmente si riferisce al 14 marzo del 1945, quando un caccia pilotato da Domenico Balduzzo cadde nella zona in cui ora sorge il Centro polivalente.

La carcassa fu in parte «cannibalizzata» e poi recuperata, mentre il pilota, a cui non si aprì il paracadute, si schiantò sulle rocce. Ma questa è un’altra storia.

E quella di Raffaele Valenzano, nato a Torino nel 1917: era uno dei piloti del II Gruppo caccia che il 10 dicembre del 1944 intercettò una formazione americana di bombardieri bimotori, che alle 11 venne attaccata fra il lago di Garda e il lago d’Iseo. Ne nacque un furioso combattimento nel quale vennero abbattuti 5 «fortezze volanti» alleate, ma anche il Messerschimtt di Valenzano venne colpito dai caccia d’appoggio alla formazione.

Dagli scritti del pilota della rsi emerge che il suo mezzo venne colpito a un’ala: dopo qualche incertezza il tettuccio si aprì e lui venne trascinato fuori in un vortice. Dopo essere riuscito ad aprire il paracadute vide il suo caccia incendiato precipitare nel lago, mentre lui finiva la sua corsa su Malga Plaz, a Darzo di Storo, dove venne soccorso da un boscaiolo. Dopo un mese di convalescenza si rimise in sesto.

Claudio Mischi è certo che le acque dell’Eridio custodiscano ancora la carcassa del Messerschmitt. Ma la zona più a Nord del lago è anche la più profonda; fino a 120 metri. E non sarà certamente facile individuarla.

Mila Rovatti
da Bresciaoggi

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