Raduno multiepoca

Da queste parti non ci si aspettava una simile manifestazione, dove a sfilare in occasione del secondo raduno provinciale di Multiepoca erano diverse realtà accumunate dall’amore per la storia e le tradizioni.
Molti domenica 18 maggio a Storo e Baitoni erano attratti da quello spettacolo: un autentico biscione di gente in costume bello sia da vedere sia da riprendere.

Molti anche i fotografi e i cineoperatori alle prese con  strumenti di ultima generazione, pronti ad immortalare quei figuranti.
Tanta compostezza e un modo elegante per farsi conoscere e apprezzare.  Probabilmente quella associazione  (Co.ri,s.t.)  che riunisce quelle realtà (18 soci fondatori e 22 associazioni per un totale di 600 rievocatori) era fino a quel giorno , almeno in questo circondario, sconosciuta.

La manifestazione, allestita da parte dei Gruppi storici trentini e dalla locale fondazione Lebrac, non solo ha avuto successo ma ha pure riscontrato tanta amicizia, altrettanta  simpatia e molta ospitalità. 

Erano ben sedici le rappresentanze provinciali con al seguito in tutto 300 figuranti, che sono stati accolti con applausi scroscianti. Un cerimoniale per certo versi inedito, quello che ha avuto luogo poi in piazza Municipio, dove   hanno parlato un po’ tutti. Dal senatore Panizza ai rappresentanti provinciali Mellarini e Tonina , Caterina Dominici, il sindaco di Storo Vigilio Giovanelli, la collega di Giunta Loretta Cavalli, Mariano Valerio vice sindaco di Bondone. Non poteva mancare la presidente del coordinamento degli stessi Rievocatori trentini, vale a dire Margherita Valentini.

“I Lanzichenecchi,  riconducibili alla fondazione Lebrac di Storo di cui è presidente Gino Quai, sono da considerare  non solo un’associazione viva, ma un patrimonio per la valle, in quanto stanno dimostrando di saper recuperare e valorizzare la storia dei Lodron dove tuttora esistono delle realtà appartenenti a quella famiglia” ha aggiunto nel suo intervento il borgomastro di Storo cavalier Giovanelli.

Prima ancora tanta coreografia con spettacoli, danze e sbandieratori lungo le vie Sant Andrea, San Floriano,  Trento e Roma. Poi tutti alla volta dell’Idroland di Baitoni dove (al di la del mega pranzo con 500 coperti organizzato dall’ente Pro loco) le esibizioni si sono ripetute con successiva visita al castello di San Giovanni. 
 
“Direi che come avviene a Mimdelheim in Germania non si tratta di carnevalate ma di una concentrazione di Gruppi intenzionati a garantire una effettiva rievocazione in modo   poi da divulgarne e conservare la storia” ha aggiunto il professor Roberto Codroico. Lui ed il collega Gianni Poletti sono i veri storici di queste tradizioni.

.Foto dal sito vellutai

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