«Archeologia lungo il Chiese»

 

Trent’anni fa Piero Simoni, profondo conoscitore della Valle Sabbia e fondatore del Gruppo grotte di Gavardo, in un saggio dedicato all’archeologia sabbina aveva affermato che «le testimonianze preistoriche riferibili alla Valle Sabbia sono, per la maggior parte, frutto non di ricerche dirette, ma di rinvenimenti occasionali». Da allora molto è cambiato, molti siti archeologici sono stati scoperti e indagati grazie a campagne di scavo mirate, come emerge dai saggi contenuti nel volume «Archeologia lungo il Chiese» curato da Franco Nicolis, Elisabetta Mottes e Gianni Zontini, presentato nei giorni scorsi a Storo da Marco Baioni, direttore del Museo archeologico della Valle Sabbia di Gavardo.

Il volume, pubblicato nella collana «Judicaria Summa Laganensis» dal Centro Studi Judicaria di Tione e dalla Soprintendenza per i beni archivistici della Provincia autonoma di Trento, raccoglie gli atti del convegno interregionale di archeologia tenutosi a Storo nell’ottobre del 2003. Durante quel seminario di studi furono comunicate le più recenti scoperte archeologiche sia bresciane che trentine e fu offerto un quadro delle conoscenze sulle più antiche popolazioni che abitarono lungo le sponde del Chiese.

Aprendo la serata il curatore del volume, Franco Nicolis della Soprintendenza per i beni archeologici di Trento, ha voluto evidenziare come nei territori montani le vie d’acqua costituiscono da sempre reti di comunicazione lungo le quali si muovono persone, merci, idee e cultura. In questo senso – ha proseguito Nicolis – il fiume Chiese, che inizia il suo percorso in territorio trentino e lo prosegue in in quello bresciano, ha da sempre svolto un ruolo particolare. Nei comprensori geografici che attraversa, sia quelli montani che di pianura, la presenza umana si è sviluppata fin da età molto antiche.

Marco Baioni si è invece soffermato sulla presentazione dei risultati legati al convegno del 2003 e ha parlato degli ultimi sviluppi che hanno interessato le ricerche archeologiche lungo il tratto bresciano del Chiese.

Nel corso dell’intervento il direttore del Museo di Gavardo ha offerto un quadro di sintesi che ha spaziato dai nuovi scavi a Monte Covolo (Villanuova sul Clisi) alle campagne d’indagine alla Corna Nibbia di Bione, con la necropoli dell’età del Rame e l’abitato dell’età del Bronzo, ai siti dell’età del Ferro indagati in località Oriolo di Vallio Terme.
Il convegno del 2003 – ha concluso Baioni – è stato un’importante occasione nella quali gli archeologi bresciani e trentini hanno potuto confrontarsi e porre le basi per indagare in modo coordinato le testimonianze di cultura del passato che insistevano in un’area oggi divisa da due regioni, ma che nel lontano passato non era segnata da alcun confine.

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