16 Febbraio 2018, 09.14
Gavardo Vallio Terme Muscoline
Incontri

«Discorsi diretti», dialogo genitori-figli

di Cesare Fumana

Un percorso di formazione per genitori innovativo quello che prenderà il via nelle prossime settimane a Gavardo, con protagonisti i figli, e una grande sorpresa finale


Prenderà il via nelle prossime settimane a Gavardo un percorso di formazione per genitori e figli, ideato da diverse agenzie educative del territorio (scuole, oratorio, Age, Comitato genitori) con una modalità innovativa.

«#Discorsi diretti. Genitori e figli in cammino» è il frutto del Patto educativo sottoscritto fra Comune, enti e associazioni gavardesi, nell’ambito del progetto “Fratelli per sport”, con lo scopo di offrire occasioni di crescita e confronto fra le diverse realtà educative del territorio.

A coordinare il progetto è la cooperativa “La nuvola nel sacco” che ha predisposto tre serate nelle quali saranno i ragazzi a proporre spunti di riflessione agli adulti, attraverso un laboratorio teatrale condotto dalla Compagnia Spunti di Vista.

«Questo progetto – ha illustrato il neo assessore ai Servizi sociali di Gavardo, Daniele Lauro – è la concretizzazione di un percorso di coordinamento fra le diverse realtà aggregative, avviato dall’Amministrazione comunale in questi anni con “Fratelli per sport” e la firma del Patto Educativo della comunità di Gavardo. Queste serate si discostano dai consueti incontri per genitori con l’intervento di un relatore, ma vogliono coinvolgere i figli per dare strumenti ai genitori per entrare meglio in dialogo con loro».

Nell'iniziativa sono coinvolti i bambini della scuola primaria parrocchiale Don Bosco, quelli della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo e gli adolescenti dell’oratorio San Filippo Neri.

Tre le serate di confronto
in calendario il 28 febbraio, il 21 marzo e il 18 aprile. Ognuna sarà organizzata da un gruppo di ragazzi attraverso un lavoro teatrale guidato dalla Compagnia Spunti di Vista: la prima sta già coinvolgendo i 40 bambini delle classi quinte della primaria parrocchiale; la seconda vedrà protagonisti i 20 ragazzi del Comitato studentesco delle medie; la terza toccherà a una trentina di adolescenti dell’oratorio. Sarà interessante scoprire cosa chiedono agli adulti, quali spunti e riflessioni proporranno ai loro genitori.

«È stato un successo creare un percorso unico con le diverse realtà educative – ha sottolineato Michele Bortolotti, presidente dell’Age Gavardo – riuscendo a coinvolto un’ampia fascia di bambini e ragazzi, dalla primaria alle superiori». Bortolotti ha voluto ringraziare la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e l’Amministrazione comunale di Gavardo per il sostegno all’iniziativa.

Giovanni Landi, vice dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo, ha sottolineato l’importanza del progetto e l’entusiasmo con il quale è stato accolto dai ragazzi. Dello stesso avviso Ennio Pasinetti, Dirigente Scolastico Scuola Parrocchiale, e l’insegnante Nicoletta Abarabini. Per don Fabrizio Gobbi, curato di Gavardo, è una scommessa su cui puntare per dare sostegno al dialogo genitori-figli, così importante e spesso difficile in età adolescenziale.

Per raggiungere capillarmente tutte le famiglie saranno consegnate nei prossimi giorni agli alunni della parrocchiale e a quelli dell’Istituto comprensivo di Gavardo (compresi i plessi di Sopraponte, Soprazocco, Vallio Terme e Muscoline) 1.900 buste con il programma e la richiesta di iscrizione ad una o più serate.

I tre incontri si terranno presso il teatro parrocchiale Pio XI a Gavardo, alle 20.30, e saranno condotti dalla Compagnia Spunti di Vista.

Il percorso si concluderà con una serata a sorpresa alla presenza di Giacomino Poretti (del trio Aldo Giovanni e Giacomo): luogo e data dell’incontro saranno comunicati ai genitori partecipanti durante le serate.


Commenti:
ID75240 - 17/02/2018 09:58:41 - (Dioniso) - La famiglia

Dovrebbe e potrebbe essere questo il vero tema delle prossime elezioni nazionali e regionali. Un papà, una mamma e dei figlioli: è questa la struttura (al netto di ogni valutazione religiosa sulla sacralità del matrimonio) sulla quale bisognerebbe investire, non solo per l'educazione dei ragazzi, ma come presidio all'invecchiare della popolazione, come aiuto e sostegno in ambito socio-sanitario. Francia, Germania e altri paesi europei non ne fanno una questione "filosofico-religiosa", ma hanno bene capito che investire sulla tenuta della famiglia è un modo efficace per investire sulla società, migliorandone la qualità di vita. Ed invece, noi siamo tutti concentrati a parlare di euro, di immigrati e di pseudo fascismo.

ID75243 - 17/02/2018 11:30:03 - (Tc) - ...Dionisio

piu' nessuno mette su famiglia in Italia,perche' costa o meglio...una coppia di giovani precari con contratto a tempo determinato,in affitto,dove spesso,se la donna e' incinta, viene lasciata a casa...come fa a pensare di mettere su famiglia,al di la di pensieri politici...?! E di giovani che vorrebbero una famiglia ci sarebbero...considerando pure che ora bisogna lavorare fin quasi 70 anni,come faranno poi i futuri 'nonni' a tener i propri nipoti,mentre i loro figli precariamente lavorano...

ID75246 - 17/02/2018 17:26:59 - (Dioniso) - E' proprio come dice lei Tc

ecco i motivi per i quali ancora più grande dovrebbe essere l'attenzione della politica alla possibilità di crescere una famiglia. Ci sono le elezioni: io voterò per chi ha posto forte questo tema, anche se la grande comunicazione lo ignora completamene e non ne parla. E' quello che, come cittadino, posso fare e lo farò. Credo, caro Tc che i miei genitori, nel primo dopoguerra, non se la passassero certo meglio di oggi, anzi! Eppure hanno messo al mondo e cresciuto 5 figli: oggi, credo, manchi anche il senso di una speranza, il senso di un futuro che ognuno di noi, senza delegare, è chiamato a costruire, pur nel proprio piccolo. Ci spero e ci credo!

ID75247 - 17/02/2018 18:44:53 - (Tc) - Dionisio

daccordissimo con lei,nel dopoguerra,se pur poveri,pero' c'era anche la possibilita' per tutti di lavorare,anche se era massacrante,con l'arrivo degli anni '70 che eran tempi duri anche li,il lavoro c'era e se uscivi da una parte entravi dall'altra,ed e' andata avanti fino a fine dei '90,ma ora se esci,non torni più dentro,sopratutto per quelli come me nella fascia dei 50...per i giovani e' diverso,possono entrare ed uscire da una parte all'altra,tanto li posson tenere come apprendisti fino ai 30 anni e quindi non pagarci le tasse,il problema e' che non si vuole far uscire prima gli altri,le generazioni precedenti...se si va da una banca e si chiede un mutuo,se i giovani son a contratto determinato,non lo concedono o meglio voglion delle garanzie,e quali potrebbero essere,se non la fatica e il sudore dei genitori...e' tutto un sistema marcio e' impensabile ora, che per vivere si debba tornare a pane e cipolle come nel dopoguerra e far figli...

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