22 Febbraio 2018, 11.51
Gavardo
Lutti

Un fiorellino di nome Leti

di John Comini

Oggi in Paradiso è spuntato un piccolo fiore. Si chiama Paola Tebaldini, ma tutti la chiamavano Leti


È difficile trovare quel fiore, nei bellissimi prati del cielo. È un fiore molto piccolo, semplice, all’apparenza insignificante. Ma è un fiore caro a Dio. Perché? Perché Leti ha fatto della sua vita un dono, con una virtù che ormai pare scomparsa: la semplicità.

Come nella canzone dedicata a San Francesco:
“Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno,
con amore ed umiltà potrà costruirlo
Se con fede tu saprai vivere umilmente
più felice tu sarai anche senza niente
Nella vita semplice troverai la strada
che la calma donerà al tuo cuore puro
E le gioie semplici sono le più belle
sono quelle che alla fine sono le più grandi”

Paola, detta Leti, aveva 92 anni. 92 anni spesi senza farsi notare, dedicando il proprio tempo alla sua famiglia. Seguendo i valori di un tempo, che sono valori senza tempo. A 35 anni era rimasta vedova (la figlia Daniela aveva solo 10 anni, mamma mia), ogni giorno saliva sulla sua bicicletta per andare a lavorare al Lanificio. L’ho conosciuta tramite la mia futura moglie, che era amica di sua figlia Daniela. Eravamo amici (quindi io ero libero, ah bei tempi andati!) e la mamma di Daniela ci ospitava, sempre con il sorriso.

Con me c’erano spesso anche gli amici Paolo Goffi (ora sacerdote) e Cesare Mora, con il quale una sera avevamo cantato una serenata sotto la casa della signora Leti. Così avevo conosciuto la sorella Giuseppa, Bepa per tutti, anche lei sempre sorridente, dolce e gentile, che preparava un ottimo spiedo per tutta la compagnia. C’era anche Antonio Lauro, detto Tone, con il quale siamo sempre stati legati da sincera amicizia. La signora Leti sapeva un sacco di canzoni. Bastava accennare ad una frase, che lei subito cantava una canzone con quelle parole. Amava molto leggere, sapeva tutto di re e regine, principi e principesse. Nel 2015 avevamo fatto una bellissima festa per i 90 anni della Leti (le fotografie si riferiscono a quel giorno).

Tra parenti ed amici abbiamo passato una splendida giornata, ed io avevo letto questa filastrocca…
“L’altra sera sul divano sprofondato
me ne stavo dinanzi alla tele, felice e beato,
mi s’avvicina mia moglie con aria suadente
“Caro il mio John”, mi dice soavemente…
Ahi –penso-  abituato ad esser strapazzato
mi sa che avrà modo di avermi incastrato.
“Perché non prepari un breve componimento
per la signora Leti che fa il festeggiamento?”
Io titubai poiché la questione m’avea un po’ turbato…
“Lo sai Emi che per queste cose non sono portato…”
Allor la tigre mi gridò: “Varda che se t’el fet mia
le spiet che i fa t’el mangeret mia!”
All’istante il mio cervello andò a mille
e le parole m’usciron come scintille.
E allor questo breve poemetto vado ad iniziare
sperando che i commensali mi sappian perdonare.
Cara e dolce Leti, in questo lieto giorno
siam qui a farti festa, tutti a te intorno,
con il sole o la pioggia, sulla sedia o sul divano
a te giunga il nostro augurio col cuore in mano.
Noi siam qui intorno a te con aria sopraffina
come i vassalli s’inchinan dinanzi alla regina.
Tu che sei sempre stata esperta di principi e re
di casate e di stemmi e vuoi saper perché?
Non son cavalli e carrozze che fanno una signora
ma un animo nobile che tu hai avuto ognora.
Cara la nostra Leti, tu che hai passato gli anni
tra gioie e dolori, letizie ed affanni,
tu che hai pedalato in bici verso il Lanificio
sempre per i tuoi cari, con dolce sacrificio,
donasti i migliori anni per la tua famiglia
sempre con nel cuore Daniela, la tua bella figlia.
Tu cara Leti sorridesti ogni giornata
e quando la mia attuale moglie s’era di me innamorata
tu d’accordo con Daniela ottimi spiedi organizzavate
io ignaro con l’amico Cesare cantavo le serenate
in vicol Manganino sotto le stelle
a cantar romanze per le due sbarbatelle.
Poi mangiavo golosamente lo spiedo e mi son trovato
preso per la gola e da Emi come spiedo sono stato infilzato.
Tu cara Leti ogni sabato tentavi la fortuna
mettendo 100 lire al Lotto, sperando nella luna,
ma non perdevi mai una Messa nella parrocchiale
con devozione ascoltando le parole del messale.
E a Santa Maria mentre leggevo con don Mansueto
tutto contento tra le suore Orsoline e tutto lieto
eri nei banchi in fondo con la tua Daniela
che cercava l’amore accendendo una candela.
Ma non posso qui dimenticare una persona gioiosa
che conobbi nella tua casa, sempre radiosa,
la zia Bepa, sempre gentile e sorridente
che dal Paradiso ci protegge continuamente.
Cara Leti, che conosci ogni canzone
che ricordi e canti ad ogni occasione
or noi ti auguriamo tutti intorno
una vita bella e serena, notte e giorno,
ti ringraziamo per l’amore che ci hai dato
ed è il tesoro più grande che abbiamo conservato
e ti auguriamo ancora anni e anni di cose belle, amore e fantasia,
e che la tua vita sia sempre una dolce melodia.”

Ciao, fiorellino, grazie per il profumo d’amore che ci hai donato, sono certo che da lassù penserai sempre alla tua Daniela…
                         
John


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