20 Gennaio 2008, 00.00
Gavardo
Ricordi

Riverisco, Signor Maestro

La scuola cambia, eccome. Nerino Mora da Gavardo ce la descrive per come era durante la sua fanciullezza, all'inizio degli anni Sessanta. Il suo maestro (e che maestro) si chiamava Ruggero Panizza, veniva da Castelletto di Leno.

La scuola cambia, eccome. Nerino Mora da Gavardo ce la descrive per come era durante la sua fanciullezza, all'inizio degli anni Sessanta. Il suo maestro (e che maestro) si chiamava Ruggero Panizza, veniva da Castelletto di Leno.

Forse per ricordare il maestro Ruggero Panizza la persona meno adatta sono io.
Occupavo uno degli ultimi banchi e mi ritengo un alunno non certo modello a quel tempo. Certo non ero un esempio da prendere in considerazione per il mio impegno nello studio.
Il maestro Ruggero era originario della Bassa bresciana, esattamente da Castelletto di Leno, aveva una sorella che si chiamava Betti e per fratello Don Celestino, il parroco di Sopraponte che è mancato il 29 gennaio 1945 con il bombardamento di Gavardo.
Ricordo il maestro in sella al suo Motom (uno motorino di quel tempo). Sembrava un cavaliere in sella al suo destriero metallico, sempre impeccabile col capello corto, baffo accennato, il suo abito un completo giacca e pantalone uguale, camicia bianca, cravatta. Sempre.

Aveva il carattere fortissimo di quelli ai quali la guerra ha tolto molto. Aveva una gran voglia di fare a tutti costi. Sempre.
Ogni mattina al suo arrivo in classe ci alzavamo tutti in piedi come un piccolo esercito. Insieme dicevamo: “riverisco signor maestro”. Seguiva il suo ordine: “seduti”.
Poi cominciava la lezione.
Lui ci ha fatto sentire la prima volta la radio, perchè da noi in casa l’avevano in pochi, la tv è arrivata dopo alcuni anni, il personal computer era una macchina da fantascienza, la calcolatrice sarebbe arrivata dopo. La realtà era l’inchiostro rifornito nel calamaio da un compagno. Guai a chi usava la biro in classe. Era interdetta.

Trascorrevamo mattinate e pomeriggi con lui, era l’unico maestro, insegnava tutto: religione, matematica, italiano, anche il canto e devo dire che lo faceva in mal modo. Ma poco importa. Ho trascorso con lui gli anni importanti dell’infanzia, nel mio caso dalla Terza alla Quinta elementare.
Con pazienza e forza di principi forgiava il nostro carattere. A volte a colpi di righello, ceffoni, castighi. Per la verità era un vero incubo andare a scuola. Difficile che dicesse bravo a qualcuno, il rapporto con lui era d’amore e d’odio.
Per chi non era studioso, a modo suo, ai genitori consigliava per il figlio la carriera di conducente di animali. Poi da verificare con il tempo (dove la ragione dava il merito).
Alla scuola di Sopraponte ha lavorato dal dopo guerra fino al 1975 circa.

A quel tempo si imparava davvero e tanto, forzati certamente, ma era doveroso studiare e necessario imparare, a tutti i costi.
Se siamo dei bravi genitori con sani principi, fari per i nostri figli in un mare sempre poco navigabile, lo dobbiamo a quella scuola.
Dalle sue classi sono uscite menti cristalline, ingegni, dottori, geometri, industriali, artigiani, commercianti. Tanti dei suoi alunni ricoprono incarichi di prestigio sia nella nostra valle sia al di fuori.
Non era un maestro perfetto, tuttora nessuno di noi è perfetto ed è ignorante chi ritiene di esserlo. Però ognuno dei suoi ex alunni dovrebbe ringraziarlo.
Grazie per quello che hai dato senza chiedere nulla, grazie perchè dopo la tua scuola, andando alle medie, avevamo un’ottima preparazione ed un percorso scolastico più facile.
Solo allora abbiamo capito quanto valeva il nostro maestro.

Nessuno di noi o altri, che io sappia, ha mai scritto qualche cosa sul suo conto. Penso che sia giusto, anche se pur poco, che il maestro Ruggero venga ricordato tramite questo giornale e che si sappia di lui e del suo operato.
Ora il Maestro non c’è più, è scomparso il 20 dicembre 2000 all’età di 87 anni. Riposa nel cimitero di Sopraponte con pochi fiori sulla sua lapide.
In suo onore e in suo ricordo mi auguro che non manchino mai buoni pensieri, oppure una preghiera.
Riverisco, Signor Maestro.

Nerino Mora


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