21 Giugno 2019, 09.00
Gavardo
Il ricordo

In memoria di Marì Peli

di Redazione

Un commosso ricordo di una persona speciale nella sua semplicità che ha lasciato il segno nella comunità di Sopraponte


Di Marì, che ha vissuto a lungo, tante persone diverse serbano ricordi significativi.

Ho conosciuto Marì circa 28 anni fa. È stata una delle prime persone che il mio futuro marito mi ha presentato. Mi è piaciuta fin da subito: una signora molto dinamica, sveglia, simpatica, una donna vera conoscitrice del mondo e delle persone. Mi è piaciuta a tal punto che quando ho saputo di essere in dolce attesa, mi è venuto naturale dire che avrei voluto che fosse Marì a tenere a battesimo il nostro bimbo.

Quando è nata Valeria il mio desiderio è stato realizzato, mi sono augurata che mia figlia prendesse anche solo una parte della forza e del coraggio di Marì, che tante ne ha passate, ma le ha superate con la grinta e il sorriso. A proposito del sorriso, quando ho detto a Valeria che Marì se n’era andata e che era stata scelta una foto bellissima, lei ha detto: «Sarà senz’alto sorridente!». E così era, la nostra Marì.

Tutti l’abbiamo conosciuta come la Marì Peli, che ci raccontava delle estati passate in Magno con la sua famiglia e le mucche. Crescendo, ha sposato il suo Pierì e dal loro amore sono arrivate Ida, Fiorella e Jole. Gli anni sono passati tra il lavoro al Lanificio e la crescita delle figlie. Il sorriso sempre stampato sul viso era la sua cifra distintiva e mostrava la sua apertura verso il prossimo.

Era solare ma anche riservata, mai pettegola. In un parola, era accogliente e aveva il raro dono di far sentire ognuno a proprio agio. Queste sue qualità l’hanno fatto apprezzare nella gestione del bar Acli e del Cinema Teatro, attività che ha sempre esercitato con un occhio di riguardo per i suoi clienti: dai piccoli, ai grandi, agli anziani. Ha poi passato il difficile periodo della malattia del suo caro marito, per cui si è fatta in quattro, con amore e devozione.

In seguito, dietro proposta di don Antonio, è diventata cuoca dell’Asilo. E che cuoca! Tutti i bambini di quegli anni ricordano i suoi ottimi pranzi e anche chi a casa non mangiava volentieri in mensa si riempiva il piatto con gusto. Ancora giovane, ha provato la gioia di diventare nonna gustandosi i nipoti mentre gli anni passavano.

L’amicizia con Basilio, le gite con gli Alpini e la sua Selvapiana: quante estati piene di gioia ha trascorso lassù nella casina! É poi arrivato il dolore per Samuele, che le faceva brillare gli occhi quando i ragazzi la abbracciavano, salutandola con affetto, per farla sentire la nonna di tutti. Non mancava mai alle feste in Oratorio e alla Tombola, sorridente e scherzosa.

Non si accontentava di esserci ma, anche anziana, partecipava attivamente, chiacchierando in allegria. Quante domeniche ha trascorso giocando a carte in compagnia! Ha poi avuto la rara gioia di diventare bisnonna e di potersi godere i pronipoti.

Quante macchine le suonavano il clacson, mentre raggiungeva a piedi la chiesa o l’oratorio o, semplicemente, mentre passeggiava per Soseto con il suo bastone, nel sole tiepido del primo pomeriggio.

Circondata dall’amore delle sue figlie che si sono prese cura di lei con grande sensibilità e dolcezza, riscoprendo il forte legame che le univa, si è spenta piano, senza rumore. Dopo una lunga vita, ha finalmente raggiunto i suoi cari, forte della fede che l’ha sempre accompagnata.

La vita di noi esseri umani è come un soffio di vento nell’universo, eppure c’è qualcuno che riesce a trasformare questo quasi impercettibile attimo in una storia da ricordare. Marì non si può dimenticare: una vita ad ostacoli, tutti affrontati col sorriso sulle labbra. Schietta e sincera, ha saputo sempre cogliere il meglio da ogni vicenda dell’esistenza. Capace di capire a fondo le persone, ma incapace di parlar male di alcuno, pronta, invece, a incoraggiare, sostenere, confortare. Un raro e prezioso esempio di coraggio e tenacia per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare la sua strada.

Siamo in tanti a ricordare il suo sorriso e a serbarlo nel cuore. Grazie Marì!

Lettera firmata


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