20 Agosto 2016, 09.44
Gavardo
Qui Avis

Grazie Roma

di John Comini

Settima ed ultima tappa del pellegrinaggio in bici dell’Avis Gavardo a Roma


“Dimmi cos’è che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo
dimmi cos’è che ci fa sentire uniti anche se siamo lontani
dimmi cos’è che batte forte forte in fondo al cuore
che ci toglie il respiro e ci parla d’amore.
Grazie Roma che ci fai piangere abbracciati ancora
grazie Roma, che ci fai vivere e sentire ancora una persona nuova.”


Scusate ma devo utilizzare la canzone di un “romanista” come Antonello Venditti per sintetizzare il grappolo di emozioni di una giornata indimenticabile.

Arrivati, finalmente!
Tutti nell’immensa Piazza San Pietro, con le divise fiammanti dell’Avis che spiccano in mezzo alla folla multicolore, tra soldati con mitragliatore anti-paura e venditori di bibite e di rosari (1 rosario 1 €, 12 rosari 10 €: oh Madonnina dello sconto!).
Ci raggiungono la sempre entusiasta e simpaticissima “Simo” e la dolce Giulia, scese col treno più veloce per riabbracciare il grande Gerry.

È impossibile, davvero, raccontare l’emozione vissuta da tutti
.
Bastava vedere i volti dei nostri ciclisti per capire il piccolo, grande significato di questo Pellegrinaggio. Alcuni avevano gli occhi umidi e se ne stavano in disparte, alcuni passavano da un ciclista all’altro per ringraziarlo con una forte stretta di mano, alcuni si gettavano a terra e se ne stavano poi immobili ad ammirare la facciata di San Pietro, alcuni si abbracciavano sfiniti e felici, alcuni si fotografavano con selfie da ricordare per sempre, alcuni pensavano solitari in mezzo a quella folla immensa, alcuni dentro di sé pregavano…
Ognuno in cuor suo avrà ripercorso questa settimana, densa di piccole e grandi cose, ognuno avrà percepito il senso del tempo trascorso insieme…

Ognuno avrà ripensato alle salite più dure (Ivo ha “registrato” che complessivamente i nostri hanno pedalato per più di 7000 metri complessivi di altitudine), quando si saliva sempre più su verso la cima, dove alla fine i compagni di viaggio si fermavano ad ammirare la bellezza del creato.
“Io vado in bicicletta per sentirmi vivo”, cantava Ivan Graziani… e allora ancora pedalare, sempre pedalare, con il vento in faccia che ti rallenta, tra bellissimi altopiani, suggestive distese di campi e splendidi borghi medievali.
Ci sono stati giorni di sudore, di battute (splendide!), di attesa: oggi è stato il giorno dell’emozione, il giorno della riflessione.

Certo, il pellegrinaggio è solo la tappa intermedia di un percorso
che –se ognuno di noi lo vorrà- dovrà poi continuare nella vita di tutti i giorni.

Penso alle parole di Papa Francesco
Non restate seduti ai piedi del campanile lasciando che il mondo vada dove gli pare. Dovete fuggire la tentazione della mediocrità. Evitate la litania delle lamentele, della gestione personalistica del presente, delle chiacchiere, delle mezze verità che poi diventano menzogne. E la durezza di chi giudica. Fuggite il rodervi della gelosia, dell’invidia, dell’accidia, il lassismo. Quanto è vuoto il cielo di chi è ossessionato da se stesso. Quanto è sbagliato il ripiegamento di chi vorrebbe che il passato divenisse il nostro futuro.

E allora copio il messaggio inviatoci dall’amica Doni Ferretti: “Ciao furgonauti…tutte le strade portano a Roma…quelle indovinate, quelle sbagliate e ritrovate senza GPS…quelle che ti fermano perché una Lambretta colpisce il ciclista e quelle che ti fanno girare in tondo una splendida Siena. Quelle che percorri veloce e quelle che ti fanno arrivare in ritardo all’albergo…Grazie per averci portato su queste con voi, raccontandoci ogni giorno una parte della storia.”
Grazie a te, Doni, per la tua profonda sensibilità. E un abbraccio alla bella Silvia.

Grazie ai magnifici 15 ciclisti del gruppo ciclistico dell’Avis
: Giovanni Damiata, Gianluigi Baresi detto “Gigio”, Leo Casari, Giovanni Cama, Dorina Grumi, Ivo Franzoni, Gerry Maccarinelli, Davide Maioli, Ilario Romano, Stefano Tapparo, Antenore e Giovanni Taraborelli, “Ciba” Tebaldini, Valter Vezzola e capitan Arturo Tebaldini.

Grazie ai furgonauti che hanno condiviso questa magnifica avventura: Carla Zucchetti, Gianni Filippini, Emi Avanzi e Resi Ortolani.
Grazie a Simonetta ed a Giulia che hanno vissuto con noi i giorni “romani”.
Grazie dall’ASD FM Bike che ha offerto con grande generosità il comodissimo furgone.
Grazie alle mountain-bike che non ci hanno mai tradito.
Grazie al paesaggio (e a Chi l’ha creato).

E grazie a tutti quelli che hanno dato una mano per organizzare questa magnifica esperienza e che per vari motivi non son potuti venire (e tra questi lasciatemi ringraziare almeno Massimo e Germana, Giuliana e Sergio…).
E permettetemi di ringraziare anche il sempre disponibile Ubaldo Vallini e la redazione di Vallesabbianews per avermi offerto la possibilità di farmi sentire un vero reporter…eh eh eh

Ci sono cose che spesso si sanno per sentito dire, travolti dalla fretta o dai mille piccoli affanni della vita.
Ci sono giorni in cui si fa fatica a cogliere l’essenza della vita e si guardano le cose come se fossero prive di anima.
Ci sono momenti in cui ti prende la disperazione, sapere che l’ingiustizia è all’ordine del giorno

Un poeta scriveva: “Lentamente muore  chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso… chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Ci sono persone che non hanno smesso di credere nell’amore.
Ci sono perone in cui ogni battito del cuore è un universo di possibilità, la possibilità di cambiare il proprio destino.
Ci sono momenti in cui è giusto dare il nostro piccolo contributo alle maree del bene che inondano la terra.
Ci sono momenti in cui ci chiediamo cosa fare in questo mondo
Ci sono momenti in cui ci chiediamo cosa sia  l'amore.
Ci sono momenti in cui è giusto che ci stringiamo più forte ancora,  teniamoci vicino al cuore…. teniamoci vicino al cuore.

Ognuno conserverà per sempre in cuor suo questa esperienza
Ognuno con il proprio filo del destino, da intrecciare con il filo di altre persone. Perché nessun uomo è un’isola, facciamo tutti parte di un grande arcipelago di vite.

E allora…buona strada a tutti!
Buona strada a chi è solo…
Buona strada a chi è lontano…
Buona strada a chi non si sente amato…
Buona strada a chi non si sente compreso…
Buona strada a chi ha bisogno di aiuto…
Buona strada a chi non ha lavoro…
Buona strada a chi non crede più in niente…
Buona strada a chi è disperato…
Buona strada a chi vuol cambiare questo mondo…
Buona strada a chi crede ancora nella speranza…
Buona strada a chi è in un letto d’ospedale…
Buona strada ai bambini del Mali e del Saharawi…
Buona strada alla gente del Bangladesh ed ai medici che li curano…
Buona strada agli anziani…
Buona strada a chi fa gli esami (e gli esami non finiscono mai)
Buona strada a chi tira avanti la baracca ogni giorno…
Buona strada a chi ha crede ancora nei sogni e nella poesia…
Buona strada a chi dona qualcosa agli altri…
Buona strada a chi vive la propria vita ogni giorno, semplicemente…
Buona strada a tutti gli avisini (“Io dono non so per chi ma so perché”) ed all’Avis di Gavardo, che –attraverso il Pellegrinaggio a Roma- ha voluto promuovere il valore umano della donazione di sangue.
Buona strada anche a voi, bambini della mia scuola di Prevalle, e che San Francesco vi protegga nel cammino difficile, incerto e meraviglioso della vita!
Domani si riparte, a casa qualcuno ci aspetta…

PS: Cara Giuliana, mi hai scritto: “Quando arrivate in piazza S. Pietro un pensiero per Dario anche da parte di Sergio che, spiritualmente, è con voi in ogni singolo istante.”
Ecco, non preoccuparti, caro Sergio, Dario è sempre stato con noi. Alza gli occhi e guarda il cielo.
Lo vedi? Ti sta sorridendo accanto al tuo papà.

A parte te (di Ermal Meta)
Questo vecchio cortile che ha un cancello sbiadito
una scritta sul muro che mi ricorda qualcosa
Una strada che porta alla mia vecchia scuola
una moto che passa come un pensiero di fretta
Ah se fossi ancora qui con me ti farei vedere io
che la lezione d'amore che mi hai insegnato l'ho imparata bene
Sempre sarai nella tasca destra in alto
in un passo stanco dentro un salto in alto che mette i brividi
Sempre sarai in un sorriso inaspettato…

John Comini

Le foto sono di Antenore Taraborelli e soci
Qui tutte le tappe

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Grazie John, grazie a tutti voi, E' stato un piecere ed un privilegio potervi fare compagnia
Ubaldo




Commenti:
ID67775 - 22/08/2016 13:50:13 - (PETER72) -

"Oggi me sembra che er tempo se sia fermato qui, vedo la maestà der Colosseo, vedo la santità der Cupolone, e so' piu' vivo e so' piu' bbono, no nun te lasso mai, Roma capoccia der mondo infame, Roma capoccia der mondo infame" cantava sempre Venditti

ID67777 - 22/08/2016 21:25:06 - (Tc) - ...

La feci in solitaria in mtb l anno scorso,facendo anche vie sterrate...ma l emozione che ti arrivare dopo tanti km davanti a S.Pietro,non ha eguali,nonostante non sia per nulla un devito,qualcosa lascia dentro comunque...lo feci per un amico che non pote' venire...l Italia e' bella,basta saper guardarla con occhi diversi e semplici,anche gli italiani sonostupendi alla faccia dei soliti pregiudizi qualunquistici e un plauso anche a tutti voi ragazzi avisini,da un avisino d alyra sede ;-)

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