Dal palazzo alla piazza

La rotta di collisione fra maggioranza e opposizione sembra ormai segnata.
Oggetto della disputa: sentenza di condanna emessa dalla Corte dei conti contro la giunta Vezzola.
Verdetto che le minoranze attendevano da tempo e che non hanno mancato di evidenziare come un chiaro segnale di bocciatura dell’operato del Sindaco.

La sentenza ha implicitamente dato ragione alla minoranza che ora rivendica una vittoria morale riassumibile nel concetto “noi i cittadini li avevamo avvisati.”
Chissà che alle consigliere capitanate da Manuela Maioli non sia tornato alla mente l’antico proverbio “il tempo è galantuomo, restituisce tutto a tutti”.
E da questo pensiero al ragionamento secondo cui la sconfitta di Vezzola è da imputare al suo decisionismo imperante “che non tiene conto di curriculum, viola le leggi e crea danni economici” è stato un attimo.

Un “malcostume” che si sarebbe registrato in più occasioni: teatro di Sopraponte, abbandono centrale a biomasse, mancata istituzione della commissione ambiente e, in questo caso, con la scelta di sostituire il comandante della polizia locale con una persona il cui profilo non era rispondente ai requisiti richiesti dalla legge.

Il Sindaco ha sempre difeso le sue scelte in Consiglio comunale, rispondendo “colpo su colpo” alle critiche avanzate.
In questo caso l’ha fatto ancora prima con una nota scritta, rispondendo alla richiesta di mozione con invito alle dimissioni presentata la scorsa settimana da Gavardo Rinasce presso gli uffici del comune, in cui si legge che l’atto promosso “non può essere considerato in quanto, come dispone l’art.19 comma 7 del Regolamento del Consiglio Comunale, non presenta una risoluzione da sottoporre alla votazione nelle forme previste per la deliberazione.”

“Argomentazione di natura esclusivamente tecnocratica” ribatte la minoranza, che interpreta l’argomentazione del Sindaco come un’arrampicata sui vetri.
L’accusa, già mossa in precedenti occasioni, è di “non creare le condizioni per un dibattito fra maggioranza e opposizione, oltre a governare in modo poco trasparente”.

Il Sindaco nonostante le critiche montanti non vuole esporsi, certo che non può essere una sentenza in suo sfavore a determinare una battuta d’arresto del proprio operato.
Tanto meno una richiesta di dimissioni avanzata dalla minoranza, che ha più il sapore di un’infuocata disputa piuttosto che di un concreto tentativo di corsa al voto.

In Consiglio comunale Vezzola ha sempre potuto contare sulla sua maggioranza, e avendo i numeri dalla propria parte è improbabile una decadenza, e quindi uno scioglimento della giunta.
Perciò registrando “l’indisponibilità del Primo cittadino a ogni possibile confronto in consiglio comunale”, Gavardo rinasce si prepara a portare la questione fra i cittadini.

Il ragionamento è semplice: se la via del palazzo ci è stata preclusa, la piazza rimane sempre aperta.