Coprì lo spacciatore, prima condanna per la morte di Ema

Prima condanna per la morte di Emanuele Ghidini, il ragazzo di Gavardo che la notte del 24 novembre di due anni fa si gettò nel naviglio, in preda alle allucinazioni, dopo aver assunto Lsd.
Il gup ha condannato a sei mesi (pena sospesa) e al pagamento di diecimila euro Rais Signorini, il ventenne accusato di favoreggiamento per aver coperto lo spacciatore che cedette a Emanuele la sostanza allucinogena.

Il sostituto procuratore, Isabella Samek Lodovici, aveva chiesto per Signorini una condanna più pesante, in tutto a venti mesi. La sua richiesta non è stata accolta dal giudice dell'udienza preliminare che, però, ha provveduto ad imporre al giovane il pagamento di una provvisionale in favore della mamma della vittima, costituita parte civile e rappresentata in aula dall'avvocato Maurizio Zanelli.

Il denaro sarà girato alla Fondazione Ema Pesciolinorosso, voluta dal padre di Emanuele, Giampietro Ghidini, ed impegnata al fianco dei giovani, per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro e per divulgare i rischi connessi al consumo delle sostanze stupefacenti.

Il ragazzo condannato tornerà nuovamente in aula il prossimo 3 dicembre per il processo allo spacciatore che ha coperto, il 21enne Claudio Berardinelli, che cedette a Ema la droga, alla sbarra con l'accusa di morte come conseguenza di altro reato.

Come ha riferito l’avvocato Zanelli, il processo ha fatto emergere il comportamento omertoso dei giovani coinvolti in questa brutta vicenda, che hanno cercato di impedire l'accertamento dei fatti.

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