Tanti buoni consigli dal dott. Valerio Fasani nel quarto incontro di Genitori in cammino a Gavardo, su come educare i figli all’affettivit e alla sessualit.
Buona presenza di genitori ed educatori all’Auditorium C. Zane di Gavardo, mercoledì 12 gennaio, in occasione del quarto incontro del percorso formativo “Genitori in Cammino” organizzato dall'A.Ge. di Gavardo. Tema della serata: “L’educazione all’affettività e alla sessualità negli adolescenti”, con relatore il dott. Valerio Fasani.
Per parlare di educazione all’affettività negli adolescenti, secondo il relatore, si deve necessariamente riscoprire il modello educativo dell’uomo e la sua proposta di realizzazione.
Da un contesto di modernità tipico degli anni ’50, ricorda Fasani, permeato da forti ideali, siamo passati ad un’era post moderna dove tutto si è sgretolato: in assenza di ideali a cui credere il “must” delle nuove generazioni si è ridotto al consumistico concetto di "godere". La persona trasformata in istintività, immediatezza, utilizza cose e persone per provare piacere e poi se ne sbarazza, scopre i mezzi per soddisfare le proprie pulsioni senza ammalarsi; da qui un’educazione sessuale che spesso è intesa come saper evitare i rischi di contagio da varie malattie, esclusivamente come prevenzione sanitaria.
In altri contesti l’individuo diviene ostaggio di una ricerca ossessiva della propria autorealizzazione: è succube del carrierismo, dove egli basta a sé stesso e gli altri sono solo di ostacolo alla sua realizzazione e di una competitività portata all’eccesso, dove la sopraffazione è lo strumento per riuscire nel proprio intento.
Tutto questo non pone le basi per un rapporto sincero né per una sana affettività.
Il dott. Fasani riporta una profonda citazione tratta dal libro del cantautore Roberto Vecchioni: titolo “Le parole non le portano le cicogne”; l’autore afferma che ogni persona è come un prisma, a seconda di come la si guarda emana una rifrazione diversa. Ciò significa che non si riesce mai a conoscere tutte le sfaccettature della persona che resta quindi complessità e mistero, aprendo sovente allo stupore.
E citando anche Mounier, afferma che la persona è il soggetto capace di atto d’amore certo, che sta a significare che è in grado di garantire amore. Così come il bimbo quando nasce ha bisogno della certezza dell’amore materno, anche la madre non sarebbe persona se non fosse capace di amore.
La tendenza consumistica e di mercato imperante, purtroppo, spinge i nostri giovani verso un continuo consumo di cose, ma anche di persone o di relazioni; atteggiamento mai tanto comune quanto fuorviante: "io prendo l’altro" deve tramutarsi in "io porto l’altro dentro di me" ossia ne ho il ricordo in quanto persona che mi comunica emozioni, stati d'animo, sentimenti, mi comunica sé stessa. Tramite questo esercizio mentale io amplio la mia possibilità di essere capace di un atto d’amore!
Il centro della persona, continua Fasani, è l’identità. Se il legame è identitario la libertà non è un fine, ma un mezzo. La libertà a disposizione dell’individuo per la sua realizzazione è, inizialmente, immensa. Questa si riduce col tempo, con le esperienze vissute, i percorsi di vita fatti, i legami intrecciati che pur tuttavia ne aumentano la ricchezza personale: quanti genitori oggi si trovano con poca libertà a disposizione, ma con un immenso mondo di affetti e, ciò nonostante, di responsabilità!
L’amore si basa anche sul principio di giustizia e quindi, anche in questo caso, vale la prerogativa di "non fare all’altro ciò che non vorresti fosse fatto a te". Questo presuppone che vi sia la capacità di dare "oltre misura", così come si comportano un padre o una madre con i propri figli. L’amore richiede di andare oltre il senso di giustizia.
L’amore è infine comunitario, lega alla comunità dell’altro e quindi apre agli altri contrariamente all’immagine che spesso abbiamo dell’amore adolescenziale rappresentato dai due ragazzi chiusi a riccio.
Noi adulti, in primis, dobbiamo avere chiari questi valori, conclude Fasani, e offrire un modello affettivo che parta da un vero rapporto con l’altro. I ragazzi, di rimando, devono poter vivere esperienze di comunità, fare attività di vita, di relazione ed avere il tempo di rielaborare quanto vissuto.
Tutte le informazioni relative alla sessualità intesa come fisicità sono da considerarsi come la ciliegina sulla torta: una torta fatta da vari strati di crescita, di consapevolezza e di valori. Difficilmente l’adolescente si rivolgerà ai genitori per avere informazioni sulla sessualità, per pudore, senso di indipendenza o altro. Meglio offrire un libro e restare pazientemente a disposizione. Più efficaci invece, risultano gli interventi mirati di esperti in campo scolastico o all’interno di altri ambienti di crescita giovanile, dove l’adolescente è fra i suoi pari, non si sente giudicato e può esprimere con maggiore libertà riflessioni, dubbi o curiosità.
L'A.Ge. di Gavardo dà appuntamento al prossimo incontro di venerdì 18 febbraio, con l’intervento del dott. Sergio Gelfi, psicologo e psicoterapeuta familiare, sul tema “Genitori felicemente imperfetti -Sapersi accettare e rimanere efficaci” presso l’Auditorium C. Zane alle ore 20.30.
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