A tu per tu con... Nicola Silvestri

Abbiamo incontrato il talento gavardese Nicola Silvestri.

Il giovane centrocampista del Lumezzane, cresciuto calcisticamente nelle giovanili del Gavardo e del Brescia, ha un bagaglio di esperienze in squadre di serie C: prima la Viterbese, poi la Massese e, infine, il Lanciano. In mezzo a queste, anche un’esperienza all’estero in Ungheria, nel Sopron di Beppe Signori.
Il Piacenza ha deciso di puntare su di lui e in questa stagione calcistica Nicola gioca in prestito a Lumezzane, dove si è conquistato la fiducia dell’allenatore Menichini, diventando una pedina fondamentale per la squadra valgobbina.

Come hai vissuto l’esperienza nella serie A ungherese? L’ho vissuta bene. Mi ha aiutato a crescere ed è stata una bella esperienza. La serie A ungherese è molto particolare perché è composta da squadre di diversa qualità. Le squadre migliori di quel campionato, nella nostra serie B se la giocherebbero per la promozione. Poi ci sono altre squadre di medio livello, che potrebbero giocarsela nella nostra Lega Pro (Serie C) … Diciamo che è un campionato completo, soprattutto considerando che in Ungheria lo sport nazionale è il basket.

Qual è la difficoltà maggiore che hai incontrato sulla tua strada? Per me è stato terribile quando il Brescia mi ha messo in disparte; è stata la squadra in cui sono cresciuto fin dall’età di otto anni e quindi ci sono rimasto molto male per il trattamento che mi hanno riservato. Ho anche un altro rammarico. L’estate di due anni fa, per alcuni problemi fisici, non sono riuscito a svolgere al meglio la preparazione con il Genoa di Gasperini.

Qual è stata la tua più grande soddisfazione? La più grande soddisfazione la sto vivendo adesso a Lumezzane. Sto giocando regolarmente in una squadra che crede in me e in cui posso esprimere le mie potenzialità. Anche la mia situazione contrattuale ora si è chiarita: il mio cartellino ora è di proprietà del Piacenza, una squadra seria che ha dimostrato di credere in me, ma che da sempre punta molto sui giovani.

Quali sono i tuoi obiettivi per quest’anno? Il mio obiettivo per quest’anno è quello di segnare il più possibile. Mi verrebbe da dire che mi manca solo il gol perché per il resto sto giocando bene, ma vengo schierato come trequartista e quindi dovrei segnare di più.

Contento di esser tornato a casa? Sono contentissimo perché io amo stare a Gavardo, il paese in cui sono nato. Sono stato molto fortunato a trovare una squadra come Lumezzane perché non ero più abituato a tornare a casa dopo l’allenamento giornaliero e ritrovarmi con i miei cari; avere accanto il calore famigliare è per me importantissimo perché mi dà molta serenità.

Tu facevi parte, insieme a Matteo Marocchi e Marco Zambelli, di quella nidiata eccezionale di calciatori gavardesi di grande talento. Quali sono i ricordi più belli della tua infanzia calcistica a Gavardo? A Gavardo ho vissuto la mia infanzia, quindi porto con me dei ricordi bellissimi. Per due anni consecutivi, nella categoria “pulcini”, partecipammo al torneo di Mazzano, un classico appuntamento per la categoria. Erano le prime esperienze di squadra e infatti, ancora oggi, quando incontro i miei vecchi compagni di squadra di allora, ricordiamo quelle giornate con affetto.

A cura di Alberto Zanetti

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