28 Giugno 2015, 11.39
Garda Salò
L'intervista

Sandro Moscardi, il barman della Love Boat trasferitosi sul Garda

di Davide Vedovelli

Esiste un posto, lungo la strada Provinciale che da Tormini porta a Cunettone, che solo a varcarne la soglia si viene catapultati in un'altra epoca ed un'altra dimensione.


Un posto magnifico, con vista panoramica sul Lago di Garda, che sa di film americano, di storie d'amore, di incontri e di passione. Un posto dove il tempo si ferma e ci lascia trasportare da sensazioni che avvolgono i cinque sensi.

A miscelare sapientemente ingredienti un barman di altissimo livello, che ha girato il mondo, lavorando in alcuni tra gli hotel più prestigiosi e approdando sull' American Princess, la nave nota al mondo come Love Boat, su cui ha preparato cocktail per Liz Taylor e per i fratelli Hitchok. Questo posto si chiama Feeling American Bar, e da molti anni è il punto di riferimento per gli amanti del “buon bere” di tutto il nord Italia, ma anche sosta obbligata dei molti turisti esteri che prevedono nel loro viaggio questa tappa. Conosco alcuni anni fa questo posto grazie ad un caro amico, e ogni tanto ci torno, nelle fredde serate invernali o nelle calde notti estive, per ritrovare quel piacere unico che solo qui a volte si prova. Ma facciamoci raccontare proprio da Sandro Moscardi la sua storia, Barman e proprietario del Feeling, e che da qualche giorno propone ai suoi clienti un cocktail miscelato in una campana tibetana originale.


Una campana tibetana in un American Bar fa un certo effetto, se poi viene utilizzata per la preparazione di un cocktail l'effetto è ancora più sorprendente. Mi racconti il perchè e dove nasce quest'idea? Cosa differenzia questa tecnica di miscelazione degli ingredienti da quella tradizionale?
La campana tibetana nasce vedendo un mio collega, molto più conosciuto di me, Dario Comini del Nottingham Forest di Milano, usarla per la miscelazione di qualche cocktail. Approfondendo la conoscenza tramite ricerche da me effettuate, scopro il fascino e la curiosità mi spinge all'acquisto. Il suono che tu hai potuto sentire unito alle vibrazioni crea una sorta di concordanza di fase, che permette al liquido in essa contenuto, di "bollire". E' chiaro che nella miscelazione non vengono modificate nè migliorate sia l'estrazione che l'infusione molecolare.
Il cocktail comunque assume nel suo insieme una natura più meditativa, data sia dal suono che dall'effetto sensoriale che ha sul singolo cliente. Tengo a precisare che il cocktail fatto in maniera tradizionale, usando il mixing glass, ha di per se lo stesso gusto di quello fatto nella campana, ma, dal mio punto di vista, esso è meno affascinante. Infine mi sembra una buona idea di marketing.


Il Feeling American Bar è un'istituzione non solo sul Garda ma in tutt'Italia. Mi racconti brevemente la tua esperienza, passando per l'American Princess (nota al mondo come Love Boat) fino all'apertura del Feeling American Bar?
Per raccontarti brevemente la mia esperienza dovrei scrivere una seconda Divina Commedia, ma mi soffermerò sui punti più significativi della mia carriera.
Dopo la scuola alberghiera di Abano Teme (PD) comincio a lavorare nei grandi alberghi nel 1963 al Miramonti di Cortina, vado poi in Francia al Palace di Annecy,  al Negresco di Nizza, e  al Platza Athenee di Parigi, in Svizzera a St Moritz al Palace e al Bernina di Samedan. Nel 1968 mi imbarco sulla Michelangelo, nel 1969 sulla Leonardo da Vinci e nel 1970 sulla Pacific Princess meglio conosciuta come Love Boat. Chi volesse verificare basta andare su Google digitare sandro barman love boat e cliccare su immagini. Navigo fino al 1973. Conosco vari personaggi del calibro di Liz Taylor, Richard Burton, Ray Petty, i fratelli Hitchok ecc...: Ricordo le partite di calcio sulla spiaggia di Puerto Vaillarta con il figlio di Elisabeth Taylor,  Christopher Edward. Rientro in Italia. Volevo aprire un mio locale poichè ritenevo di avere già una buona esperienza. La zona di Salò e Gardone in quegli anni pullulavano di personaggi. Decisi di lavorare all'Eurotel di Gardone Riviera per sondare la zona e li conobbi la mia attuale mogliettina, Lella. Una bomba. Finita la stagione all'Eurotel, apro il Bar Hawaii a Salò (in Fossa) e con Lella ci stiamo per 10 anni. Nel 1983 apriamo l'attuale Feeling. Partecipo a vari concorsi AIBES, ne vinco diversi e nel 1986 divento campione italiano dei barman professionisti a St Vincent.


Che consigli daresti ad un giovane barman che vuole seguire  le tue orme?

Il consiglio che darei a chiunque volesse intraprendere la carriera di barman è quello di prendere le valige e partire poichè il mondo è la migliore scuola. Oggi vedo pseudo baristi, poichè la differenza che c'è tra un barista e un barman sono, in primis, le lingue, e in secondo luogo una conoscenza specifica dei vari prodotti. Non si può crescere professionalmente pensando di essere capaci di fare un Mojito, una caipirina, o un Pirlo. Non è sufficiente fare un corso per pensare di essere arrivati. Il corso può e deve essere un punto di partenza, non di arrivo. Quando mi si presentano certi personaggi che solo guardandoli non farei lavar loro nemmeno i bicchieri nel mio locale, e mi dicono:"ciao collega", do loro una bella lezione di bon ton. Per non parlare della Pina Colada. Nel 1968 ero seduto al Bar Beachcombers del Caribe Hilton di Porto Rico e mi bevevo la pina colada fattami dal suo inventore Ramon Monchito Marrero. C'era all'epoca una diatriba su chi fosse l'inventore poichè a Puerto Rico si diceva che la Pina Clada fosse nata al Barrachina, un ristorante che si trova nella vecchia della città. Perchè dico della Pina Colada: non pretendo che tutti conoscano la mia storia, ma quando questi "colleghi" mi dicono se so fare la pina colada, rispondo in modo appropriato. A buon intenditor........


Qual è stata la richiesta di cocktail più strana che ti è capitata?
Richieste di cocktail strani non ne ricordo, ma il mio locale non avendo caffetteria ma una bella lista di cocktails con i vari ingredienti, le pochissime richieste strane che posso avere avuto sono le tisane o cappuccini  che ovviamente non faccio poichè di bar specializzati per questi prodotti, ci sono dappertutto, fuorchè al Feeling.......Il Feeling is not for everyone


La voglia di sperimentare ed innovare non ti ha mai abbandonato. Qualche altro progetto o idea per il futuro?
La voglia di sperimentare percorsi nuovi non mi ha mai abbandonato, dalla sferificazione, all'affumicazione di gin tonic in una campana di cristallo con aromi vegetali e legni  vari, dalla rosa al sambuco, dall'acero nero della Jack Daniel's ,ai sigari cubani aromatizzati con whisky, dalla caramellizazione di vari cocktail, alla campana tibetana ora mi sto dilettando con l'aiuto di mia moglie Lella, nella ricerca di agrumi con oli essenziali particolari che conferiscono ai drink un sapore fresco e complesso. Va molto di moda il Moskow Mule, un cocktail nato nel 1941, servito in un Mug di rame e personalizzato dal sottoscritto.

7) Qual è il tuo vizio preferito?
Mi chiedi qual è il mio vizio preferito e qui vado a nozze. Il mio vizio preferito è il gioco del Golf.

8) Come tradizione delle mie interviste l'ultima domanda la puoi fare tu a me.

Tu mi chiedi di farti una domanda. E' molto semplice: ti chiedo che sensazione hai provato ritornando dopo un po' di tempo, al Feeling?

Tornare al Feeling è come tornare in un rifugio sicuro, in un luogo dove si respira passione e tranquillità. E' sempre un piacere poter bere cocktail preparati con cura, maestria e ingredienti eccezionali; non ultimo poter ascoltare le tue storie, le persone che hai conosciuto e i luoghi in cui sei stato, dipingendo una vita che forse tutti segretamente sogniamo, che sa davvero di romanzo o film americano. A volte mi chiedo: cosa avrà fatto fermare Sandro Moscardi, che ha attraversato il mondo, sulle sponde del Lago di Garda? Ma credo la mia risposta sia già in una delle tue..e ti dirò..bene così che ti sei fermato qui, a due passi da dove abito io.
Ti ringrazio di cuore per la bella intervista e ti abbraccio.



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