14 Maggio 2017, 08.41
Maestro John

Il cuore delle donne

di John Comini

Festa della mamma. I bambini nelle classi preparano regali lavoretti e poesie. Di mamma ce n’è una sola, ed ogni bambino ha la “sua” mamma nel cuore...


Sulla porta di una classe sono appesi i messaggi stupendi dei bambini: “mamma, sei bella come il cielo, dolce come un gelato o un pasticcino, sei un diamante, i tuoi occhi sono perle d’amore splendente nel cielo, tu mi hai dedicato tutta la tua vita, sei una super-mamma, sei la più bella mamma del mondo, sei gentile come un angelo, sei forte come una leonessa, al mattino mi svegli con un bacio, sei tutto per me…

Tra l’altro, un bellissimo e bravo bambino di nome Francesco (eccezionale nel disegno) compie gli anni proprio nel giorno della festa della mamma.
Auguri, Francesco! La tua prima parola da piccolo? Mamma, naturalmente…

E gira gira il mondo e gira il mondo e giro te
mi guardi e non rispondo perché risposta non c'è nelle parole
Bella come una mattina d'acqua cristallina
come una finestra che mi illumina il cuscino
calda come il pane, ombra sotto un pino
mentre t'allontani stai con me forever
Lavoro tutto il giorno e tutto il giorno penso a te
e quando il pane sforno lo tengo caldo per te
Chiara come un ABC
come un lunedì di vacanza dopo un anno di lavoro
bella, forte come un fiore, dolce di dolore
bella come il vento che t'ha fatto bell'amore…
Bella… 
come un passaporto con la foto di un bambino
bella come un tondo, grande come il mondo
calda di scirocco e fresca come tramontana
tu come la fortuna, tu così opportuna
mentre t'allontani stai con me forever
Bella come un’armonia, come l'allegria
come la mia nonna in una foto da ragazza
come una poesia o madonna mia
come la realtà che incontra la mia fantasia” (Jovanotti, Bella)

Ai miei alunni era piaciuta la storia di quel bambino che aveva detto alla mamma casalinga: “Ma tu mamma non lavori tanto come il papà!”.
Allora la mamma, senza sgridarlo, gli ha detto: “Facciamo così: domani stai a casa da scuola e mi accompagni, d’accordo?

Il bambino, felice di saltare la scuola, approvò. Era mattina presto, e la mamma lo svegliò, doveva preparare le colazione per il papà che partiva.
Poi doveva svegliare, vestire e accompagnare la sorellina all’asilo, fare i mestieri (sistemare le camere, lavare, stendere, stirare), andare a fare le spese, andare dai nonni e vedere come stavano, prenotare il medico per la nonna, passare in posta ed in banca per il papà, preparare il pranzo, apparecchiare e sparecchiare, accompagnare il fratellino ai vari corsi (piscina, basket), aiutarlo nei compiti, portare la macchina dal meccanico, andare nei negozi per acquistare un paio di scarpe nuove ed un quaderno, andare a prendere la sorellina alla scuola materna, la sera preparare la cena…

E quando il papà è rientrato a casa, ha visto il bambino addormentato stanco morto sul divano ed ha chiesto il perché.
E la mamma gli ha risposto, piano (per non svegliarlo): “Beh, sai, oggi è stato molto bravo ed ha voluto farmi compagnia…” 

“Il cuore delle donne cambia età
è un albero d’inverno e fiorirà
sentieri aperti e tu che hai davanti gli amori che avrai
piccoli o grandi non bastano mia
che mondo sia lo imparerai bella mia…
il cuore delle donne sei tu che non tremi più.”
(Dori Ghezzi, Il cuore delle donne)

Ed ora una lunga carrellata dedicata alle mamme…
Mamme nel ruolo di life coach h 24, pronte ad insegnare a gestire la propria vita, il proprio tempo e i propri affetti
Mamme che non hanno mai tempo, e da una vita non si guardano allo specchio 
Mamme che sanno perdonare
Mamme che nonostante tutto credono nella vita  
Mamma che sanno andare fino in fondo
Mamme sull’orlo di una crisi di nervi (frasi ai figli: "Se dovete ammazzarvi, fatelo fuori di qui, che ho appena pulito!"

Mamme che ti insegnano la logica: "Perché' lo dico io, ecco perché!" "Chiudi la bocca e mangia!".
Mamme autorevoli che sanno ammettere le proprie debolezze, perché solo così possono capire quelle dei figli
Mamme che dicono di no, anche se a fatica
Mamme che lasciano che i figli scoprano l’incanto, la sorpresa, il sogno
Mamme che adottano bellissime bambine venute da un mondo lontano e danno a loro un amore infinito
Mamme che dicono “ai miei tempi sì che le cose andavano bene” ma a volte non ci credono neanche loro

Mamme che facevano grandi sogni da ragazze ma non si ricordano più quali fossero
Mamme che devono gestire anche papà strampalati e mattacchioni
Mamme sempre severe, accigliate, sempre incavolate con il mondo che va male 
Mamme che hanno perso il figlio e con lui la speranza
Mamme che ascoltano le notizie dei bambini uccisi da gente malvagia e stringono forte forte il proprio bambino 
Mamme che combattono per le proprie idee e per la giustizia (come le madri-coraggio in Argentina)

Mamme fragili, spaventate, che hanno preferito scappare via di fronte alla vita
Mamme speciali che hanno cura di bambini speciali
Mamme attente alle piccole cose della vita
Mamme che fumano una sigaretta dietro l’altra e paiono ciminiere (“ma tanto ghò ach de mörer”)
Mamme che smettono di fumare perché è nato un bambino
Mamme che sopportano i papà che urlano come pazzi alle partite in TV (ma se c’è la Nazionale urlano anche loro…sarà perché i giocatori sono dei bei ragazzi?)

Mamme che guardano mille trasmissioni sulla cucina ma poi fanno le cose che ha loro insegnato la mamma 
Mamme che hanno montagne di roba da stirare (“so mia la vosa serva!”)
Mamme che vivrebbero solo guardando film d’amore che fanno piangere, ma piangere…
Mamme che girano in casa ciabattando in tuta
Mamme che sognano macchine nuove ma poi si accontentano di quel catorcio del papà
Mamme che vanno dal manicure, dal pedicure, si depilano, si fanno le lampade, si fanno fare i massaggi, vanno ai corsi di ballo, fanno la dieta e poi si controllano il lato B per vedere se è ancora sodo (“Ma lo fai per tuo marito?” “Marito chi? Quello è già tanto se si accorge che ci sono”)

Mamme che hanno sposato grandi uomini (ma dietro ogni grande uomo c’è una grande donna)
Mamma che fingono di ridere all’ennesima barzelletta del papà (“mi sembra di averla già sentita…”)
Mamme che amano i fiori ed i regali (“ma caro, non dovevi!”)
Mamme un po’ distratte dallo smartphone mentre guidano
Mamma che se parcheggiano in una piazza vuota vanno a sbattere contro un cartello  
Mamme  che sopportano i papà che se hanno due linee di febbre fanno testamento
Mamme che aiutano i bambini a fare i compiti 

Mamme che brontolano quando il papà dà sempre ragione al figlio ma sotto sotto sono contente di queste strane alleanze 
Mamme che vanno a vedere le partite e urlano e difendono il figlio ad oltranza
Mamme che sognano un figlio perfetto e poi rimangono deluse
Mamme che fanno il regalo più grande al figlio: quello di stargli accanto e di ascoltarlo
Mamme che sono sempre via per lavoro ma che pensano sempre al loro bambino
Mamme che anche se sono via sono sempre presenti nel cuore dei bambini
Mamme che tirano avanti la baracca con l’impegno quotidiano e spesso si devono sostituire a padri fragili o inesistenti (Papà.- “Chi porta le braghe che denter?” E la Mamma.- “Mè!”)

Mamme che brontolano (“Questa casa non è un albergo!”) ma poi fanno le cose da fare
Mamme che fanno volontariato e spendono il proprio tempo libero per aiutare gli altri (e per arricchirsi umanamente)
Mamme che credono in un mondo migliore e che, nonostante tutto, pensano che l’uomo possa cambiare (e forse anche il proprio marito)
Mamme che urlano come pazze e paiono isteriche, con le “canele tirade”
Mamme che lasciano la parte migliore del pranzo al figlio e dicono che non hanno più appetito
Mamme all’ospedale, mamme che hanno bisogno di cure, ma non lo dicono ai figli per non farli soffrire
Mamme che volevano una femmina (o un maschio) ma poi amano il nuovo arrivato in modo infinito

Mamme che lentamente ma inesorabilmente invecchiano, ma nel cuore sono sempre giovani
Mamme che litigano con il papà e i bambini fanno suoni paurosi
Mamme che “quando finisce un amore” si separano e per i bambini c’è la morte nel cuore
Mamme separate che rimangono in contatto con il papà e per i bambini rimane una luce di speranza
Mamme che preparano la torta per il maestro 
Mamma che preparano la pizza in casa e anche se è bruciacchiata è la più buona pizza del mondo

Mamme che fanno una sorpresa alla propria bambina e le regalano un cagnolino e la bambina urla e trema di felicità
Mamme pieni di entusiasmo, di passione
Mamme che vedono su Skipe il figlio lontano e non si fanno vedere a piangere
Mamme arrabbiate e cupe perché il papà non le capisce
Mamme che vogliono più bene ai figli che a loro stesse (del papà non se ne parla nemmeno…)
Mamme che sbagliano, toccano il fondo ma poi cercano di risalire

Mamme che ascoltano il cuore dei figli
Mamme che lasciano liberi i figli di scegliersi la propria vita
Mamme che pensano che la speranza appartenga ai figli
Mamme che sono salite in cielo e lasciano un vuoto incolmabile, ma vivono negli occhi e nel sorriso della loro figlia
Mamme che sono angeli sempre accanto alla propria famiglia
Maestre che si chinano sui bambini e ascoltano i loro segreti
 
Un attimo di pausa con la canzone di Luca Barbarossa…
“Portami a ballare uno di quei balli antichi  che nessuno sa fare più 
sciogli i tuoi capelli, lasciali volare, lasciali girare forte 
intorno a noi. 
Lasciati guardare, sei così bella che non riesco più a parlare 
di fronte a quei tuoi occhi così dolci e così severi 
perfino il tempo si è fermato ad aspettare. 
Parlami di te, di quello che facevi 
se era proprio questa la vita che volevi 
di come ti vestivi, di come ti pettinavi 
se avevo un posto già in fondo ai tuoi pensieri.
Dai mamma dai questa sera lasciamo qua 
i tuoi problemi e quei discorsi sulle rughe e sull'età 
dai mamma dai questa sera fuggiamo via 
è tanto che non stiamo insieme e non è certo colpa tua 
Ma io ti sento sempre accanto anche quando non ci sono 
io ti porto ancora dentro anche adesso che sono un uomo… 
E vorrei, vorrei saperti più felice 
sì vorrei, vorrei dirti molte più cose 
ma sai, mamma sai questa vita mi fa tremare 
e sono sempre i sentimenti i primi a dover pagare 
ciao mamma, ciao domani vado via 
ma se ti senti troppo sola allora ti porto via. 
Portami a ballare, portami a ballare 
uno di quei balli antichi che nessuno sa fare 
nessuno sa fare più.” 
 
E riprendiamo la tiritera…
Mamme che si innamorano ogni giorno
Mamme che con pazienza ascoltano le domande dei bambini (anche quelle che non c’entrano per niente, ma tutto c’entra)
Mamme che credono nei lavori fatti bene, e se non son fatti bene, “sbagliando s’impara”
Mamme che gli si illuminano gli occhi a parlare dei loro bambini 
Mamme che credono in un mondo migliore
Mamme che rendono il mondo migliore

Mamme coraggiose, resistenti, pazienti, eque, appassionate
Mamme straordinariamente normali
Mamme che amano troppo
Mamme che non si annoiano mai, che han sempre qualcosa da fare o da pensare
Mamme che sognano di volare in un’isola del Pacifico, magaci con accanto un bel fusto abbronzato
Mamme che  insegnano mille cose (dall’allacciarsi le scarpe all’educazione) con naturalezza, senza la pretesa di farlo

Mamme con gli occhi pieni di curiosità, che sanno godere della bellezza di giornate piene dove magari nulla succede ma cambia continuamente tutto
Mamme che fanno diventare grandi i loro bambini, passo dopo passo, attimo dopo attimo
Mamme che amano di un amore infinito
Mamme che sanno dov’è nascosta la bellezza: negli occhi del loro bambino
Mamme che temono di diventare vecchie, per non poter aiutare la propria famiglia
Mamme che hanno dei sogni nel cassetto, e questo cassetto è chiuso per far sognare i propri figli (ma quel cassetto è sempre lì che aspetta)

Mamme che “senza un uomo si può stare bene lo stesso” e “quanto mai me so spusada!”
Mamme che sono un’onda d’amore
Mamme che pensano “sono stata fortunata, cosa mi manca? ogni giorno in più è un giorno regalato", però intanto continuano a pensare al loro prossimo progetto: un vestito, un regalo per un nipote, un concerto, una gita, una pizza con le amiche
Mamme che si vestono come ragazzine e paiono più giovani delle loro figlie
Mamme minute e piccoline, ma tanto energiche e forti
Mamma che vanno in chiesa a pregare ed accendono una candela per i loro cari

Mamma che nonostante gli anni di cambiamento sociale, conservano i valori sani che restano radicati con fermezza nella famiglia
Mamme che parlano con gli animali e con i fiori del giardino (“almeno lur i me sculta”)
Mamme che, se danno sculaccioni, è per il bene dei figli
Mamme che non danno sculaccioni, ma proteggono e risollevano i propri figli
Mamme che attendono sempre all’ingresso di casa il ritorno dei figli da scuola
Mamme che quando vedono il loro bambino entrare a scuola il primo giorno, piangono di nascosto (ma guai a farsi veder piangere)

Mamme che quando il bambino è malato gli fanno compagnia e gli raccontano indovinelli e storielle 
Mamme che non stanno mai ferme, neanche a letto (la battuta non è erotica)
Mamme che nonostante la paura fanno coraggio ai propri figli e credono nel futuro
Mamme che sognano i loro bambini
Mamme che regalano un sorriso, fin dal mattino
Mamme che se non ci fossero bisognerebbe inventarle
 
Ho sempre pensato che ogni mamma sia una santa…magari con il marito martire, ma sempre una santa!

C’è una bellissima canzone di Jovanotti che si rivede bambino davanti alla scuola in attesa della mamma che non potrà più venire a prenderlo, ancora con le sue tasche piene di sassi e con il cuore pieno di smarrimento.
Una serie di immagini che è facile veder tremare dietro le lacrime.
Così la spiega lo stesso Jovanotti: “Questa canzone è nata in cinque minuti, e in cinque minuti sono stato di nuovo bambino alle prese con l’abbandono, ed era una sensazione forte che stavo vivendo per davvero mentre scrivevo quella canzone.”

“Volano le libellule sopra gli stagni e le pozzanghere in città
sembra che se ne freghino della ricchezza che ora viene e dopo va…
Passano alcune musiche ma quando passano la terra tremerà,
sembrano esplosioni inutili ma in certi cuori qualche cosa resterà…
Sono solo stasera senza di te
mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho le tasche piene di sassi.
Sono solo stasera senza di te,
mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere, arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi, il cuore pieno di battiti
e gli occhi pieni di te.
Sbocciano i fiori sbocciano e danno tutto quel che hanno in libertà
donano, non si interessano di ricompense e tutto quello che verrà
mormora la gente mormora, falla tacere praticando l'allegria
giocano a dadi gli uomini, resta sul tavolo un avanzo di magia.
Sono solo stasera senza di te mi hai lasciato da solo davanti al cielo
e non so leggere, vienimi a prendere
mi riconosci ho un mantello fatto di stracci.
Sono solo stasera senza di te mi hai lasciato da solo davanti a scuola,
mi vien da piangere, arriva subito,
mi riconosci ho le scarpe piene di passi,
la faccia piena di schiaffi, 
il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni di te.”
 
C’è una stupenda poesia di Canossi, tratta dalla fiaba “La camicina da morto” dei Fratelli Grimm.
Racconta il sogno di una madre a cui appare il figlioletto morto per pregarla di non piangere, perché le sue lacrime gli inumidiscono la camicina da notte.
Era uno dei testi del repertorio sentimentale proposto dalla scuola di un tempo.
 
“Gh’è mórt èl sò pütì,
póera mama! e la pians:
la pians dè dé e dè nòt,
la pians chè la fa péna:
anche ’n dèl sòn la pians…
Ma èco chè ’na nòt
ghè compar èl murtì
vistit a malapéna
d’ön pó dè camisì,
e: «Varda – ’l dis –, mamina!
e pians, e pians, e pians,
varda cósa t’hé fat!
ghó ’l camisì ’mbombat
dè lacrime, mamina!
e cón sté missulì                         (bagnaticcio)
nó pòde piö durmì…
Nèh, miga pianser piö!?…»
Sparés èl póer murtì…
la mama la pians piö;
la mama la sè té
le lacrime ’n dèl cör,
e, quant chè ’l cör ’l-è pié,
ch’hala dè fà?… La mör.”
 
È da piangere, vero? Ma io ho pianto come non so chi leggendo quello che tempo fa una bella persona ha scritto sulla sua bella nonnina…

“Questa è la storia di una nonna, che prima di essere nonna è stata una grande mamma. Un’infanzia difficile quella della mia nonna, che è rimasta senza mamma quando aveva solo un anno.
Ha camminato per lunghi e tortuosi sentieri nella frazione di un paese un po’ sperduto tra le colline e la montagna, a piedi nudi o con semplici “sopelì” arrabattati in casa, in qualche maniera.
Da bambina ha portato le mucche al pascolo, ha lavato i panni in riva ad una sorgente d’acqua, la mia nonna come tante donne di allora ha lavato i vestiti con la “lìsia” e la cenere, impensabile per noi donne ultra moderne.
La mia nonna che si accontentava di una fetta di polenta ed un pezzo di formaggio e solo quando aveva un po’ di mal di pancia le veniva concesso un goccino di caffè caldo.  

A 8-9 anni in una giornata che doveva essere di festa, ricevette un vestito finalmente nuovo, fatto apposta per lei, che gioia e che luce che si legge ancora oggi nei suoi occhi quando mi descrive quel vestitino blu con i fiorellini rossi. Una giornata che purtroppo finì con una tristezza infinita, tutto per colpa di un terribile schiaffo ricevuto dalla maestra, che la costrinse a tornare a casa a cambiarsi, perché?  
Perché era l’epoca fascista e quel vestitino con i fiorellini rossi, fu considerato un affronto dalla maestra.
Di quale colpa si era macchiata una bambina per meritare un gesto così sprezzante? Un’adolescenza ancora più difficile dopo la morte del padre, costretta a vivere in una casa fredda e povera di sentimenti con la moglie del fratello più grande, tanti scontri e sofferenze, lacrime amare piante nell’angolo di un camino, in un sordo silenzio e nella più nera solitudine, con quell’incapacità di ribellarsi alle ingiustizie subite.

L’incontro con il nonno, un uomo forte, dal carattere difficile, ma tanto onesto e volenteroso. La nonna dice spesso al nonno: “T’ho spusat per la to oia de laurà e perché go ést che ta séret a post”.
Con il matrimonio, trova un marito, ma anche una mamma, la chiamerà mamma fino al giorno della sua scomparsa. Anni passati ad accudirla con amore e particolare dedizione, quasi con una devozione religiosa.
Anni di cambiamento sociale, ma anche anni fatti di valori sani che restano radicati con fermezza nella famiglia.

La mia nonna ha un grande dolore che porta ancora oggi nel cuore, dopo gravi complicazioni durante il parto il primo figlio (quel figlio maschio tanto desiderato) nasce morto, non glielo faranno nemmeno vedere. Il nonno, che ha rischiato di perdere anche la moglie, è arrabbiato con la vita e forse anche con Dio, non vuole assolutamente più avere figli, ma dopo due anni ecco l’arrivo della mia mamma (luce della mia nonna, ma ancora una tristezza, perché il nonno fatica ad accettare che sia una femmina, lui che desiderava un figlio maschio, che difficile mentalità…). 

La mia nonna che è stata sottoposta a dure prove, deve sopportare anche due tumori maligni a distanza di quindici anni l’uno dall’altro, operazioni d’urgenza, chemioterapia, pastiglie su pastiglie, torture su un corpicino di 40 Kg, eppure è lei che faceva coraggio a chi la andava a trovare. Forse perché non si è mai bene resa conto della gravità di ciò che le stava accadendo, ma di certo, questa forma d’incoscienza, è stata la sua forza e la sua salvezza, mi piace dire che la mia nonna è fatta solo di spirito.

Una vita, quella della mia nonna, dedicata alla famiglia, al lavoro in casa, all’amore per gli animali e per fiori del giardino, sempre attenta, sempre presente.
La mia nonna che nonostante la lavatrice ha insistito a volere lavare sempre tutto a mano, perché diceva: “I sé le tò robe bele le sa rùina mia!”
La mia nonna che non stava mai ferma, dentro e fuori sopra e sotto, “ballava” tutto il giorno nelle stanze del suo piccolo grande regno. La mia nonna che si impegnava per tutti.

Oggi la mia nonna ha una demenza senile completamente invalidante, ma nonostante la sua anima sia racchiusa in un corpo inabile a muoversi senza l’aiuto di qualcuno è una grande anima che ancora ci sostiene e incoraggia.
La mia nonna che rivedo in una vecchia foto in bianco e nero, una ragazza meravigliosa con due grandi occhi neri e i capelli nerissimi raccolti con semplicità, un sorriso appena accennato, un viso stupendo persino troppo strano per un’epoca in cui prevalevano tratti somatici più rudi e grezzi. Oggi, la bellezza della mia nonna è disegnata tutta sulle sue rughe.  
La sua bontà è custodita nel suo grande cuore…AUGURI nonna e grande Mamma.”

E ricordatevi, come cantava la mia mamma (era una canzone di Claudio Villa): 
Son tutte belle le mamme del mondo quando un bambino si stringono al cuor.
Son le bellezze di un bene profondo fatto di sogni, rinunce ed amor. E gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme imbiancano; ma non sfiorirà la loro beltà!”
 
Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele.” (Anna Magnani)
 
Ciao maestra e mamma Carolina, dai che ce la fai!
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
                                                     maestro John Comini
 

Vorrei  ricordare, infine, le donne che non hanno potuto avere figli, e le donne che si sono fatte suore e che donano il loro amore a tutti i bambini.
Grazie, belle ragazze!
 
Nelle foto, una classe IV della scuola elementare a Gavardo, una gita al Santuario di Vallio e altri ricordi al tempo delle macchine fotografiche…
 


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