In natura ci sono fenomeni che ci lasciano letteralmente affascinati, entusiasti.
E' in discussione durante i miei pranzi con i miei colleghi e dipendenti. Specifico a loro che dobbiamo smetterla di pensare in maniera liderista poichè questo vuole la tecnica. Questo mio intervento con loro scaturisce dal fatto che si guardi con scetticismo l'esperienza del Grillo. La tecnica ci porterà alla democrazia diretta e al tramonto del liderismo , ha qualche cosa a che fare con il tuo di intervento ?
Secondo il modello taylorista fordista l'azienda era una grande macchina. Al suo interno ingrannaggi: uomini e macchine rigidamente organizzati secondo una ferrea gerarchia. Ricerca di efficenza meccanicistica, figlia emblematica del risìduzionismo. Ma il mondo dei primi del '900, il mercato intendo, era molto semplice. Un modello di auto nera uguale per tutti, un modello di pentola in alluminio grigia, pochi modelli di scarpe ecc.. Il modello fordista fu un grande successo. Oggi tutto ciò sarebbe improponibile dato che la complessità del mercato è aumentata esponenzialmente. Come cambiare il modello fordista per adattarlo alla iper-complessità dei nuovi tempi? Prima di tutto cambiare il modello gerarchico e farlo tendere al modello Nelson, come ho descritto nell'articolo; non intendo dire di eliminare la gerarchia, anzi; intendo dire che il modello meccanicistico della gerarchia non è più valido, bisogna integrarlo con i concetti
Dru mi raccomando, alla tua eta' e' giusto innamorarsi, ma non prendere le cotte. Hai fatto troppo presto a ripudiare il vecchio sporcaccione. Con Grillo avrai sicuramente piu' soddisfazioni e meno imbarazzi, ma i populismi finiscono sempre male. Speriamo che la ventata democratica di cui la rete e' grande protagonista non si esaurisca nel solito teatrino una volta conquistato il seggio.
Specifico che il mio non è stato mai un innamoramento , e che nel segno della continuità scelgo ora il movimento5 stelle anche se preferirei un modello alla Pirates tedesca, ma siamo in Italia. Ovvio che allora preferivo la potenza di Berlusconi per il cambiamento , ovvio che adesso vedo la potenza assolutamente sfiorita e mi appropinquo con fiducia nel appoggiare il nuovo mezzo sommamente più potente , questo non deve farti vedere nella mia figura , la figura dell'ingenuo che si destreggia nell'ignoto, questo è il segno di continuità nel solco della Potenza. Caro Aldo se non ci fosse stato Berlusconi credi che in italia sarebbe nato un movimento come quello di Grillo ?
dell'auto-organizzazione. Vengo al collegamento che fai con la tecnica. La natura si auto-organizza e la strada che trova non è scritta a priori da qualcuno. Misteriosamente essa trova un ordine adattivo, cioé adatto alle varie situazioni. Così non si nega che la auto-organizzazone persegua un fine, come lo fa la tecnica, ma si vuole dire che il "come" essa lo fa non è uguale al metodo seguito dall'uomo e quindi non è il metodo che conosciamo della tecnica. Nell'articolo voglio suggerire che nella gestione aziendale si potrebbe fare auto-organizzare alcune attività e gestirle solo con parametri di controllo mentre altre devono essere controllate gerarchicamente. Anche i movimenti e i partiti politici possono essere gestiti in questo modo. Se adottiamo quindi il sistema misto, cioé parti auto-organizzate e altre meccanicamente gestite, possiamo pensare alla democrazia gestita in parte in maniera diretta (auto-organizzata) e parte non
gestita il quel modo. Una cosa è però certa: i movimenti come quello di Grillo nascono e crescono inizialmente proprio con gli schemi dell'auto-organizzazione. Ad un certo punto, quando la complessità interna raggiunge un certo livello, si arriva ad un punto di biforcazione che produce un nuovo organismo più stabile ma con una forma di gerarchia interna, in grado di affrontare meglio la complessità del mondo. Il movimento diventa quindi partito. Il segreto sta nel mantenere sempre in vita la parte che si auto-organizza rispetto alla realtà/società che aumenta di complessità. Molto spesso accade invece che la parte gerarchica cristallizza totalmente il partito, destinato a morire al primo forte cambiamento del mondo. La gerarchia comunque è necessaria perché il sistema funzioni, l'importante è che sia disposta a trasformarsi prima della biforcazione catastrofica. Democrazia diretta? Genera dinamismo e
auto-organizzazione, ma non può sostituirsi ed eliminare la parte gerarchica, che necessita di una leadership.
alcune cose che dici mi trovano d'accordo , per altre debbo rifletterci , ad esempio , dai come assodata questa biforcazione nel sistema complesso ma non la giustifichi abbastanza , o io non capisco l'origine. Poi dici che la parte della democrazia ad un certo punto della sua evoluzione va in collisione con la parte gestita gerarchicamente ed è molto interessante come assunto , ma anche questo va giustificato . Insomma la cosa è molto interessante e debbo dirti che già così alcune attività vengono gestite , almeno nel privato.
La biforcazione, o meglio la biforcazione catastrofica è un termine che deriva dalla teoria del caos. A causa dell'intrinseco errore nella misura, impossibile da eliminare, l'individuazione delle condizioni iniziali (b1 e b2 giocoforza diversi per effetto dell'errore di misura) in un sistema dinamico non lineare (come ad esempio y=x2-b cioè x alla seconda meno b) determina sul piano cartesiano il disegno di due traiettorie che in una prima fase si sovrappongono ma dopo un certo punto si biforcano. Essendo impossibile prevedere l'entità dell'errore è impossibile prevedere il momento della biforcazione. Ora se le relazioni tra elementi di un sistema sono di tipo non lineare, la sua dinamica interna è soggetta a mutamenti determinati propria dagli effetti delle biforcazioni. La complessità nasce dal numero e dagli effetti intrecciati delle biforcazioni a cui è sottoposto un sistema complesso. I sistemi umani sono iper-complessi, soggetti a
biforcazioni. Se aggiungiamo che nei sistemi la causalità, cioè il rapporto tra causa ed effetto è di tipo circolare, si capisce che esso può restare in equilibrio fino a quando gli effetti di una biforcazione sono intercettati dagli effetti di un'altra biforcazione bilanciante. In altre parole nei sistemi complessi agiscono dei circuiti di causa effetto che enfatizzano, rinforzano in maniera più che proporzionale un effetto, mentre altri li bilanciano. Quando questo equilibrio interno è molto in tensione (a causa della non linearità e dei circuiti di rinforzo che sono in procinto di dominare definitivamente quelli di bilanciamento) basta un leggerissimo impulso dall'esterno, un semplice cambiamento nel mondo reale, per provocare una trasformazione radicale nel sistema, che in questo modo giunge ad un nuovo equilibrio. Non è detto che esso acquisisca un equilibrio migliore, ma certo più stabile. Nei sistemi umani, come i
movimenti, accade la stessa cosa. Quando internamente la loro dinamica diventa sempre più turbolenta e la complessità della società esterna aumenta anch'essa, i movimenti arrivano ad una biforcazione che li trasforma in sistemi più stabili (i partiti), con un incipit di gerarchia.Queste dinamiche accadono anche nel sistema complesso che chiamiamo democrazia: c'è una parte gerarchizzata e una in movimento. L'ambiente esterno cambiando mette la democrazia in tensione, la tensione viene generata dalla parte dinamica (circuiti di rinforzo) che cerca di dominare e vincere sulla gerarchia (circuiti di bilanciamento). In pratica la democrazia diretta che preme aumenta la tensione, contro quella indiretta, gerarchizzata, rappresentativa. La parte dinamica spinge per l'adeguamento alla realtà nuova del mondo, finché non riesce a provocare un cambiamento i cui effetti sono imprevedibili. La parte gerarchica potrebbe risultarne anche distrutta.
se ciò non accade la democrazia raggiunge un nuovo equilibrio in cui anche la gerarchia, la democrazia rappresentativa, viene mutata. Se invece la gerarchia venisse completamente distrutta, dopo un periodo di forte liquidità il sistema si riposizionerebbe ugualmente su un nuovo equilibrio con una nuova gerarchia. Insomma non credo che un sistema democratico possa funzionare solo con la democrazia diretta, perché sarebbe troppo liquido e genererebbe per auto-organizzazione una gerarchia, basata sulla democrazia indiretta, che gli garantisca l'equilibrio. Con questo lunghissimo discorso, spero di aver fondato meglio le mie affermazioni precedenti.
interessante , molto interessante. Indicami letture che cercherò , nel possibile del mio sapere di criticarle. Cercavo di disegnare con i programmi in internet la curva che mi hai indicato , all'apparenza una banale parabola .
Qualche osservazione estemporanea per inquadrare il discorso del Leretico non nella sua parte scientifica, ma nell'applicazione politica che ne ricava. Quando gli uomini cacciavano e pescavano e le donne raccoglievano bacche non era necessaria la suddivisione dei ruoli. Gerarchie e leadership si manifestano con lo sfruttamento del lavoro e il plus valore. Nelle societa' senza pensiero come ben spiegato nell'articolo non sono necessari i capi. E' dunque la filosofia come andate spiegando da tempo che crea queste strutture e che la tecnica rinforza. Nelle filosofie collettive e egualitarie e' l'intellettuale collettivo l'interprete e il motore della societa', ma queste utopie si scontrano con la realta' dove necessariamente c'e' chi comanda e chi ubbidisce. Quindi il problema del leader, del gregario e dell'escluso e' fondamentale per capire i meccanismi che si intrecciano nei gruppi e nella societa'. E' percio' determinante la scelta e il criterio con cui si sceglie il capo.
Nel branco, e nello sport la scelta e' semplice, il piu' forte, il piu' bravo e il piu' affettivamente coinvolgente diventa il capo. Affettivita' e meritocrazia necessitano pero' di conoscenza profonda e diretta. Tutto questo non esiste in politica dove la leaderschip si gioca sul carisma, l'impressione che una persona si crea nella propria mente in merito ad un'altra persona, e che fa apparire questa persona affascinante, interessante, divertente, convincente, indimenticabile. Cio' che pensa una persona influenza anche il pensiero delle altre e su questo assunto si possono creare "artificialmente" le persone carismatiche. Grillo e Renzi hanno oggi il carisma che ieri era di Berlusconi. Sara' vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza,
Quello che dici mi coinvolge personalmente , ma proverò lo stesso ad aiutarci . Io non credo che ci dobbiamo soffermare ad un discorso solo espressivo delle leadership , è vero , questo discorso può incidere in qualche maniera , ma se dovessimo dare tutta questa valenza al "carisma" , capisci che allora la politica come istituto dell'uomo è davvero messa male e la visione riduttiva che ne dai non merita le prime pagine dei quotidiani e i volumi e le presopopee che hanno impegnato i filosofi fin da Omero , , non credi ? No la politica è qualche cosa di ben più profondo di quello che il tuo discorso accenna , che comprende anche questo aspetto del "carisma" intendiamoci , ma che è riproduzione di quello che gli uomini vedono come potenza che li può riparare dal rischio del fallimento, quando la politica si invera , come è stato per il ventennio belusconiano , allora c'è qualche cosa di più del semplice
"carisma".
... a far trionfare il suo movimento 5stelle , allora capiremo che c'è qualche cosa di più del semplice "carisma" dietro questo successo.
Non vi è dubbio che è la filosofia che agisce come motore ,anche se Hegel pensava diversamente , aiutando in questo per altro Marx a mettere le ali al prassismo.
Caro Dru, quando la politica diventa mestiere, un mestiere per cui non serve alcun strumento per essere esercitato, al peggio non c'e'mai fine. Oggi cio' che viene definito politica e' la via piu' breve e meno rischiosa per arricchirsi e arricchire amici e parenti. La questione morale di Berlinguer riguardava principalmente la sinistra, tanto che preferiva allearsi coi democristiani che coi socialisti di Craxi. Nessuno ha raccolto il suo testimone e cio' che e' avvenuto negli ultimi 30 anni e' sotto gli occhi di tutti. Sembra che il rinnovamento della politica possa scaturire dal giovanilismo e dalla rete e non da una rivoluzione culturale. Speriamo in bene. Io credo che con questi strumenti si possa creare del carisma, ma non della buona politica. Mi fa comunque piacere l'ottimismo della volonta di voi giovani contrapposto al pessimismo della ragione di noi ormai miscredenti.
Quando nel '94 abbiamo scelto Berlusconi lo abbiamo fatto perchè volevamo cambiare proprio quello stato di cose , e Beppe Grillo con il suo movimento , nuovo faro , ancora in embrione , di una politica diversa anche a livello mondiale , lo sta a dimostrare. Credi che se non fosse esistito Berlusconi e con la sinistra al potere tutto questo sarebbe accaduto ? sicuramente si ma non saremmo stati i primi e gli innovatori , tutto questo , con il carisma , non centra nulla.Vedi che Berlusconi è servito all'Italia e al suo rinnovamento ?
senza il punto di domanda.
Sei proprio tu che non ti liberi dalle catene del liderismo . Tu credi che i Leader riusciranno a dominare la tecnica , e qui ti sbagli.
Dru, appena possibile ti passo una bibliografia in merito.
La politica e la leadership umane possono imparare dalla natura? È una domanda interessante. I meccanismi della natura sembrano darci una strada, ma non bisogna prendere tutto integralmente. La complessità delle società umane si riflette pienamente nella politica. Ora, l'auto-organizzazione dal basso sembra suggerire che la leadership possa essere espressione non carismatica ma strettamente inerente al sistema in cui nasce. Infondo io penso che la leadership non debba essere carismatica, o meglio assolutamente non solo carismatica, essendo il carisma frutto di capacità di comunicazione, non di reale e radicale convinzione di valore. Nei sistemi complessi la capacità di affrontare il mondo esterno nasce da auto-organizzazione. Nei sitemi iper-complessi come quelli umani sembra che all'auto-organizzazione si debba aggiungere una componente di leadership, che dirige attraverso parametri di controllo.
Dirigere attraverso parametri di controllo significa determinare alcune linee, alcune regole e lasciare che il sistema si auto-organizzi per il resto. Attraverso questo metodo si mantiene la direzione ma non si rinuncia alla creatività dell'auto-organizzazione. I sistemi umani non sono come quelli delle formiche o delle api, innanzi tutto perché gli uomini hanno obiettivi personali diversi ognuno dagli altri. Se accettano di seguire un'idea non lo fanno del tutto, evolvono, cambiano nel tempo. Questo fatto aumenta esponenzialmente la complessità di funzionamento dei sistemi sociali ma li rende estremamente creativi. La politica naviga in questo mare agitato, per questo, se non è latrocinio o finalizzata ad esso è un'arte di navigazione fatta di capacità strategica unita a capcità decisionale per l'immediato. Queste qualità hanno poco a che fare con il carisma, e giustamente.
con le tue parole e aggiungo che per forza la politica è intrinseca alle dinamiche e intrinseco alla dinamica è ogni parte e anche l'espressione è parte , ma dico ad Aldo appunto di non confondere la parte con il tutto.
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ID23231 - 26/09/2012 11:21:31 - (Aldo Vaglia) -
Ciao Leretico, terza pagina e' la rubrica che contiene articoli specialistici e culturali. Nessuna inaugurazione poteva essere piu' azzeccata di questa, con l'articolo che ci proponi. Il tema della complessita' e' stato accennato in altri interventi, ma oggi ci viene proposto in forma scientifica. Speriamo di riuscire ad arricchire la pagina con altri interventi di ugual spessore.