Maria Paiato in «Stabat Mater»
di Davide Vedovelli
Domani, mercoledì 21 marzo, alle ore 20.45 torna al Teatro Odeon Maria Paiato con “Stabat Mater“, tratto da “Quattro atti profani” di Antonio Tarantino
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Mercoledì 21 marzo è in arrivo al Teatro Odeon Maria Paiato in “Stabat Mater” di Antonio Tarantino nell’ambito della Stagione promossa dal Comune di Lumezzane. Lo spettacolo, una produzione della romana Società per Attori, dopo un’anteprima a Faenza ha debuttato il 13 febbraio al Piccolo di Milano.
Pochi i posti ancora disponibili. Ingresso 21 euro (18 il ridotto). Lo spettacolo va in scena mercoledì 21 marzo alle 20.45, il teatro apre alle 20. Biglietteria del teatro aperta anche martedì 20 e mercoledì 21 marzo dalle 18.30 alle 19.30 per le ultime prevendite.
A Brescia i biglietti si trovano da Punto Einaudi (negli orari di apertura della libreria, via Pace 16/a, tel. 030/3757409) e online su vivaticket.it (a prezzo intero con aggiunta del diritto di prevendita).
Maria Paiato, affezionata presenza che negli anni ha conquistato il pubblico dell’Odeon con le sue indimenticabili interpretazioni (da La Maria Zanella a Erodiade, Anna Cappelli, Amuleto) rivela per la prima volta la sua vena comica, seppur in un personaggio intensamente drammatico.
La scrittura d’autore di Antonio Tarantino, tra i grandi drammaturghi italiani contemporanei il più rappresentato all’estero, è costruita intorno ad un linguaggio gergale e ricercato insieme; le sue storie, classiche, religiose, talvolta politiche, sempre fortemente etiche, sfumano dal realistico verso il surreale e il grottesco.
“Stabat Mater” è uno dei quattro monologhi (con “Passione secondo Giovanni”, “Vespro della Beata Vergine” e “Lustrini”) che compongono i “Quattro atti profani”, quadri distinti e indipendenti legati dalla tematica del dolore.
Centrato sulla figura della Madre, il testo è mutuato dalla preghiera del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi che ha ispirato molti compositori, da Monteverdi a Scarlatti, Pergolesi, Boccherini, Rossini, e che Tarantino ha trasformato, trasportandolo al tempo presente e nutrendolo con le visioni del proprio immaginario.
Nella sua opera teatrale, la figura epica della Madre del Cristo si trasfigura in Maria Croce, una sorta di Madonna dei bassifondi che parla la lingua dei poveri, dei reietti, degli emarginati, che si strugge nell’attesa di avere notizie del figlio, ragazzo di grande intelligenza e in cui riponeva grandi speranze, ora arrestato in quanto terrorista. Il padre di quel figlio che lei attende, per quanto evocato, è un padre assente, sposato con un’altra.
Sofferente, posta ai piedi di una Croce immersa nella periferia popolare, nel degrado e nella miseria: anche così la figura della Madre resiste e vince, emerge sopra qualunque perdita, compresa quella della propria dignità.
L’habitat scenico, creato da Alessandro Chiti e sottolineato dalle luci di Javier Delle Monache, per questo delirante Oratorio per voce sola - come recita il sottotitolo - è un luogo - non luogo simbolico, rarefatto, sospeso tra cielo e terra. I costumi sono di Helga Williams, le musiche originali di Paolo Coletta.
La regia di Giuseppe Marini si spinge a ridisegnare criticamente una “commedia all’italiana” contemporanea dove riemergono, senza mai imitarli, i volti di alcune interpreti femminili che hanno lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo e hanno reso grande la fortunata stagione del nostro cinema. Il teatro di Tarantino – afferma il regista - necessita di attori fuoriclasse, impegnati come sono a rendere carne e sangue e tradurre in concretezza e semplicità una scrittura così impervia e funambolica. Quegli attori speciali che ti fanno ridere mentre stai piangendo, e viceversa”.
Teatro Comunale Odeon
Via Marconi, 5 Lumezzane (Brescia)
030 820162
info@teatro-odeon.it.
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