Il lavoro dipendente è tornato di moda?

 

I dati della rilevazione Istat sulle Forze di lavoro riferiti al 2016 indicano che il tasso di disoccupazione lombardo si è attestato al 7,4% in diminuzione rispetto al 2015 di mezzo punto percentuale.

Si tratta di una indicazione positiva ma che conferma la coda lunga della crisi economica essendo questo valore al di sopra dei livelli del 2008 di ben 3,7 punti percentuali.
La disoccupazione si è ridotta tra gli uomini, con il tasso che scende al 6,4% contro il 7,2% del 2015 (0,8 punti percentuali in meno) raggiungendo quota 170 mila disoccupati maschili (18 mila meno del 2015).

Le donne disoccupate sono 176 mila, stabile nel confronto annuo con il 2015, con il tasso di disoccupazione che si assesta all’8,6%, ben 3,8 punti percentuali superiore al tasso del 2008.
Nel caso dei giovani 15-29 anni più che la disoccupazione è importante considerare il numero dei giovani NEET (non occupati e non impegnati in percorsi di istruzione e/o formazione).

I NEET nel 20015 rappresentano il 19% dei giovani lombardi in questa fascia di età che rimane un livello molto elevato, considerato che negli anni 2006-2007 (periodo pre-crisi) erano stabili all’11%.

Interessante notare che la crescita dell’occupazione in Lombardia è stata interamente determinata dal lavoro dipendente: i contratti di lavoro dipendente sono aumentati del 2,5% rispetto al 2015, mentre il lavoro indipendente è sceso dell'1,1%.

Si tratta forse di un segnale che mostra come in tempi di stagnazione economica la propensione all’assunzione del rischio d’impresa si sia ridimensionata a favore della ricerca di impieghi più “sicuri”.